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giovedì 15 novembre 2012

TUMORI: LA RICERCA, 65% PAZIENTI SOFFRE EFFETTI COLLATERALI CHEMIO


TUMORI: LA RICERCA, 65% PAZIENTI SOFFRE EFFETTI COLLATERALI CHEMIO =
NAUSEA E VOMITO, FORTE IMPATTO SU VITA FAMILIARE E PROFESSIONALE

Roma, 15 nov. (Adnkronos Salute) - Circa il 65% dei pazienti
italiani sottoposti a chemioterapia soffre di nausea e vomito, con un
forte impatto sulla vita familiare e professionale. E' quanto emerge
dalla ricerca 'L'impatto dei trattamenti oncologici sulla qualita' di
vita dei pazienti', promossa da Salute donna onlus e dalla Societa'
italiana di psicooncologia. La ricerca rientra nel progetto
Oncomovies, un'idea che punta a ad accendere i riflettori
sull'importanza della qualita' di vita dei pazienti sottoposti a
chemioterapia attraverso la forza delle immagini dei film che hanno
trattato quest'argomento.

Oggi sono circa 2 milioni e 300 mila gli italiani che convivono
con una diagnosi di tumore e circa due terzi soffrono degli effetti
collaterali associati alla chemio. Dall'indagine condotta su un
campione di oltre 850 pazienti, emerge un quadro allarmante.

"Gli effetti collaterali dei trattamenti chemioterapici -
assicura Annamaria Mancuso, presidente di Salute donna onlus - spesso
compromettono in maniera significativa la qualita' di vita dei
pazienti. Il cinema, quando e' realta', puo' rappresentare con grande
verosimiglianza questo momento". Le terapie condizionano inoltre le
attivita' domestiche (61%), lavorative (64%) e la vita sessuale (63%).
(segue)

(Sal/Col/Adnkronos)
15-NOV-12 14:04

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TUMORI: LA RICERCA, 65% PAZIENTI SOFFRE EFFETTI COLLATERALI CHEMIO (2) =
SOLO 6% MEDICI PARLA DELLE DIFFICOLTA' SESSUALI

(Adnkronos Salute) - Un modo per contrastare il presentarsi
degli effetti collaterali ci sarebbe: esistono infatti terapie di
supporto 'ad hoc'. La ricerca dimostra che la stragrande maggioranza
degli oncologi prescrive terapie di supporto, che pero' non sono
quelle indicate dalle linee guida, e dunque il 65% dei pazienti
continua a soffrire effetti collaterali mortificanti e debilitanti.
"Bisogna garantire terapie di supporto - reclama Massimo Di Maio,
oncologo dell'unita' sperimentazioni cliniche all'Istituto nazionale
tumori di Napoli, Fondazione Pascale - seguendo le linee guida
nazionali e internazionali, per prescrivere quelle giuste. Lo scopo
del trattamento infatti non e' solo prolungare la sopravvivenza, ma
anche migliorare la qualita' di vita".

Dalla ricerca emerge anche un altro aspetto non trascurabile:
solo il 6% dei medici ha preso iniziativa nel parlare spontaneamente
ai propri pazienti delle ripercussioni delle terapie oncologiche sulla
sessualita', che per due terzi del totale del campione e' fortemente
compromessa.

"Fino a qualche anno fa la sessualita' era un diritto
completamente negato per le persone colpite da tumore - rileva
Giovanni Rosti, direttore dell'oncologia dell'ospedale Ca' Foncello di
Treviso - ora si cerca di aprire un dialogo, ma ci sono difficolta'
anche perche' negli incontri non e' prevista la presenza di
sessuologi. Ma se si riesce ad aprire il discorso - conclude - la
relazione tra medico e pazienti cambia in meglio e l'empatia aumenta".

(Sal/Col/Adnkronos)
15-NOV-12 14:05

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