VENERDÌ 30 AGOSTO 2019 16.13.36
>>>ANSA/ Allarme Ocse, nel 2050 piu' pensionati che lavoratori
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>>>ANSA/ Allarme Ocse, nel 2050 piu' pensionati che lavoratori
Migliori condizioni di lavoro permetterebbero di invertire rotta
(ANSA) - ROMA, 30 AGO - Piu' pensionati che lavoratori entro
il 2050. Di fronte all'ormai quasi ineluttabile progressivo
invecchiamento delle popolazione, il destino del mercato del
lavoro italiano sembra ormai segnato. Ma una ricetta per
tutelare il tessuto sociale e i conti pubblici, oltre che i
rapporti intergenerazionali, potrebbe esserci. Non tanto, o non
solo, allungare l'eta' pensionabile, quanto puntare alla qualita'
del lavoro, alla flessibilita' e alla formazione continua, in
direzione del digitale, anche degli over-50. A tracciare il
quadro e a suggerire le possibili soluzioni e' l'Ocse nell'ultimo
rapporto Working Better with Age, presentato a Tokyo dal
direttore dell'Organizzazione per l'Occupazione, il lavoro e gli
affari sociali, Stefano Scarpetta.
Sulla base degli attuali schemi pensionistici, scrive
l'organizzazione, il numero di persone over-50 inattive o
pensionate che dovranno essere sostenute dai lavoratori potrebbe
aumentare di circa il 40%, arrivando nell'aera Ocse a 58 su 100.
In Italia, Grecia e Polonia, entro il 2050 il rischio e' pero' di
un rapporto uno a uno o addirittura di piu' over-50 fuori dal
mondo del lavoro che lavoratori. L'obiettivo deve essere dunque
quello di "promuovere l'invecchiamento attivo".
Gli sforzi di molti Paesi per innalzare l'eta' della pensione
non hanno portato a risultati concreti. L'eta' effettiva di
uscita dal mercato del lavoro e' infatti oggi ancora piu' bassa
rispetto a 30 anni fa, non solo per gli scarsi incentivi a
continuare a lavorare in eta' avanzata ma anche per la riluttanza
dei datori di lavoro ad assumere e trattenere lavoratori piu'
anziani. L'Ocse invita quindi a ribaltare la logica: maggiore
flessibilita' nell'orario e migliori condizioni di lavoro in
generale potrebbero infatti promuovere una maggiore
partecipazione a tutte le eta'. Un lungo orario di lavoro, spiega
ad esempio l'organizzazione, puo' dissuadere alcune persone
anziane dal lavorare piu' a lungo e impedire ad alcune donne,
dedite anche ai figli, di perseguire carriere lavorative piu'
lunghe. Una migliore qualita' della vita permetterebbe invece
anche con un lavoro piu' continuo e prolungato negli anni.
La flessibilita' e' la chiave di volta anche secondo il
segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, mentre il
Forum delle associazioni familiari chiede che il nuovo governo
(se ci sara') intervenga contro la denatalita' con un assegno per
ogni figlio. (ANSA).
OM
30-AGO-19 16:13 NNNN
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