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giovedì 18 febbraio 2021

Covid, Inail: 62,3% dei contagi sul lavoro con la seconda ondata

 

GIOVEDÌ 18 FEBBRAIO 2021 11.24.45


Covid, Inail: 62,3% dei contagi sul lavoro con la seconda ondata

Covid, Inail: 62,3% dei contagi sul lavoro con la seconda ondata Ma più morti nella prima. Quasi il 70% delle denunce da donne Roma, 18 feb. (askanews) - La seconda ondata della pandemia ha avuto un impatto più intenso della prima anche in ambito lavorativo e non solo per la presenza di un mese in più. E' quanto rileva il 13esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell'Inail. Infatti, riporta lo studio il quadrimestre ottobre 2020-gennaio 2021, con oltre 92mila contagi, incide per il 62,3% sul totale delle infezioni di origine professionale denunciate dall'inizio della pandemia, rispetto agli oltre 50mila casi registrati nel trimestre marzo-maggio 2020, pari ad un'incidenza del 34,2%. Per quanto riguarda le segnalazioni all'Istituto di contagi di origine professionali, allo scorso 31 gennaio ne sono pervenute 147.875, 16.785 in più rispetto al mese precedente (+12,8%). I casi mortali sono 461 (+38 rispetto al 31 dicembre). Si tratta di circa un quarto delle denunce complessive di infortunio sul lavoro pervenute dall'inizio del 2020 e al 5,8% dei contagiati nazionali totali comunicati dall'Istituto superiore di sanità (Iss) alla fine di gennaio. I casi denunciati sono concentrati soprattutto nei mesi di novembre (25,3%), marzo (19,2%), ottobre (15,9%), dicembre (15,1%), aprile (12,4%) e gennaio 2021 (6,0%), per un totale del 93,9%, mentre il rimanente 6,1% riguarda gli altri mesi del 2020: maggio (2,6%), settembre (1,3%), febbraio (0,7%), giugno e agosto (0,6% per entrambi) e luglio (0,3%), oltre alle 16 denunce del gennaio 2020. "Come emerge anche da questi dati - sottolinea l'Inail - nel periodo estivo tra la prima e la seconda ondata era stato registrato un consistente ridimensionamento del fenomeno, fino alla leggera risalita rilevata a settembre, che lasciava presagire la ripresa dei contagi che ha caratterizzato i mesi successivi".(Segue) Fgl 20210218T112438Z

GIOVEDÌ 18 FEBBRAIO 2021 11.24.52


Covid, Inail: 62,3% dei contagi sul lavoro con la seconda ondata -2-

Covid, Inail: 62,3% dei contagi sul lavoro con la seconda ondata -2- Roma, 18 feb. (askanews) - I casi mortali rilevati al 31 gennaio sono 461, circa un terzo del totale dei decessi denunciati dal gennaio 2020, con un'incidenza dello 0,5% rispetto al complesso dei deceduti nazionali da Covid-19 comunicati dall'Iss alla stessa data. L'aumento rispetto ai 423 casi rilevati al monitoraggio del 31 dicembre è di 38 casi, di cui 13 avvenuti a gennaio 2021, 16 a dicembre e sette a novembre 2020. I restanti due decessi risalgono a marzo e aprile. Il consolidamento dei dati permette, infatti, di acquisire le informazioni non disponibili nei mesi precedenti. A differenza del complesso delle denunce, rileva ancora l'Istituto, i casi mortali sono concentrati soprattutto nella prima ondata dei contagi. Il 72,9% dei decessi da Covid-19 denunciati all'Inail, infatti, sono avvenuti nel trimestre marzo-maggio 2020, con un picco del 40,8% nel solo mese di aprile, contro il 24,3% del periodo ottobre 2020-gennaio 2021. I casi mortali riguardano soprattutto gli uomini (82,9%) e le fasce di età 50-64 anni (71,1%) e over 64 anni (19,1%). Il rapporto tra i generi si inverte prendendo in considerazione il complesso delle denunce. La quota femminile sul totale, infatti, è pari al 69,6% e sale al 70,4% per i casi avvenuti in gennaio. L'età media dei contagiati dall'inizio dell'epidemia è di 46 anni (59 per i casi mortali). Il 42,1% delle infezioni di origine professionale denunciate riguarda la classe 50-64 anni. Seguono le fasce 35-49 anni (36,8%), under 34 anni (19,3%) e over 64 anni (1,8%). L'86,0% delle denunce riguarda lavoratori italiani. Il restante 14,0% sono stranieri, concentrati soprattutto tra i lavoratori rumeni (pari al 20,9% dei contagiati stranieri), peruviani (13,5%), albanesi (8,0%), ecuadoregni (4,5%) e moldavi (4,3%). Concentrando l'analisi sui casi mortali, la quota dei lavoratori italiani sale all'89,8%, mentre la comunità straniera più colpita risulta essere quella peruviana (con il 19,1% dei decessi dei lavoratori stranieri), seguita da quelle rumena (12,8%) e albanese (10,6%). Fgl 20210218T112445Z

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