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lunedì 8 aprile 2019

CASO CUCCHI: ILARIA, 'GIUDICI ORA ABBIANO CORAGGIO' =


LUNEDÌ 08 APRILE 2019 09.20.21

CASO CUCCHI: ILARIA, 'GIUDICI ORA ABBIANO CORAGGIO' =

Roma, 8 apr. (AdnKronos) - "L'abbraccio dell'Arma ci arriva oggi caldo e finalmente rassicurante". E' quanto scrive Ilaria Cucchi su Facebook, dopo la lettera alla famiglia di Stefano del generale Giovanni Nistri, comandante dell'Arma dei carabinieri, pubblicata oggi sul quotidiano 'La Repubblica'. "Il generale Nistri ci è vicino e non manca di farci sapere che il suo dolore è il nostro, che la nostra battaglia di verità è anche la sua. 'Destituire Tedesco sarebbe stato un errore'. L'Arma non rimarrà spettatrice nei confronti dei depistatori", si legge nel post di Ilaria Cucchi. "I Giudici ora abbiano coraggio e responsabilità - chiede la sorella di Stefano - ed acquisiscano quei documenti di verità imbarazzanti che fanno ora paura solo agli imputati di oggi. Ci sarà anche mia madre, nonostante la sofferenza per la grave malattia, ad ascoltare Tedesco che le racconterà come è stato ucciso suo figlio". (Cro/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 08-APR-19 09:19 NNNN 

LUNEDÌ 08 APRILE 2019 08.42.01

R. STAMPA / CUCCHI, LA SORELLA: FINALMENTE NON MI SENTO SOLA

R. STAMPA / CUCCHI, LA SORELLA: FINALMENTE NON MI SENTO SOLA (9Colonne) Roma, 8 apr - La lettera del generale Nistri "è stata per me un momento emotivamente molto forte. Perché è arrivata dopo anni in cui io e la mia famiglia ci siamo sentiti traditi", "è tornata a scaldarmi il cuore. A scacciare il senso di abbandono che ho vissuto in questi nove anni. Oggi finalmente posso dire che l'Arma è con me e non con il maresciallo Mandolini, imputato di falso e calunnia nel processo per l'omicidio di Stefano, o con il generale Casarsa, indagato per i falsi che dovevano nascondere la verità". Lo afferma Ilaria CUCCHI in una intervista a Repubblica. E parlando dell'impegno di Nistri a chiedere l'autorizzazione a costituire eventualmente l'Arma come parte civile nel processo per depistaggio sulla morte di Stefano CUCCHI, sottolinea: "So che nulla è ancora deciso. E che in ogni caso bisognerà attendere la richiesta di rinvio a giudizio per gli otto ufficiali indagati per il depistaggio. Ma ne ho parlato con il generale Riccardi, portavoce del Comandante che mi ha assicurato come l'ipotesi sia concreta. Sarebbe bellissimo. E soprattutto, vero. Perché, come scrive Nistri, mio fratello è morto ma ad essere lesa, insieme alla sua vita e a quella della mia famiglia, è stata anche l'Arma e i suoi centomila uomini cui la lettera fa riferimento". Quindi parla delle deposizione, oggi al processo CUCCHI
, del carabiniere Tedesco, testimone del pestaggio: "Sono nove anni che aspetto quello che accadrà questa mattina. E in aula ci sarà anche mia mamma. Non sta bene, ma nonostante la sua grande sofferenza ci sarà. Tedesco non deve temere. E voglio pensare che le parole di Nistri lo aiuteranno a farsi forza. La verità è liberatoria. Lo è stata per noi. Voglio pensare che lo sarà anche per lui e, di nuovo, per l'Anna. Detto questo, mi auguro una sola cosa. Che in questo passaggio cruciale del processo tutti dimostrino responsabilità. Ritengo che la mia famiglia, il nostro avvocato Fabio Anselmo, la Procura, il Comandante generale dell'Arma, l'abbiano fatto. Dunque, faccio appello a che gli avvocati difensori degli imputati e i nostri giudici facciano lo stesso. Perché, come è ormai chiaro a tutti, la giustizia per Stefano non è semplicemente un dovere verso una famiglia, ma la strada per ricucire una ferita profonda tra lo Stato, i suoi apparati e noi cittadini". (PO / red) 080843 APR 19    

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