GIOVEDÌ 12 SETTEMBRE 2019 12.42.12
Salute: scoperte nuove possibili cause sindrome ovaio policistico =
(AGI) - Roma, 12 set. - L'espressione anomala delle proteine
della neurochinina B e kisspeptina, cosi' come dei loro
recettori, potrebbe essere associato alla sindrome dell'ovaio
policistico (Sop). Queste, in estrema sintesi, le conclusioni
di uno studio condotto dal Centro Ivi Siviglia, insieme
all'Instituto de Investigaciones Quimicas, e pubblicato sul
Journal of Assisted Reproduction & Genetics. La presenza e la
funzione delle proteine studiate a livello dell'ipotalamo e'
stata ampiamente descritta, trattandosi di regolatori
essenziali dell'asse ormonale riproduttivo. La novita' di
questo studio consiste principalmente nel fare luce sul loro
ruolo a livello molecolare nell'ovaio, ossia su come vengono
fabbricati o sintetizzati e qual e' la loro funzione li', oltre
alla loro possibile implicazione nel Sop. In questo studio sono
state coinvolte, da una parte, 43 pazienti con trattamenti di
riproduzione assistita e affette da SOP e, dall'altra, 46
donatrici di ovuli. Le donne di entrambi i gruppi sono state
sottoposte ad un trattamento di stimolazione ovarica
controllata per indurre lo sviluppo e la maturazione di
follicoli ovarici multipli - le strutture in cui maturano gli
ovuli. L'ipotesi dell'equipe di ricerca era che, se
l'espressione della neurochinina B, la kisspeptina e/o i loro
recettori risultava alterata nelle pazienti affette da SOP
rispetto alle donatrici fertili, questo poteva rappresentare un
fattore genetico coinvolto nell'insorgenza della malattia. "Per
questo - spiega Victor Blasco, principale ricercatore dello
studio ed embriologo di Ivi Siviglia - abbiamo analizzato i
livelli di espressione di questi geni nel liquido follicolare
ed effettivamente abbiamo riscontrato che erano alterati nelle
pazienti affette da SOP rispetto alle donatrici. Questi livelli
anomali potrebbero contribuire allo sviluppo follicolare
anomalo e ai problemi di ovulazione osservati in queste
pazienti". Aggiunge Daniela Galliano, direttrice del Centro Ivi
di Roma : "Tale scoperta potrebbe aprire la porta allo sviluppo
di farmaci che consentano di correggere la sintomatologia della
malattia. Nelle fasi successive del lavoro sara' studiato se
l'espressione di questi geni sia presente anche nei casi di
avanzata eta' materna, endometriosi e bassa risposta ovarica".
(AGI)
Red/Pgi
121241 SET 19
NNNN
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