(AGI) - Pechino, 17 giu. - Il giorno dopo le proteste contro la legge sull'estradizione che hanno visto scendere per le strade due milioni di persone a Hong Kong, nuove pressioni sulla leader, Carrie Lam, giungono da uno dei protagonisti delle manifestazioni pro-democratiche del 2014, Joshua Wong, scarcerato stamani. Appena tornato in liberta', Wong ha chiesto le dimissioni della capo esecutivo della Regione Amministrativa Speciale cinese. "Carrie Lam non e' piu' qualificata per essere la leader di Hong Kong. Deve assumersene la colpa e dimettersi", ha detto ai giornalisti che lo aspettavano fuori dal penitenziario di Lai Chi Kok, e si e' subito impegnato a sostenere le proteste di questi giorni contro la legge che permetterebbe l'estradizione di sospettati anche in Cina, con cui non e' in vigore un trattato in questo campo. La sua richiesta di dimissioni si aggiunge a quella di altri esponenti politici di Hong Kong, nelle ultime ore, dopo che Lam si e' ufficialmente scusata per il caos creato dagli emendamenti proposti alla legge sull'estradizione, tramite un comunicato ufficiale, senza convincere gli oppositori della norma. Nel frattempo sono state riaperte le strade del centro di Hong Kong, dove hanno sede l'Assemblea Legislativa (Parlamento) e gli edifici del governo, che rimarranno chiusi anche oggi, secondo quanto confermato dall'amministrazione locale. La polizia, scrive il South China Morning Post, ha avuto un approccio morbido sui manifestanti ancora riuniti nel centro dell'isola, invitandoli a lasciare libere le maggiori arterie dell'area, per la ripresa del traffico. "Non vi sto chiedendo di andarvene, ma per favore tornate sul marciapiede", ha detto un agente parlando con un megafono ai dimostranti che inizialmente hanno deciso di non lasciare l'area. Un portavoce delle forze dell'ordine, citato dal quotidiano di Hong Kong, non ha, pero', escluso un approccio piu' duro nelle prossime ore, anche se nella mattina di oggi i disagi sono apparsi limitati, con le linee della metropolitana funzionanti. Gran parte dei manifestanti ha lasciato il presidio di un'arteria vicino al Parlamento mentre piccoli gruppi si sono riuniti in un parco vicino per discutere su come mantenere la pressione su Lam e c'e' chi sostiene che "dovremo rimanere qui finche' la leadernon cambiera' idea". Dalla stampa cinese intanto e' arrivato un nuovo monito agli Stati Uniti, e alla Gran Bretagna. Il quotidiano China Daily ha definito "ipocrita" l'atteggiamento dei governi stranieri, "dal momento che le loro spacconate sono malignamente intenzionate e soffiano sui sentimenti anti-governativi". Il tabloid Global Times sottolinea il legame tra Hong Kong e la disputa sul commercio con gli Usa, avvertendo Washington di non usare le proteste come una "tendina di scambio". Le tensioni di Hong Kong sono, pero', gia' entrate nella disputa: il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha detto che il tema dei diritti umani potrebbe essere oggetto di discussione tra il presidente, Donald Trump, e il collega cinese, Xi Jinping, in un faccia a faccia (che la Cina non ha ancora confermato) al prossimo G20 di Osaka. (AGI)Ciy/Zec 09:16 17-06-19
Nessun commento:
Posta un commento