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domenica 15 marzo 2015

Atto Camera Mozione 1-00759 presentato da DI LELLO Marco testo di Giovedì 12 marzo 2015, seduta n. 390   La Camera,    premesso che:     in Italia, secondo quanto emerge da una ricerca fatta da Sistema gioco Italia del dicembre 2014, sono 790.000 i cittadini dipendenti dal gioco d'azzardo, mentre 1 milione e 750 mila sono i giocatori a rischio patologia; ...



Atto Camera

Mozione 1-00759
presentato da
DI LELLO Marco
testo di
Giovedì 12 marzo 2015, seduta n. 390
La Camera,
   premesso che:
    in Italia, secondo quanto emerge da una ricerca fatta da Sistema gioco Italia del dicembre 2014, sono 790.000 i cittadini dipendenti dal gioco d'azzardo, mentre 1 milione e 750 mila sono i giocatori a rischio patologia;
    una recente ricerca del Codacons fornisce dati ancora più allarmanti. Il 50 per cento dei disoccupati italiani presenta forme più o meno gravi di ludopatia, con il 17 per cento dei pensionati colpiti, il 25 per cento delle casalinghe e il 17 per cento dei giovanissimi. I ragazzi tra i 15 e i 18 anni aumentano con una media del 13 per cento all'anno. Sono 400.000 i bambini tra i 7 e i 9 anni che risultano contagiati dalla dipendenza per il gioco;
    nell'anno 2013 solo con le slot machine e le videolotterie gli italiani hanno speso 47,5 miliardi di euro (il 56 per cento di quanto speso complessivamente nel gioco). Le vincite incassate sono state pari a 38,5 miliardi di euro e allo Stato sono finiti 4,3 miliardi di euro. Nel 2014 la raccolta complessiva parla di 45,6 miliardi di euro, con un gettito per l'erario pari a 4,1 miliardi di euro;
    in Italia ci sono circa 400.000 slot machine, in media 1 ogni 150 abitanti;
    il «decreto Balduzzi» n. 158 del 2012 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 189 del 2012) ha creato l'osservatorio sulle ludopatie, riconoscendo la ludopatia come una patologia che caratterizza i soggetti affetti da sindrome da gioco con vincita in denaro;
    i costi sociali legati al gioco sfiorano 7 miliardi di euro in quanto ogni giocatore patologico costa allo Stato 38 mila euro annui;
    le nuove modalità con cui è possibile giocare d'azzardo hanno in comune alcune caratteristiche quali la velocità della giocata, la facile accessibilità dei giochi (ormai quasi tutti gli esercizi commerciali sono dotati di slot), la «normalizzazione» del gioco d'azzardo, la legalizzazione – visto che il primo promotore è lo Stato – che inculcano nel giocatore la sensazione di avere quasi il dovere di provarci che, rafforzata dal contesto, elude o minimizza la presa di coscienza del pericolo di una dipendenza che man mano si consolida;
    un'indagine della Guardia di Finanza nel maggio 2014 ha riscontrato gravissime irregolarità, tra cui la presenza dei minori e giochi clandestini, in quasi tutte le sale scommesse. Su 2.266 esercizi ispezionati in tutta Italia, il 31 per cento è risultato fuori norma. Un centro su tre;
    l'articolo 1, comma 33, della legge di stabilità per il 2015, approvata nel dicembre 2014, destina una quota pari a 50 milioni di euro all'anno alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione dei malati di ludopatia, di cui 1 milione di euro all'anno per la sperimentazione di modalità di controllo tramite specifici software che consentano al giocatore stesso di ricevere messaggi di allerta in base al monitoraggio del proprio comportamento nei confronti del gioco,
impegna il Governo:

   ad assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a promuovere misure restrittive, sia di ordine normativo che amministrativo, finalizzate al contrasto della diffusione del gioco d'azzardo;
   a monitorare le attività che ruotano intorno al gioco d'azzardo al fine di eliminare quelle illecite che affiancano il gioco legale;
   ad assumere tutte le iniziative opportune perché siano destinate risorse adeguate al fine di riabilitare i giocatori dipendenti e prevenire l'ulteriore aumento dei malati;
   a prevedere nelle scuole primarie e secondarie dei percorsi specifici volti ad informare ed educare i giovanissimi ai rischi connessi ai vari tipi di giochi.
(1-00759) «Di Lello, Catalano, Di Gioia, Fava, Locatelli, Pastorelli, Borghese, Labriola, Melilla, Merlo».

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