Atto Camera
Interrogazione a risposta immediata incommissione 5-02807
presentato daInterrogazione a risposta immediata incommissione 5-02807
BRAGANTINI Matteo
testo di
Mercoledì 14 maggio 2014, seduta n. 228
MATTEO BRAGANTINI, CAPARINI, BORGHESI eMOLTENI. —Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
la circolare del Ministero dell'interno del 3 marzo 2014, recante il «Progetto di rimodulazione dei presidi della Polizia di Stato» prevede la chiusura del 15,7 per cento per un totale di 266 presidi territoriali di polizia 11 commissariati di pubblica sicurezza, 4 nuclei artificieri, 74 di poliziaferroviaria, 72 di polizia postale, 27 di poliziastradale, 14 del settore frontiera, 50 della squadra nautica, 9 della squadra a cavallo e 5 della squadra sommozzatori. Entro l'estate, 101 province su 110 conteranno un presidio di sicurezza in meno;
il 4 marzo 2014, il vice capo della polizia di Stato, prefetto Alessandro Marangoni, ha illustrato le linee guida del progetto di razionalizzazione delle risorse e dei presidi dalla polizia di Stato sul territorio nazionale elaborato dal dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell'interno attraverso due direttrici fondamentali: una, a carattere interno alla polizia di Stato, diretta, sostanzialmente, ad una ottimizzazione dei presidi delle quattro specialità stradale, ferroviaria, postale e di frontiera, un'altra finalizzata ad una rivisitazione sul territorio della dislocazione dei commissariati di pubblica sicurezza, delle compagnie dei carabinieri e dei reparti speciali, a carattere sussidiario concentrati in alcune sedi;
la razionalizzazione dei presidi stride con la necessità di aumentare e potenziare il livello di sicurezza su tutto il territorio nazionale, soprattutto in quelle province caratterizzate da una forte presenza di criminalità organizzata e con i maggiori indici di crimini consumati. Il progetto, inoltre, non fa alcun riferimento a come sarà garantita la sicurezza dei cittadini laddove saranno soppressi i presidi di polizia;
già oggi, nonostante l'encomiabile impegno delle forze dell'ordine è evidente una cronica carenza di uomini, mezzi (e non un surplus come erroneamente evidenziato dal rapporto del Ministero dell'interno) che comporta l'aumento di atti vandalici a negozi, automobili e persone proprio nella zona in cui operano i comandi oggetto della rimodulazione, da cui scaturisce, piuttosto, l'esigenza del mantenimento dei massimi livelli di sicurezza del territorio;
gli investimenti per la sicurezza negli ultimi cinque anni sono stati ridotti di oltre 4 miliardi di euro e gli operatori della polizia di Stato sono passati dai 103 mila del 2003 ai 94 mila del 2013, con i contratti fermi al 2009, gli stipendi più bassi d'Europa e un tetto retributivo che per tutto il 2014 impedisce di guadagnare di più rispetto al 2010;
gli interroganti esprimono preoccupazione per il fatto che le razionalizzazioni e soppressioni in itinere coincidano con una fase espansiva delle attività della criminalità, che ormai si allargano in tutto il Paese, interessando anche aree che ne erano rimaste libere fino a qualche anno fa, forse anche per effetto della grave crisi economica;
va stigmatizzata in particolare, la circostanza che, secondo gli ultimi dati ufficiali elaborati dallo stesso Ministero dell'interno e riferiti al 2012, i crimini denunciati complessivamente risultavano aumentati dell'1,3 per cento ed ormai pari a circa 2,8 milioni, ossia 36 mila in più rispetto al 2011, mentre l'analisi per tipologia di reato evidenziava come il peggioramento più pesante si stesse registrando sul versante dei cosiddetti reati predatori, spesso perpetrati con modalità particolarmente violente, senza che il Governo abbia ritenuto di adottare alcuna misura specifica di contrasto;
oltre la metà delle denunce ha riguardato la sottrazione di beni, ossia i furti: oltre 1,5 milioni, in aumento del 4 per cento rispetto al 2011, in particolare quelli in casa, sia come numero (se ne sono registrati quasi 273 mila) che come incremento (sono stati circa il 16 per cento in più); seguono i borseggi, che si avvicinano a 150 mila, con un aumento dell'11 per cento, le frodi (114 mila, con un aumento dell'8 per cento, le rapine (42 mila, con un incremento del 5 per cento) e gli scippi (20 mila, con una lievitazione del 14 per cento);
con riguardo all'anno 2013, in assenza di dati ufficiali ed omogenei definitivi, risultano già acquisiti elementi significativi che confermano un trend negativo in continua accentuazione: si è infatti registrato un ulteriore incremento dei furti in abitazione e risulta apprezzabile anche l'impennata di piccoli furti nei negozi, nei supermercati e nei bar denunciata dalla Confesercenti di Padova;
nella sola Lombardia paiono assolutamente ingiustificate le chiusure di ben 19 presidi di cui 1 commissariato di pubblica sicurezza, 4 di poliziastradale, 4 di polizia ferroviaria, 1 del settore frontiera aerea, 2 della squadra nautica e ben 7 sezioni di polizia postale allorquando la stragrande maggioranza dei reati corrono quasi esclusivamente sulla rete;
la provincia di Brescia è la più penalizzata in Lombardia con la chiusura di ben tre presidi dipolizia: la polizia stradale di Iseo (istituita nel dicembre 1960) e Salò (istituita nel gennaio 1961) e il declassamento del settore polizia di frontiera presso l'aeroporto di Montichiari (Bs). I presidi dipolizia di Iseo e Salò sono un punto di riferimento importante per i cittadini, per le aziende e per le scuole, oltre che per i numerosi turisti che affollano nella stagione estiva i laghi, senza dimenticare l'affluenza veicolare che interessa il Sebino bresciano anche nei periodi invernali, a causa di una notevole mole di traffico connesso alle località turistiche sciistiche;
in Veneto è prevista la chiusura del Commissariato di Porto Tolle che presidia un'area del tutto peculiare che fa capo al secondo Comune d'Italia per estensione. Inoltre la chiusura di tutte le sezioni di polizia postale allocate nei capoluoghi di provincia del Veneto priveranno i cittadini di un autorevole punto di riferimento circa i reati informatici. Programmate anche la soppressione di tutte le squadre nautiche impegnate nei litorali veneti, il taglio di presidi di polizia stradale che toglieranno un adeguato controllo viario ed un pronto intervento infortunistico a vaste ed importanti aree del territorio e di una copiosa riduzione delle sottosezioni e di Posti di PoliziaFerroviaria. Tali tagli potrebbero provocare gravi discrasie in territori del Veneto particolarmente importanti dal punto di vista del contesto sociale e dello sviluppo economico;
operativa da circa 30 anni, la polizia postale è ormai un indispensabile apporto contro il crimine informatico che registra un crescente aumento di reati quali transazioni finanziarie illecite, gioco d'azzardo illegale, hacking, e-commerce, phishing, stalking, cyber-bullismo e pedopornografia;
la polizia postale è quella sottoposta a maggior rischio rimodulazione in quanto il dipartimento vorrebbe mantenere gli uffici di specialità soltanto nei capoluoghi di regione, sedi delle corti d'appello;
la chiusura di tutte le sedi distaccate dellapolizia postale, quella sezione formata da uomini e donne che contrastano ogni giorno, anche, la pedofilia in internet agenti ultra specializzati nel compito di immergersi quotidianamente in un orrore di difficile comprensione, per la portata ed il dolore che reca in sé. Se si pensa alle immagini sempre più diffuse di neonati, abusati o torturati, o come una recentissima inchiesta ha mostrato, di bimbi uccisi e filmati, i cui video sono stati barattati a caro prezzo, si capisce quanto impegno e quanta forza queste persone debbano avere. Impegno e forza che stanno per essere vanificati, con il loro reinserimento in altri uffici dove questa professionalità andrà purtroppo sprecata;
in questi anni la polizia postale ha arrestato, spesso addirittura in flagranza di reato, quasi seimila predatori di bambini. Ha sequestrato e bloccato la diffusione di milioni di immagini e video a carattere pedofilo. Un sito pedopornografico può far guadagnare anche 90 mila euro al giorno, garantendo alla criminalità organizzata risorse sulla pelle dei bambini;
sono numerosi gli appelli di tutte le sigle sindacali afferenti alle forze di polizia di Stato relativamente all'inadeguatezza e all'inopportunità di tale tipo di programmazione che inciderebbe negativamente sulla sicurezza e sull'ordine pubblico, sulla garanzia di sicurezza e, più in generale, di legalità –:
quali siano i motivi economici e finanziari che hanno spinto al progetto di rimodulazione dei presidi che, a giudizio degli interroganti, colpisce l'attività prettamente operativa di protezione del territorio, d'indagine, di prevenzione e repressione dei crimini e se invece, non sia necessario potenziare il comparto sicurezza in termini di nuove risorse sia strumentali che di personale, anche in vista dell'Expo 2015 e, quindi, rivedere il progetto di razionalizzazione che impone un drastico taglio ai presidi e alle sezioni della polizia di Stato in un momento in cui al contrario andrebbe rafforzata l'attività di controllo e prevenzione per fronteggiare l'emergenza immigrazione e il crescente tasso di criminalità. (5-02807)
la circolare del Ministero dell'interno del 3 marzo 2014, recante il «Progetto di rimodulazione dei presidi della Polizia di Stato» prevede la chiusura del 15,7 per cento per un totale di 266 presidi territoriali di polizia 11 commissariati di pubblica sicurezza, 4 nuclei artificieri, 74 di poliziaferroviaria, 72 di polizia postale, 27 di poliziastradale, 14 del settore frontiera, 50 della squadra nautica, 9 della squadra a cavallo e 5 della squadra sommozzatori. Entro l'estate, 101 province su 110 conteranno un presidio di sicurezza in meno;
il 4 marzo 2014, il vice capo della polizia di Stato, prefetto Alessandro Marangoni, ha illustrato le linee guida del progetto di razionalizzazione delle risorse e dei presidi dalla polizia di Stato sul territorio nazionale elaborato dal dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell'interno attraverso due direttrici fondamentali: una, a carattere interno alla polizia di Stato, diretta, sostanzialmente, ad una ottimizzazione dei presidi delle quattro specialità stradale, ferroviaria, postale e di frontiera, un'altra finalizzata ad una rivisitazione sul territorio della dislocazione dei commissariati di pubblica sicurezza, delle compagnie dei carabinieri e dei reparti speciali, a carattere sussidiario concentrati in alcune sedi;
la razionalizzazione dei presidi stride con la necessità di aumentare e potenziare il livello di sicurezza su tutto il territorio nazionale, soprattutto in quelle province caratterizzate da una forte presenza di criminalità organizzata e con i maggiori indici di crimini consumati. Il progetto, inoltre, non fa alcun riferimento a come sarà garantita la sicurezza dei cittadini laddove saranno soppressi i presidi di polizia;
già oggi, nonostante l'encomiabile impegno delle forze dell'ordine è evidente una cronica carenza di uomini, mezzi (e non un surplus come erroneamente evidenziato dal rapporto del Ministero dell'interno) che comporta l'aumento di atti vandalici a negozi, automobili e persone proprio nella zona in cui operano i comandi oggetto della rimodulazione, da cui scaturisce, piuttosto, l'esigenza del mantenimento dei massimi livelli di sicurezza del territorio;
gli investimenti per la sicurezza negli ultimi cinque anni sono stati ridotti di oltre 4 miliardi di euro e gli operatori della polizia di Stato sono passati dai 103 mila del 2003 ai 94 mila del 2013, con i contratti fermi al 2009, gli stipendi più bassi d'Europa e un tetto retributivo che per tutto il 2014 impedisce di guadagnare di più rispetto al 2010;
gli interroganti esprimono preoccupazione per il fatto che le razionalizzazioni e soppressioni in itinere coincidano con una fase espansiva delle attività della criminalità, che ormai si allargano in tutto il Paese, interessando anche aree che ne erano rimaste libere fino a qualche anno fa, forse anche per effetto della grave crisi economica;
va stigmatizzata in particolare, la circostanza che, secondo gli ultimi dati ufficiali elaborati dallo stesso Ministero dell'interno e riferiti al 2012, i crimini denunciati complessivamente risultavano aumentati dell'1,3 per cento ed ormai pari a circa 2,8 milioni, ossia 36 mila in più rispetto al 2011, mentre l'analisi per tipologia di reato evidenziava come il peggioramento più pesante si stesse registrando sul versante dei cosiddetti reati predatori, spesso perpetrati con modalità particolarmente violente, senza che il Governo abbia ritenuto di adottare alcuna misura specifica di contrasto;
oltre la metà delle denunce ha riguardato la sottrazione di beni, ossia i furti: oltre 1,5 milioni, in aumento del 4 per cento rispetto al 2011, in particolare quelli in casa, sia come numero (se ne sono registrati quasi 273 mila) che come incremento (sono stati circa il 16 per cento in più); seguono i borseggi, che si avvicinano a 150 mila, con un aumento dell'11 per cento, le frodi (114 mila, con un aumento dell'8 per cento, le rapine (42 mila, con un incremento del 5 per cento) e gli scippi (20 mila, con una lievitazione del 14 per cento);
con riguardo all'anno 2013, in assenza di dati ufficiali ed omogenei definitivi, risultano già acquisiti elementi significativi che confermano un trend negativo in continua accentuazione: si è infatti registrato un ulteriore incremento dei furti in abitazione e risulta apprezzabile anche l'impennata di piccoli furti nei negozi, nei supermercati e nei bar denunciata dalla Confesercenti di Padova;
nella sola Lombardia paiono assolutamente ingiustificate le chiusure di ben 19 presidi di cui 1 commissariato di pubblica sicurezza, 4 di poliziastradale, 4 di polizia ferroviaria, 1 del settore frontiera aerea, 2 della squadra nautica e ben 7 sezioni di polizia postale allorquando la stragrande maggioranza dei reati corrono quasi esclusivamente sulla rete;
la provincia di Brescia è la più penalizzata in Lombardia con la chiusura di ben tre presidi dipolizia: la polizia stradale di Iseo (istituita nel dicembre 1960) e Salò (istituita nel gennaio 1961) e il declassamento del settore polizia di frontiera presso l'aeroporto di Montichiari (Bs). I presidi dipolizia di Iseo e Salò sono un punto di riferimento importante per i cittadini, per le aziende e per le scuole, oltre che per i numerosi turisti che affollano nella stagione estiva i laghi, senza dimenticare l'affluenza veicolare che interessa il Sebino bresciano anche nei periodi invernali, a causa di una notevole mole di traffico connesso alle località turistiche sciistiche;
in Veneto è prevista la chiusura del Commissariato di Porto Tolle che presidia un'area del tutto peculiare che fa capo al secondo Comune d'Italia per estensione. Inoltre la chiusura di tutte le sezioni di polizia postale allocate nei capoluoghi di provincia del Veneto priveranno i cittadini di un autorevole punto di riferimento circa i reati informatici. Programmate anche la soppressione di tutte le squadre nautiche impegnate nei litorali veneti, il taglio di presidi di polizia stradale che toglieranno un adeguato controllo viario ed un pronto intervento infortunistico a vaste ed importanti aree del territorio e di una copiosa riduzione delle sottosezioni e di Posti di PoliziaFerroviaria. Tali tagli potrebbero provocare gravi discrasie in territori del Veneto particolarmente importanti dal punto di vista del contesto sociale e dello sviluppo economico;
operativa da circa 30 anni, la polizia postale è ormai un indispensabile apporto contro il crimine informatico che registra un crescente aumento di reati quali transazioni finanziarie illecite, gioco d'azzardo illegale, hacking, e-commerce, phishing, stalking, cyber-bullismo e pedopornografia;
la polizia postale è quella sottoposta a maggior rischio rimodulazione in quanto il dipartimento vorrebbe mantenere gli uffici di specialità soltanto nei capoluoghi di regione, sedi delle corti d'appello;
la chiusura di tutte le sedi distaccate dellapolizia postale, quella sezione formata da uomini e donne che contrastano ogni giorno, anche, la pedofilia in internet agenti ultra specializzati nel compito di immergersi quotidianamente in un orrore di difficile comprensione, per la portata ed il dolore che reca in sé. Se si pensa alle immagini sempre più diffuse di neonati, abusati o torturati, o come una recentissima inchiesta ha mostrato, di bimbi uccisi e filmati, i cui video sono stati barattati a caro prezzo, si capisce quanto impegno e quanta forza queste persone debbano avere. Impegno e forza che stanno per essere vanificati, con il loro reinserimento in altri uffici dove questa professionalità andrà purtroppo sprecata;
in questi anni la polizia postale ha arrestato, spesso addirittura in flagranza di reato, quasi seimila predatori di bambini. Ha sequestrato e bloccato la diffusione di milioni di immagini e video a carattere pedofilo. Un sito pedopornografico può far guadagnare anche 90 mila euro al giorno, garantendo alla criminalità organizzata risorse sulla pelle dei bambini;
sono numerosi gli appelli di tutte le sigle sindacali afferenti alle forze di polizia di Stato relativamente all'inadeguatezza e all'inopportunità di tale tipo di programmazione che inciderebbe negativamente sulla sicurezza e sull'ordine pubblico, sulla garanzia di sicurezza e, più in generale, di legalità –:
quali siano i motivi economici e finanziari che hanno spinto al progetto di rimodulazione dei presidi che, a giudizio degli interroganti, colpisce l'attività prettamente operativa di protezione del territorio, d'indagine, di prevenzione e repressione dei crimini e se invece, non sia necessario potenziare il comparto sicurezza in termini di nuove risorse sia strumentali che di personale, anche in vista dell'Expo 2015 e, quindi, rivedere il progetto di razionalizzazione che impone un drastico taglio ai presidi e alle sezioni della polizia di Stato in un momento in cui al contrario andrebbe rafforzata l'attività di controllo e prevenzione per fronteggiare l'emergenza immigrazione e il crescente tasso di criminalità. (5-02807)
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