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martedì 28 agosto 2012

BENZINA: FEGICA, RICATTO PETROLIERI TOLLERATO DAL GOVERNO




BENZINA: FEGICA, RICATTO PETROLIERI TOLLERATO DAL GOVERNO

(ANSA) - ROMA, 28 AGO - ''Finito l'effetto 'scontone' si
ricomincia daccapo. I prezzi continuano ad aumentare e i
consumatori a sborsare centinaia di milioni di euro che,
puntualmente, finiscono nelle tasche delle multinazionali del
petrolio aumentando a dismisura i loro profitti. Il tutto
aggravato da un fisco rapace che confonde il carburante con il
bancomat nel quale basta inserire la tessera per far uscire il
denaro. Il problema e' che il denaro e' finito e automobilisti e
gestori sono stufi di dover sottostare a questo ricatto messo in
atto dai petrolieri e tollerato dal Governo''. Lo afferma
Roberto Di Vincenzo, Presidente della Fegica Cisl, sottolineando
che ''senza interventi determinanti sulla filiera petrolifera, i
prezzi continueranno a salire oltre i 2 euro, soprattutto se il
costo di un barile, alla fonte, non supera i 10 dollari e alla
quotazione sul mercato supera i 100''.
Secondo Di Vincenzo, ''il problema risiede da un'altra parte.
Cioe' nella strumentale decisone delle compagnie di seguire un
doppio binario: congelare i profitti a monte, nei forzieri delle
'corporate' e mantenere stratosferici i prezzi di cessione di
greggio o prodotti finiti alle societa' o divisioni operative
come se ciascuna di queste non contribuisse al ''bilancio
consolidato'' della medesima Corporate. Perche', - si chiede -
fin'ora nessuno si e' posto la domanda del differenziale che
esiste fra prezzo al pubblico (anche prima delle tasse) e costo
di ricerca, estrazione e trasporto di un barile di petrolio?''.
(ANSA).

COM-OM
28-AGO-12 15:29 NNNN
BENZINA: FEGICA, RICATTO PETROLIERI TOLLERATO DAL GOVERNO

(ANSA) - ROMA, 28 AGO - ''Finito l'effetto 'scontone' si
ricomincia daccapo. I prezzi continuano ad aumentare e i
consumatori a sborsare centinaia di milioni di euro che,
puntualmente, finiscono nelle tasche delle multinazionali del
petrolio aumentando a dismisura i loro profitti. Il tutto
aggravato da un fisco rapace che confonde il carburante con il
bancomat nel quale basta inserire la tessera per far uscire il
denaro. Il problema e' che il denaro e' finito e automobilisti e
gestori sono stufi di dover sottostare a questo ricatto messo in
atto dai petrolieri e tollerato dal Governo''. Lo afferma
Roberto Di Vincenzo, Presidente della Fegica Cisl, sottolineando
che ''senza interventi determinanti sulla filiera petrolifera, i
prezzi continueranno a salire oltre i 2 euro, soprattutto se il
costo di un barile, alla fonte, non supera i 10 dollari e alla
quotazione sul mercato supera i 100''.
Secondo Di Vincenzo, ''il problema risiede da un'altra parte.
Cioe' nella strumentale decisone delle compagnie di seguire un
doppio binario: congelare i profitti a monte, nei forzieri delle
'corporate' e mantenere stratosferici i prezzi di cessione di
greggio o prodotti finiti alle societa' o divisioni operative
come se ciascuna di queste non contribuisse al ''bilancio
consolidato'' della medesima Corporate. Perche', - si chiede -
fin'ora nessuno si e' posto la domanda del differenziale che
esiste fra prezzo al pubblico (anche prima delle tasse) e costo
di ricerca, estrazione e trasporto di un barile di petrolio?''.
(ANSA).

COM-OM
28-AGO-12 15:30 NNNN

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