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Cancro prostata, nuovo metodo diagnostico potrebbe sostituire test Psa
Cancro prostata, nuovo metodo diagnostico potrebbe sostituire test Psa Ricerca tutta italiana coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità
Roma, 8 ott. (askanews) - Un nuovo Test ideato nei laboratori
dell'Istituto Superiore di Sanità, potrebbe essere in grado di
diagnosticare il tumore alla prostata senza ricorrere alla
biopsia. Il metodo, i cui risultati sono stati pubblicati su
Cancers è stato messo a punto grazie a uno studio clinico
prospettico frutto di una collaborazione con l'Unità di
Neuroimmunologia dell'IRCCS Fondazione Santa Lucia e con il
Dipartimento di Scienze Urologiche del Policlinico Umberto I di
Roma.
Il nuovo test è stato applicato su 240 campioni, dimostrandone
la precisione diagnostica pari al 100% di specificità (nessun
falso positivo) e al 96% di sensibilità.
In base a questi risultati su 100 pazienti, 96 potrebbero non
avere bisogno di ulteriori approfondimenti diagnostici e con
l'allargamento della base dei dati si potrà arrivare, in tempi
relativamente brevi, a una procedura decisionale ottimale che
renderà necessarie ulteriori analisi invasive a numero minimo di
pazienti. Ciò renderà possibile cambiare in modo significativo la
gestione clinica del paziente colpito da cancro alla prostata
consentendo anche di intervenire con una prevenzione secondaria
molto più efficace basata sia su terapia chirurgica che medica.
Cro-Mpd 20191008T153216Z
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Cancro prostata, nuovo metodo diagnostico potrebbe sostituire... -2-
Cancro prostata, nuovo metodo diagnostico potrebbe sostituire... -2-
Roma, 8 ott. (askanews) - "Fino ad oggi il dosaggio della PSA
sierica - cioè il dosaggio dell'antigene prostatico specifico
non era in grado di operare efficacemente la discriminazione tra
le patologie maligne e quelle benigne che spesso coesistono nello
stesso paziente - afferma Stefano Fais del Dipartimento Oncologia
e Medicina Molecolare dell'Istituto Superiore di Sanità - grazie
a questo nuovo test, invece, attraverso un semplice prelievo
ematico è possibile diagnosticare la natura della neoplasia
grazie alla possibilità di caratterizzare e quantificare i
livelli plasmatici di exosomi che esprimono la PSA".
Gli exosomi (vescicole extracellulari di dimensioni
nanometriche), che la gran parte delle cellule del nostro
organismo rilasciano, servono infatti a trasportare e a scambiare
diversi tipi di molecole tra le cellule, tanto da essere
considerate ormai la principale sorgente di biomarcatori di
malattia.
"Si tratta di un Test di altissima precisione - afferma
Alessandro Sciarra del Dipartimento di Scienze Materno infantili
e Scienze urologiche del Policlinico Umberto I - vantaggioso
innanzitutto per i pazienti che non devono sottoporsi a ulteriori
indagini invasive e psicologicamente non devono sopportare lo
stress dell'attesa dei risultati. Inoltre, l'uso diffuso di
questo test può notevolmente ridurre la spesa sanitaria, evitando
cioè i costi di ulteriori approfondimenti diagnostici".
Quindi, in base ai dati dello studio pubblicato su Cancers
saranno possibili studi di screening basati su EXO-PSA sulla
popolazione maschile a livello mondiale.
Per l'Istituto Superiore di Sanità hanno partecipato al lavoro,
oltre a Stefano Fais, Mariantonia Logozzi, dello stesso
dipartimento che ha messo a punto ed eseguito la totalità dei
test, mentre l'analisi statistica è stata eseguita, in
collaborazione con il Dipartimento Ambiente e Salute, da
Alessandro Giuliani. Il policlinico Umberto I ha curato sia la
raccolta dei dati clinici dei pazienti che la raccolta dei
campioni e L'IRRCS Fondazione Santa Lucia di Roma, grazie alla
collaborazione di Daniela Angelini, ha messo a punto le analisi
cito-fluorimetriche.
Cro-Mpd 20191008T153329Z
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