Bersani: e Berlusconi rimane li', neppure il fascismo...
E sulla legge
elettorale: serve subito la riforma
ROMA - Pier Luigi Bersani paragona la
situazione di stallo creata
dalle mancate dimissioni del premier alla caduta
di Mussolini, il
25 luglio del 1943. Partecipando a un seminario sui partiti
e la
costituzione, il leader del Pd si chiede "Ci rendiamo conto
del
perche' siamo finiti in una situazione in cui tutto il mondo
chiede le
dimissioni di Berlusconi e lui non le da'? Perche' li'
non c'e' un partito ma
un predellino e un padrone, che s'e' fatto
una legge elettorale dove non c'e'
autonomia" e siccome "non
siamo in Spagna, dove c'e' Zapatero" e "non siamo
neppure al gran
consiglio del fascismo che si e' riunito straordinariamente
per
dire passiamo la palla al re, lui rimane li'".
Poi il segretario del
Pd passa a parlare della riforma della
legge elettorale: "Ci vuole
assolutamente e noi abbiamo un'ottima
proposta", ha detto, "ma ho qualche
dubbio che nel centrodestra
ci sia stato un ripensamento notturno cosi'
rapido" sul
porcellum. Il Pd continuera' a dimostrarsi "amichevole"
sul
referendum abrogativo e si augura "che venga
il momento in cui il
tema elettorale sia enunciato dal centrodestra non solo
in chiave
tattica".
19 settembre 2011
18:14
19-09-11
NNNN
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