Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00940
Atto n. 4-00940
Pubblicato il 2 ottobre 2013, nella seduta n. 116
DONNO , AIROLA , BATTISTA , BERTOROTTA , BOCCHINO , BUCCARELLA , BULGARELLI , CAMPANELLA , CAPPELLETTI , CASALETTO , CASTALDI , CATALFO , CIAMPOLILLO , CIOFFI , COTTI , GIROTTO , MANGILI , MORONESE , PEPE , PUGLIA , SANTANGELO , SERRA , BOTTICI - Ai Ministri della difesa e dell'interno. -
Premesso che:
il 14 maggio 2013, nel corso di una conferenza
stampa, i legali dei sottufficiali dell'Arma Salvatore Fiducia e Saverio Masi
denunciavano agli organi d'informazione gli ostacoli e le omissioni frapposte
fra il 2001 ed il 2004 prima alla caccia al capomafia Bernardo Provenzano e poi,
circa due anni fa, in relazione ad «un'indicazione affidabile» che faceva
ritenere che si trovasse in Sicilia quello che viene considerato l'attuale
reggente di Cosa nostra Matteo Messina Denaro; queste circostanze sono state
oggetto di denuncia alla Guardia di finanza di Palermo da parte del luogotenente
Salvatore Fiducia, in seguito ad un esposto del maresciallo Saverio Masi;
i due militari dell'Arma hanno dichiarato che,
nell'eseguire le loro rispettive indagini in servizio al comando provinciale di
Palermo, le relazioni di servizio con le quali riferivano ai loro superiori sono
state «ignorate e talvolta corrette, con sottrazioni di alcune parti»; inoltre
sia Masi che Fiducia riferiscono, per tramite dei loro legali, "di aver
individuato casolari dove avrebbero potuto rifugiarsi i latitanti e anziché
essere incoraggiati, sono stati stroncati";
relativamente alla vicenda è stato presentato un
atto di sindacato ispettivo presso la Camera dei deputati (4-00754) che in data
13 settembre 2013 ha ricevuto risposta;
nella suddetta risposta si riportava che: "In
relazione alla vicenda esposta dall'interrogante, faccio presente che nel corso
della conferenza stampa tenutasi il 14 maggio 2013, i legali dei Sottufficiali
menzionati nell'atto in titolo hanno riproposto il contenuto di alcune denunce
presentate - lo scorso mese di maggio - dai loro assistiti presso gli Uffici
della Polizia di Stato e della Guardia di finanza, in merito ad asserite
omissioni e a presunti comportamenti illeciti tenuti dai loro superiori, dal
2001 al 2010 (quando erano effettivi al reparto operativo di Palermo),
finalizzati ad ostacolare la cattura di Bernardo Provenzano e di Matteo Messina
Denaro";
inoltre veniva specificato che: "Il 4 giugno
2013, alcune agenzie di stampa hanno pubblicato le dichiarazioni dell'ufficiale
superiore che comandava in quel periodo il reparto operativo di Palermo, con le
quali ha smentito le versioni dei Sottufficiali, preannunciando iniziative
legali a tutela";
infine, il Ministro della difesa delegato a
rispondere, rendeva noto che: " l'Amministrazione non è in grado di fornire
utili elementi sullo stato delle relative indagini, in quanto non sono state
delegate attività investigative a reparti dell'Arma dei Carabinieri, tantomeno è
stato possibile, attesa l'attualità dei procedimenti penali, avviare autonomi
accertamenti sul piano amministrativo",
si chiede di sapere quali siano i motivi per cui
non sia stata avviata un'indagine interna, ferma restando l'autonoma valutazione
da parte dell'autorità giudiziaria, in merito ai rilevanti fatti citati ed alle
eventuali responsabilità personali dei soggetti coinvolti a qualunque titolo, e
per cui non si sia ritenuto possibile ancorché opportuno avviare accertamenti
sul piano amministrativo non essendo ravvisabili, a giudizio degli interroganti,
preclusioni formali ad un'indagine interna finalizzata a valutare il corretto
adempimento dei compiti e degli ordini di servizio.
Nessun commento:
Posta un commento