Riceviamo da Ficiesse e pubblichiamo
BEL
COMUNICATO COBAR GDF PIEMONTE SU MOTIVI PARTECIPAZIONE A MANIFESTAZIONE DEL 23:
OK SACRIFICI, MA ALLORA VOGLIAMO I DIRITTI DI TUTTI GLI ALTRI LAVORATORI
(COMPRESO QUELLO DI SCIOPERO)
Con un comunicato chiarissimo e molto efficace il Cobar della Guardia di finanza del Piemonte ha spiegato oggi i motivi della manifestazione indetta dai sindacati di Polizia per il 23 ottobre prossimo davanti sedi delle Presidenze regionali di tutta Italia.
NO A UNA SPECIFICITÃ? TRUFFALDINA - scrivono i Finanzieri - siamo d’accordo con i sacrifici e con l’allungamento dell’età pensionabile se è questo che serve al Paese, ma allora non possono non essere riconosciuti ai lavoratori Gdf tutti i diritti degli altri lavoratori, nessuno escluso, compreso quello di sciopero.
Giuseppe
Fortuna
COMUNICATO STAMPA COBAR GDF PIEMONTE
SIAMO PRONTI A LAVORARE ANCHE
TUTTA LA VITA, MA…
STESSI SACRIFICI, STESSA PENSIONE, STESSI DIRITTI
STESSI SACRIFICI, STESSA PENSIONE, STESSI DIRITTI
I finanzieri piemontesi aderiscono con convinzione alla
manifestazione di protesta sindacale delle Forze di Polizia, indetta per
martedì 23 ottobre davanti alla Regione Piemonte, in piazza Castello, a
Torino.
Denunciamo il tentativo di porre mano al sistema previdenziale delle Forze di Polizia senza alcun effettivo confronto e con l’unico fine di fare cassa, senza valutare i gravissimi effetti che deriveranno per la sicurezza dei cittadini.
Il Governo ci ha chiesto sacrifici e noi, come gli altri lavoratori, non ci sottraiamo; ma se il nostro destino previdenziale deve essere assimilato a quello di tutti gli altri, allora pretendiamo contestualmente anche i diritti riconosciuti a tutti i cittadini italiani:
· poter chiedere una anticipo della buonuscita ed avere la possibilità di una previdenza complementare;
· essere liberi da qualsiasi dovere giuridico una volta terminato l’orario di servizio, senza alcun obbligo d’intervento 24 ore su 24;
· poter mantenere il posto di lavoro anche in non perfette condizioni fisiche e sanitarie, senza dover essere sottoposti a visite mediche obbligatorie in strutture militari;
· riunirsi pubblicamente, manifestare in piazza, aderire a sindacati, scioperare, fare propaganda politica in ogni luogo e condizione, manifestare liberamente il proprio pensiero senza limiti e costrizioni;
· svolgere contemporaneamente altre attività lavorative e poter avere parenti imprenditori nella circoscrizione di servizio e poter assistere i propri congiunti;
· espatriare senza alcuna autorizzazione o limitazione;
· essere assoggettati alla legislazione comune, senza alcuna giurisdizione speciale come il codice penale militare, i tribunali militari, il regolamento di disciplina militare, avere il diritto di difendersi con le stesse garanzie di tutti i lavoratori, senza sanzioni disciplinari che comportano la privazione della libertà come la consegna di rigore;
· poter adire il giudice del lavoro con le tutele legali fornite dai sindacati, patronati ed associazioni professionali.
In sostanza, se la nostra TRUFFALDINA SPECIFICITA’ deve essere solamente fatta di doveri, obblighi, restrizioni, allora non la vogliamo; ci si faccia lavorare anche fino a settant’anni, ma nelle stesse condizioni giuridiche di tutti gli altri lavoratori.
Torino, 19 ottobre 2012
Denunciamo il tentativo di porre mano al sistema previdenziale delle Forze di Polizia senza alcun effettivo confronto e con l’unico fine di fare cassa, senza valutare i gravissimi effetti che deriveranno per la sicurezza dei cittadini.
Il Governo ci ha chiesto sacrifici e noi, come gli altri lavoratori, non ci sottraiamo; ma se il nostro destino previdenziale deve essere assimilato a quello di tutti gli altri, allora pretendiamo contestualmente anche i diritti riconosciuti a tutti i cittadini italiani:
· poter chiedere una anticipo della buonuscita ed avere la possibilità di una previdenza complementare;
· essere liberi da qualsiasi dovere giuridico una volta terminato l’orario di servizio, senza alcun obbligo d’intervento 24 ore su 24;
· poter mantenere il posto di lavoro anche in non perfette condizioni fisiche e sanitarie, senza dover essere sottoposti a visite mediche obbligatorie in strutture militari;
· riunirsi pubblicamente, manifestare in piazza, aderire a sindacati, scioperare, fare propaganda politica in ogni luogo e condizione, manifestare liberamente il proprio pensiero senza limiti e costrizioni;
· svolgere contemporaneamente altre attività lavorative e poter avere parenti imprenditori nella circoscrizione di servizio e poter assistere i propri congiunti;
· espatriare senza alcuna autorizzazione o limitazione;
· essere assoggettati alla legislazione comune, senza alcuna giurisdizione speciale come il codice penale militare, i tribunali militari, il regolamento di disciplina militare, avere il diritto di difendersi con le stesse garanzie di tutti i lavoratori, senza sanzioni disciplinari che comportano la privazione della libertà come la consegna di rigore;
· poter adire il giudice del lavoro con le tutele legali fornite dai sindacati, patronati ed associazioni professionali.
In sostanza, se la nostra TRUFFALDINA SPECIFICITA’ deve essere solamente fatta di doveri, obblighi, restrizioni, allora non la vogliamo; ci si faccia lavorare anche fino a settant’anni, ma nelle stesse condizioni giuridiche di tutti gli altri lavoratori.
Torino, 19 ottobre 2012
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