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mercoledì 28 dicembre 2011

ANSA-FOCUS/ MANOVRA:VESCOVI,ATTACCO SU ICI CONTRO CARITA'CHIESA



ANSA-FOCUS/ MANOVRA:VESCOVI,ATTACCO SU ICI CONTRO CARITA'CHIESA
AVVENIRE,TORNA VOLONTA' LAICISTA NEGARE RUOLO PUBBLICO RELIGIONE
(ANSA) - ROMA, 28 DIC - La Chiesa italiana non ci sta a farsi
mettere sulla graticola nella polemica contro le esenzioni Ici.
Anzi, passa al contrattacco e attribuisce l'assedio alla ''ferma
volonta' di colpire l'impegno caritativo della Chiesa'': e cio'
nel quadro della ricorrente ''tentazione laicista'' di negare
alla religione un ''rilievo pubblico''. Questo il ''movente
autentico'' da cui nasce la polemica, secondo Giuseppe Dalla
Torre, autorevole giurista cattolico, molto ascoltato in
Vaticano (fa parte anche dell'Aif, l'Autorita' vaticana di
informazione finanziaria), oltre che rettore della Lumsa.
A lui il quotidiano dei vescovi ha affidato oggi un
editoriale per puntare il dito contro ''l'enorme ignoranza
politica e massmediatica che circonda tutta la materia
dell'immenso sforzo del mondo cattolico nell'impegno
caritativo''. L'esenzione dall'Ici, ricorda Dalla Torre, e'
prevista dalla legge ''per una galassia di realta', nelle quali
sono comprese istituzioni cattoliche, ma che va ben al di la' di
queste, riguardando istituzioni di altre confessioni religiose
nonche' una pluralita' di istituzioni laiche, alcune
tradizionalmente vicine a partiti politici e sindacati, altre
nettamente caratterizzate da un'impronta ideologica''.
Perche', allora, la polemica, ''tanto aspra e violenta, ha
riguardato solo la Chiesa cattolica, quasi fosse l'unica
beneficiaria di una facilitazione che vuole favorire espressioni
di solidarieta'''. Il giurista vede la vera radice in un attacco
ragionato contro l'impegno caritativo della Chiesa, al cui
propsito Dalla Torre ricorda che ''questa e' una tornante
tentazione di casa laicista'', rifacendosi al precedente della
''famigerata legge Crispi del 1890 sulle Opere pie che, con il
pretesto di voler creare una rete pubblica di assistenza, non
fece altro che espropriare, laicizzare e rendere pubblica la
rete di opere sociali in gran parte di matrice cattolica''.
Per Dalla Torre, ''da qualche anno la questione e'
riaperta'', e ''la ragione e' molto semplice: scalzare la Chiesa
dai profondi radicamenti che ha nella societa' attraverso
scuole, oratori, istituzioni di assistenza, strutture sanitarie
e quant'altro, per ricondurre finalmente i credenti nel privato
delle sacrestie, cioe' la' dove non danno fastidio a nessuno''.
In altre parole, ''siamo dinanzi a un aspetto della complessa
questione se la religione debba avere o no un rilievo anche
pubblico, se la liberta' religiosa sia solo la liberta' di culto
o non anche la liberta' di pubblica testimonianza del valore di
quanto professato''. Una questione, conclude il giurista,
sicuramente interpretando anche il pensiero dei vescovi
italiani, che ''non tocca solo i cittadini credenti, ma tutti
gli italiani, giacche' pone in discussione le basi stesse della
casa comune, i valori sui quali abbiamo convenuto di fondare la
pacifica coesistenza nel rispetto delle diversita'''. (ANSA).

GR
28-DIC-11 18:30 NNNN

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