Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00900
Atto n. 4-00900
Pubblicato il 25 settembre 2013, nella seduta n. 110
Ritirato
MANCONI - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che:
con sentenza n. 13/13 emessa il 5 giugno 2013 e
depositata il 2 settembre 2013, la terza Corte d'assise di Roma ha dichiarato
responsabili di omicidio colposo i medici a diverso titolo implicati nella morte
di Stefano Cucchi, avvenuta in stato di detenzione il 22 ottobre 2009 presso il
reparto di "medicina protetta" dell'ospedale Sandro Pertini di Roma;
nel medesimo procedimento e con la stessa
sentenza, la Corte d'assise di Roma ha assolto per non aver commesso il fatto
gli agenti di Polizia penitenziaria accusati di aver causato le lesioni e
l'infermità che resero necessario il ricovero di Stefano Cucchi, avendolo -
secondo l'ipotesi accusatoria - picchiato nel corso della sua permanenza nelle
celle del tribunale in attesa della celebrazione dell'udienza di convalida
dell'arresto cui era stato sottoposto dalla sera precedente;
assolvendo gli accusati per non aver commesso il
fatto, i giudici della Corte d'assise di Roma non escludono (e anzi avvalorano)
l'ipotesi secondo cui le lesioni e l'infermità di Stefano Cucchi fossero l'esito
di abusi da parte delle forze dell'ordine, individuando però - seppure "in via
del tutto congetturale" - nei carabinieri che avevano effettuato la
perquisizione notturna nella casa della famiglia Cucchi (invece che nei
poliziotti penitenziari assolti) i possibili autori delle violenze perpetrate ai
danni dell'arrestato;
a giudizio del collegio della Corte d'assise di
Roma, "qualcosa di anomalo" potrebbe essere successo dalle ore 2.00 alle 3.40
del 16 ottobre 2009, nei 100 minuti intercorsi fra la permanenza di Stefano
Cucchi presso la caserma dei carabinieri Roma-Appia, dopo la perquisizione
domiciliare, e prima del successivo trasferimento nella stazione di Tor
Sapienza;
secondo la Corte d'assise di Roma "è legittimo il
dubbio che" al momento del trasferimento notturno e dell'udienza di convalida
"il Cucchi... fosse stato già malmenato dagli operanti", cioè dai carabinieri
che avevano proceduto all'arresto e alla perquisizione domiciliare;
la stessa sentenza della Corte d'assise ha
stigmatizzato l'attività della Procura di Roma quanto a completezza ed efficacia
delle indagini quando ha osservato che i tre agenti di Polizia penitenziaria non
sono nemmeno stati sottoposti a ricognizione personale da parte del principale
teste del pestaggio ricostruito dagli
inquirenti, cioè Samura Yaya (pag. 19 della sentenza),
si chiede di sapere se il Ministro intenda
attivare, nell'ambito delle proprie competenze, i poteri ispettivi per
verificare la correttezza e la regolarità dell'attività dell'ufficio della
Procura della Repubblica di Roma, anche con riferimento a quanto illustrato in
premessa sull'andamento delle indagini sulla morte di Stefano Cucchi.
Nessun commento:
Posta un commento