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venerdì 4 settembre 2020

= L'ANALISI = Navalny: Massolo, Putin rischia reputazione e gas


VENERDÌ 04 SETTEMBRE 2020 19.03.44


= L'ANALISI = Navalny: Massolo, Putin rischia reputazione e gas =

(AGI) - Roma, 4 set. - Tutti contro Putin: da Berlino a Bruxelles, passando dalla Nato, in nome di Aleksei Navalny. Dopo che Angela Merkel ha messo sul tavolo delle cancellerie occidentali quella che in base alle analisi effettuate in Germania e' "la certezza" dell'avvelenamento del dissidente russo, la questione dei rapporti con la Russia e' tornata ad essere di cruciale importanza. E dopo che la cancelliera ha dato il via alle ostilita', il tono nei confronti del Cremlino e' sorprendentemente forte. La domanda pero' e': al di la' delle parole, quali strumenti di pressione possono essere realisticamente efficaci nei confronti di Mosca? E quali sono le priorita' nelle relazioni, sempre piu' difficili, con il signore del Cremlino? "Tanto per cominciare ora bisogna far sentire in modo forte a Putin la riprovazione della comunita' internazionale", spiega all'AGI Giampiero Massolo, presidente dell'Ispi (Istituto di studi di politica internazionale) nonche' ex segretario generale del ministero degli Esteri dal 2007 al 2012. "Non bisogna sottovalutare l'importanza che ha per gli Stati la reputazione internazionale", insiste Massolo, secondo il quale "un leader come Putin che ambisce a lasciare un'eredita' e pretende di essere uno statista di livello mondiale non puo' ignorare i prezzi da pagare". Prezzi, come si e' detto, in termini reputazionali, qualora risultassero definitivamente provate le accuse di avvelenamento e Mosca si trovasse nella posizione di dover dare imbarazzati chiarimenti. Inoltre, insiste l'ambasciatore, "non si puo' trascurare l'influenza che sul Paese possono avere sanzioni che colpiscono singoli individui e aziende, cosi' come l'annullamento di importanti contratti. Ovviamente per fare tutto questo la comunita' internazionale essere unita ed esigente. Deve chiedere unanimemente di chiarire e di fornire spiegazioni su quanto successo sul suolo russo". (AGI)Rbr (Segue) 041903 SET 20 NNNN
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(AGI) - Roma, 4 set. - In altre parole: non e' solo di natura politica il conto che la Russia potrebbe essere costretta a pagare. Ma perche' lo paghi davvero la comunita' internazionale deve essere compatta, avverte Massolo. In particolare e' necessario "un legame stretto dell'Europa al suo interno, soprattutto tra i suoi membri piu' rilevanti, ossia tra Germania, Francia e Italia, all'insegna di una forte intransigenza sui principi". Giusto. Ma c'e' un convitato di pietra di tutta questa storia che e' il Nord Stream 2. A Berlino si fanno sempre piu' rumorose le voci che "si colpisca Putin dove gli fa piu' male" (per dirla con l'editoriale dello Spiegel), ossia sospendere Nord Stream 2, il gasdotto quasi ultimato che aumenterebbe il volume di gas trasportato dalla Russia alla Germania. Quanto e' realistico pensare che Berlino possa mettere fine ad un progetto di tali dimensioni? Il presidente dell'Ispi capovolge la questione: "Se c'e' un momento in cui la realizzazione del progetto non e' piu' cosi' graniticamente certa e' quello attuale. Non significa che il progetto venga cancellato dal un momento dall'altra. Ma il gasdotto conosceva gia' delle limitazioni, se non altro dal punto di vista dell'effettiva convenienza e dei bassi prezzi dei prodotti energetici". Pertanto come strumento di pressione puo' avercela, una sua efficacia. "Sicuramente agire su un progetto come questo significa far pagare un prezzo economico rilevante alla Russia". Non solo: a detta del presidente dell'Ispi, dati gli attuali rapporti non facili tra la Germania e gli Stati Uniti, "l'idea di un rallentamento di Nord Stream 2 rappresenta un forte segnale a Putin, ma puo' anche essere un forte segnale positivo agli Usa" che quel progetto hanno sempre avversato. L'Unione europea, tramite l'Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell, ha alzato la voce ipotizzando una "imparziale inchiesta internazionale" e "non esclude" il ricorso a sanzioni contro Mosca. In Germania per tutti parla il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier: "Che gli oppositori e le voci critiche in Russia debbano temere per la propria vita e' senza dubbio un danno grave per la credibilita' della leadership russa. E' in Russia che si trovano i responsabili di questo crimine". (AGI)Rbr (Segue) 041903 SET 20 NNNN
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(AGI) - Roma, 4 set. - Poi c'e' il capitolo Nato. L'Alleanza atlantica, con il suo segretario generale Jens Stoltenberg, chiede che la Russia "riveli il suo programma Novichok", riferendosi all'agente nervino che, a quanto dicono i medici tedeschi, e' stato somministrato all'uomo che rappresenta la principale voce d'opposizione al presidente russo Vladimir Putin (lo stesso veleno, come si sa, utilizzato nel tentato omicidio dell'ex spia Sergei Skripal e della figlia Yulia, oltre due anni fa). Ma certo non e' pensabile che minacci movimenti di truppe: "L'Alleanza atlantica e' anche un'organizzazione politica, oltreche' militare", spiega ancora Massolo. "Evidentemente non puo' 'fare la guerra' alla Russia, d'altra parte non e' un'organizzazione deputata ad emettere sanzioni. Pero' puo' contribuire a rafforzare la compattezza dell'Occidente, rendendo ancor piu' chiaro che la comunita' internazionale non puo' piu' esser messa di fronti a comportamenti avventuristici e a fatti compiuti da parte della Russia. Insomma, la Nato puo' servire molto per alzare il danno reputazionale del Cremlino". La Russia, dal canto suo, continua a respingere tutti gli addebiti, mettendo apertamente in dubbio le conclusioni dei medici tedeschi sull'avvelenamento. Ma davvero si puo' puntare esplicitamente il dito sul capo del Cremlino? La sua e' una responsabilita' diretta oppure 'solo' una responsabilita' politica? "Io dico che non lo sapremo mai compiutamente", risponde Massolo. "Aggiungo pero' il regime russo non e' necessariamente cosi' monolitico come ce lo figuriamo noi. E poi c'e' anche un'altra domanda che dobbiamo farci: in alternativa a Putin cosa c'e'? Non sappiamo in mani a quali apparati potrebbe finire la Russia, nell'ipotesi di un Putin forzato a lasciare il potere. Potrebbero essere soggetti che dal punto di vista dell'Occidente risultino ancor piu' nocivi". E comunque, conclude il diplomatico, "ricordiamoci che non si puo' prescindere dal fatto che molte crisi internazionali, non ultime Siria e Libia, non potranno essere risolte senza passare da Mosca". Ultimo elemento geostrategico da considerare e' il bilanciamento globale di fronte a Pechino: "In una prospettiva di inasprimento di rapporti tra Usa e Cina, certo non possiamo spingere la Russia tra le braccia dei cinesi". Insomma, pur tra veleni, cyber-attacchi, pur mantenendo una forte compattezza dell'Occidente, un canale di comunicazione con Mosca dovra' sempre rimanere aperto: lo dice la "Realpolitik". (AGI)Rbr 041903 SET 20 NNNN

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