MARTEDÌ 08 OTTOBRE 2019 11.25.50
Brexit: studio, con no-deal crescita zero e debito piu' alto in 50 anni =
(AGI) - Londra, 8 ott. - Oltre ad azzerare la crescita
economica per i prossimi due anni, una Brexit no-deal causera'
un'impennata del debito pubblico britannico - che ammontera' al
90% del Pil - riportandolo al livello piu' alto degli ultimi 50
anni. Lo rivela uno studio dell'Istituto di studi fiscali
(Ifs), sottolineando che anche un no-deal "relativamente
benigno" avra' le stesse ripercussioni sulle finanze del Paese.
Il prezzo da pagare nei prossimi 2 anni per l'uscita
dall'Unione europea senza accordo - mentre si avvicina la
scadenza del 31 ottobre, che il premier Boris Johnson intende
rispettare ad ogni costo - viene stimato dall'Ifs in un aumento
del debito di 100 miliardi di sterline, come conseguenza
diretta dei tagli previsti alle tasse, delle spese a sostegno
dell'economia e dell'indebitamento.
"Oggi il governo e' alla deriva senza alcuna ancora
fiscale. Tenuto conto del livello eccezionalmente alto di
incertezza e dei rischi per l'economia e le finanze pubbliche,
nel prossimo bilancio l'esecutivo non dovrebbe introdurre
agevolazioni fiscali generalizzate ma optare per provvedimenti
mirati e prudenti a favore di quei settori in grado di
sostenere effettivamente l'economia" ha suggerito Paul Johnson,
direttore dell'Ifs. Nel preparare il primo bilancio, il
Cancelliere dello Scacchiere, Sajid Javid, ha assicurato che
ogni decisione verra' presa "in una prospettiva di
sostenibilita' a lungo termine delle finanze pubbliche", per
continuare a rispondere alle priorita' dei cittadini nei
settori della sanita', dell'istruzione e della sicurezza,
"voltando pagina sull'austerita'".
Ad ogni modo, in questo nuovo scenario, prevede l'Ifs, "il
governo e' destinato ad infrangere le proprie regole di spesa".
Attualmente l'indebitamento annuo non puo' superare il 2% del
reddito nazionale ma, in base alle proiezioni, balzera' al 2,3%
del Pil, aumentando di almeno 50 miliardi l'anno prossimo.
Guardando agli ultimi anni, i danni all'economia britannica ci
sono gia' stati. "Dal referendum sull'uscita dall'Ue nel 2016,
l'economia ha perso circa 60 miliardi di sterline. Gli
investimenti si sono ridotti di piu' del 20% rispetto alle
previsioni, con ripercussioni sulla produttivita' e la crescita
dei salari" ha riferito Christian Schulz, capo economista alla
Citibank, che ha collaborato al rapporto dell'Ifs. Se un
ulteriore ritardo nella Brexit causerebbe maggiore incertezza -
bloccando investimenti e crescita a circa 1% annuo - una Brexit
con accordo consentirebbe di raggiungere l'1,5%. "Anche con
stimoli sostanziali, un no-deal potrebbe significare crescita
zero per i due prossimi anni. Invece rimanere nell'Ue sarebbe
lo scenario migliore a breve termine", ha evidenziato Schulz.
Numeri alla mano quindi, ad oggi, secondo il think tank, il
costo che dovrebbero sopportare i contribuenti si avvicina di
piu' al manifesto stilato nel 2017 dai Laburisti rispetto ai
piani elaborati dai Conservatori. (AGI)
Vqv/Zec
081125 OTT 19
NNNN
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