SALUTE: STUDIO BAMBINO GESU', +30% RISCHIO CIRROSI CON FEGATO GRASSO
La presenza di infiammazione fattore discriminante per
identificare i bambini sensibili
Roma, 9 dic. (AdnKronos Salute) - I bambini che presentano fegato
grasso associato a epatite corrono un rischio di cirrosi epatica e di
sindrome metabolica del 30% superiore alla media. Lo rivela uno studio
dell' ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma pubblicato su
' Hepatology'.
La ricerca ha coinvolto 430 bambini ed è stata condotta in
collaborazione, tra gli altri, con l' Università di Cambridge. Si
tratta della più ampia coorte al mondo di pazienti pediatrici con
fegato grasso o steatosi epatica non alcolica (Nafld) accertata da
biopsia. I dati emersi dimostrano come la presenza di infiammazione
sia il fattore chiave per identificare i bambini a rischio di
dislipidemia, obesità, sindrome metabolica e fibrosi epatica. (segue)
(Com-Frm/AdnKronos)
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(AdnKronos Salute) - L' obesità è uno dei principali problemi mondiali
sia nei bambini che negli adolescenti. L' aumento del numero dei
piccoli con sovrappeso e obesità nei Paesi industrializzati ha portato
al parallelo aumento di casi di fegato grasso o steatosi epatica non
alcolica (Nafld).
Negli ultimi vent' anni infatti la steatosi ha raggiunto proporzioni
epidemiche anche tra i più piccoli diventando la patologia cronica del
fegato di più frequente riscontro nel mondo occidentale. In Italia si
stima che ne sia affetto circa il 15% dei bambini, ma si arriva fino
all' 80% tra i bambini obesi. (segue)
(Com-Frm/AdnKronos)
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(AdnKronos Salute) - Le caratteristiche di questa diffusa patologia
vanno dall' accumulo di grasso in quantità superiore al 5% del fegato
(steatosi epatica semplice) a forme più severe (steatoepatite non
alcolica) che possono progredire sin dall' adolescenza verso la cirrosi
epatica. Così come gli adulti, anche i bambini affetti da steatosi
epatica non alcolica possono presentare danni metabolici
caratterizzati da aumento della circonferenza addominale,
ipertensione, insulino-resistenza, ipercolesterolemia, tutte
condizioni che aumentano il rischio di sviluppare diabete mellito di
tipo 2, sindrome metabolica o malattie cardiovascolari, che ne
riducono le aspettative di vita come mai successo dal dopoguerra a
oggi.
"Il dato innovativo che emerge dal nostro studio - spiega Valerio
Nobili, responsabile di malattie epato-metaboliche del Bambino Gesù -
è che la presenza di infiammazione nel tessuto epatico correla con un
peggiore quadro metabolico e fibrotico del fegato. Pertanto la precoce
identificazione dei bambini con questo quadro clinico, resa possibile
sia dalla biopsia epatica ma anche da marcatori sierici non invasivi
recentemente validati nei nostri laboratori, ci permetterà di iniziare
- conclude Nobili - quanto prima una terapia mirata ad ottenere
l' arresto della progressione del danno epatico e, se precocemente
iniziata, la guarigione completa del fegato".
(Com-Frm/AdnKronos)
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