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venerdì 8 giugno 2012

Salute/ il colesterolo 'buono'? E' buono ma non troppo


Salute/ il colesterolo 'buono'? E' buono ma non troppo
Ricerca ridimensiona ruolo Hdl in prevenzione infarto

Roma, 8 giu. (TMNews) - E' 'buono', ma non troppo: arriva dai
ricercatori un ridimensionamento del ruolo del colesterolo Hdl -
il cosiddetto colesterolo "buono" - nella prevenzione
dell`infarto. Allo studio collaborativo internazionale,
coordinato dall`Università di Harvard, hanno partecipato due
gruppi italiani dell`Università di Verona e dell`Università di
Milano e pubblicato di recente sulla rivista scientifica
"Lancet". La ricerca ha individuato una serie di varianti
genetiche associate ai livelli di colesterolo Hdl e Ldl, più noti
come forme di colesterolo "buono" e "cattivo" e ne ha valutato
l`impatto sul rischio cardiovascolare in una popolazione di oltre
110.000 individui (20.913 casi di attacco cardiaco e 95.407
individui di controllo), tra cui gli oltre 2.000 veronesi che
hanno aderito al "Verona Heart Study" coordinato da Oliviero
Olivieri, Domenico Girelli e Nicola Martinelli del Dipartimento
di Medicina. Uno studio che mette ora in discussione un concetto
ormai acquisito dalla popolazione relativo al ruolo protettivo
dell`Hdl dallo sviluppo di malattie cardiovascolari.

Nel sangue il colesterolo circola in almeno due forme, una
prevalente e "cattiva" (colesterolo-Ldl), fortemente associata al
rischio di sviluppo di infarto miocardico e altre malattie
cardiovascolari e una, minore, "buona" (colesterolo-Hdl)
considerata invece protettiva. Lo studio pubblicato su Lancet ha
smentito però quello che si credeva sino ad ora un "dogma" del
rischio cardiovascolare, ovvero che l`aumento dei livelli del
cosiddetto colesterolo "buono" si traduca sempre e comunque in
una effettiva protezione. (Segue)

Red/Apa

081411 giu 12
Salute/ il colesterolo 'buono'? E' buono ma non troppo -2-
Non trovata funziona protettiva in chi ha più alto livello Hdl

Roma, 8 giu. (TMNews) - Perché? La ricerca ha analizzato una
particolare mutazione del gene Lipg. Il gene Lipg controlla la
produzione di una particolare proteina, denominata "lipasi
endoteliale" da parte delle cellule che rivestono l`interno dei
vasi sanguigni. Essa normalmente abbassa i livelli di colesterolo
Hdl circolante. La mutazione del gene Lipg individuata dai
ricercatori compromette tale funzione e quindi è associata a
livelli più elevati di colesterolo Hdl. La ricerca ha studiato un
campione di soggetti portatori di tale mutazione del gene Lipg e
che dunque dimostravano un livello più alto di colesterolo Hdl e,
in teoria, avrebbero dovuto essere maggiormente protetti dal
rischio cardiovascolare.

Di questa funzione protettiva tuttavia lo studio non ha trovato
riscontro nella popolazione analizzata costituita da 20.913
individui colpiti da attacco cardiaco e 95.407 individui di
controllo. Le ripercussioni pratiche di questa ricerca sono
numerose. "Gli studi genetici basati sul principio della
"randomizzazione mendeliana", come quello pubblicato su Lancet -
spiegano i ricercatori - permettono di focalizzare meglio gli
obiettivi terapeutici nel caso di malattie complesse come quelle
cardiovascolari. Per quanto riguarda i farmaci, si evidenza
l`opportunità di concentrare l`utilizzo nelle terapie che
controllano e abbassano i livelli di colesterolo Ldl. Si
ribadisce inoltre l`importanza predittiva del rischio di infarto
da parte di opportuni "punteggi" basati sulla conoscenza di
varianti genetiche ormai facilmente individuabili mediante
appositi test.

Apa

081412 giu 12

SALUTE: RICERCA RIDIMENSIONA RUOLO HDL, COLESTEROLO 'BUONO'
RISCHIO CARDIOVASCOLARE NON RIDOTTO, LO DICE PROTEINA LIPG
(ANSA) - VERONA, 8 GIU - Il cosiddetto colesterolo ''buono'',
l'Hdl, non sarebbe tale e viene ridimensionato per quanto
riguarda la prevenzione dell'infarto.
E' il risultato di uno studio internazionale coordinato
dall'Universita' di Harvard al quale hanno partecipato due
gruppi italiani dell'Universita' di Verona e dell'Universita' di
Milano e pubblicato di recente sulla prestigiosa rivista
scientifica ''Lancet''.
La ricerca ha individuato una serie di varianti genetiche
associate ai livelli di colesterolo Hdl e Ldl, piu' noti come
forme di colesterolo ''buono'' e ''cattivo'' e ne ha valutato
l'impatto sul rischio cardiovascolare in una popolazione di
oltre 110.000 individui (20.913 casi di attacco cardiaco e
95.407 individui di controllo).
Se e' noto che il colesterolo Ldl e' fortemente associata al
rischio di sviluppo di infarto miocardico e altre malattie
cardiovascolari, l'Hdl, il ''buona'', era considerato invece
protettiva. Lo studio pubblicato ha invece smentito pero' quello
che si credeva sino ad ora un ''dogma'' del rischio
cardiovascolare, ovvero - sostengono i ricercatori - che
l'aumento dei livelli del cosiddetto colesterolo ''buono'' si
traduca sempre e comunque in una effettiva protezione.
A sostegno della nuova tesi l'analisi del gene Lipg che
controlla la produzione di una particolare proteina, denominata
''lipasi endoteliale'' da parte delle cellule che rivestono
l'interno dei vasi sanguigni. Essa normalmente abbassa i livelli
di colesterolo Hdl circolante. La mutazione del gene Lipg
individuata dai ricercatori compromette tale funzione e quindi
e' associata a livelli piu' elevati di colesterolo Hdl. La
ricerca ha studiato un campione di soggetti portatori di tale
mutazione del gene Lipg e che dunque dimostravano un livello
piu' alto di colesterolo Hdl e, in teoria, avrebbero dovuto
essere maggiormente protetti dal rischio cardiovascolare
rovesciando le precedenti teorie. (ANSA).

BCN
08-GIU-12 14:18 NNNN

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