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venerdì 6 marzo 2015

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-08266 presentato da TOFALO Angelo testo di Mercoledì 4 marzo 2015, seduta n. 385   TOFALO, COZZOLINO, SIBILIA e DE LORENZIS. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:    la società Difesa e Servizi è stata istituita per valorizzare il patrimonio del Ministero della difesa, fra i quali lo sfruttamento dei loghi di reparti militari, con la vendita dei diritti di immagine per l'utilizzo ai fini commerciali; ..



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08266
presentato da
TOFALO Angelo
testo di
Mercoledì 4 marzo 2015, seduta n. 385

TOFALO, COZZOLINO, SIBILIA e DE LORENZIS. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
   la società Difesa e Servizi è stata istituita per valorizzare il patrimonio del Ministero della difesa, fra i quali lo sfruttamento dei loghi di reparti militari, con la vendita dei diritti di immagine per l'utilizzo ai fini commerciali;
   con una circolare i vari enti (Marina, Esercito, Carabinieri e Aeronautica) invitano i reparti distaccati ad acquistare merce dalle aziende licenziatarie dei marchi, il caso in specie è l'esercito italiano, il quale ha fornito ai reparti vari anche il catalogo stampato da ditta privata, facendo così divenire implicitamente lo Stato veicolo promozionale per una azienda privata;
   con questo sistema lo Stato con una mano vende i diritti di immagine, con l'altra acquista dagli acquirenti, i propri diritti di immagine;
   si evidenzia il grosso danno creato a tutta quelle aziende che comunque hanno sempre unito prezzo e qualità, ora sono state tagliate fuori per non aver acquistato i diritti dei marchi, poiché ritenevano inutile l'investimento considerato che il loro cliente è sempre e solo lo Stato;
   qualsiasi azienda che realizza articolo di qualità, ma non di prezzo idoneo, è costretta ad acquistare i diritti e abbassare la qualità, in quanto l'organo di controllo sulle spese degli enti, prende in considerazione solo il prezzo più basso della categoria di prodotti, mettendo allo stesso livello prodotti di buona qualità con quelli dozzinali;
   anche la giurisprudenza sottolinea che è legittimo il decreto del Ministro delle infrastrutture del 6 dicembre 2006, con il quale, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 26, comma 4, della legge 11 febbraio 1994, n. 109 (disposizione ora sostanzialmente replicata dall'articolo 133 comma 3 del decreto legislativo n. 165 del 2006), ma è stato rilevato, sulla base dei dati forniti dal Ministero dell'economia e delle finanze, uno scostamento tra inflazione programmata ed inflazione reale non superiore al 2 per cento con riferimento a ciascuno degli anni compresi tra il 1993 e il 2005;
   se in linea di principio può affermarsi che nell'istituto dell'appalto a prezzo chiuso si compendiano anche intuibile esigenze di contenimento dei costi delle amministrazioni appaltanti e di stabilizzazione della spese pubblica, la finalità, principale avuta di mira dal legislatore, attraverso l'ancoraggio del prezzo contrattuale alla indicata soglia di inflazione, è stata invece quella di prevedere un meccanismo di normale rivalutazione dei prezzo contrattuale, al fine di mantenere pressoché inalterato nel tempo il potere d'acquisto della moneta nello stesso espressa;
   se non si è sottolineata la necessità di un meccanismo rivalutativo del prezzo che renda la corrispondente obbligazione pecuniaria gravante sulla stazione appaltante, quantomeno entro certi limiti, suscettiva di essere attualizzata, sia pur nell'ambito di un rigido e forfettizzato criterio affidato ai rilevamenti annui dell'inflazione da parte del competente Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e se, dunque, la finalità del meccanismo di adeguamento di prezzo è dunque quella di consentire, entro certi limiti, di conservare nel tempo il valore del compenso da percepire da parte dell'appaltatore, per il caso che, a fronte di un significativo aumento dell'inflazione reale (e di una conseguente diminuzione dei potere di acquisto della moneta), il prezzo contrattuale sia divenuto meno remunerativo di quanto non lo fosse in origine, ne viene che, già, in base a tale corretta ricostruzione dell'istituto, non appare censurabile la determinazione della amministrazione di calcolare lo scostamento tra i due indici inflattivi sulla base dell'indice FOI;
   se si intuisse da risposta alla medesima interrogazione una linea politica al risparmio, senza tener in alcun conto il valore aggiunto del bene, osservo che la stessa ratio venisse utilizzata anche per le auto dei dipendenti dello Stato, al netto del fatto che sono auto e servono solo per spostamenti, invece di acquistare una superberlina, potrebbero accontentarsi di una utilitaria –:
   se non intenda assumere iniziative affinché possa individuarsi una forma di rivalutazione per i corrispettivi dovuti per le prestazioni di cui alla premessa.
(4-08266)

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