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sabato 4 marzo 2023

AVIARIA: TERREGINO (IZS VE), 'VIRUS SEMPRE PIU' COSMOPOLITA, SPINGE PER INFETTARCI'**

 

SABATO 04 MARZO 2023 10.05.21

**AVIARIA: TERREGINO (IZS VE), 'VIRUS SEMPRE PIU' COSMOPOLITA, SPINGE PER INFETTARCI'** =

ADN0139 7 CRO 0 ADN CRO NAZ **AVIARIA: TERREGINO (IZS VE), 'VIRUS SEMPRE PIU' COSMOPOLITA, SPINGE PER INFETTARCI'** = 'Prototipi di vaccini già pronti, ma al momento serve cautela e monitoraggio' Roma, 4 mar. (Adnkronos Salute) - "Il caso umano di influenza aviaria in Cina rientra nell'ordine delle cose che questi virus possono causare in determinare condizioni, ovvero dare forme di malattia anche molto gravi. E' un virus cosmopolita che ha trovato il modo di diffondersi con gli uccelli migratori in tutto il mondo anche in zone dove prima non c'era come il Sud America dove ha colpito gli uccelli ma anche i leoni marini. Questa globalizzazione del virus è chiaramente un possibilità che si apre per trovare una forma di mutazione che lo porti ad adattarsi ai mammiferi, tra cui l'uomo, aumenta il rischio ma ad oggi non ci sono evidenze di una diffusione interumana". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è Calogero Terregino, direttore del Centro di referenza nazionale ed europeo influenza aviaria - Istituto zooprofilattico sperimentale (Izs) delle Venezie. "C'è una pressione infettante a livello globale con contagi umani, indice che siamo di fronte ad un virus che ha una sua costituzione aviaria con delle mutazioni costanti che sono segno di un adattamento ai mammiferi - ricorda Terregino - Per per ora non ci sono evidenze di modifiche che possono essere un rischio per l'uomo. Il decesso registrato in Cambogia invece è dovuto ad un gruppo di H5N8 (clade 2.3.4.4b), un gruppo che contiene oltre 30 genotipo diversi di aviaria. Serve cautela e un monitoraggio continuo". Nel caso di una nuova pandemia abbiamo già dei vaccini? "I prototipi dei vaccini sono già pronti, la Commissione Europea ha opzionato già alcune milione di dosi, e l'Italia fa parte dell'accordo, rispetto all'anti-Covid - chiarisce - c'è anche un meccanismo di produzione più veloce ma per produrne decine di milioni su larga scala servono 4-6 mesi comunque". Ci stiamo avvicinando al periodo più mite dal punto di vista del clima, può rallentare la diffusione dell'aviaria? "Purtroppo non è proprio così - risponde l'esperto - Dal monitoraggio che facciamo da diversi anni c'è una persistenza di casi tra i volatili anche in estate e quindi non c'è una interruzione della circolazione dell'aviaria tra l'avifauna selvatica e domestica. I picchi almeno in Italia sono in autunno-inverno ma anche le stagioni di migrazioni degli uccelli si vanno modificando con il cambiamento climatico, spesso sono anticipate e questo crea un'alterazione della stagione influenzale". (Frm/Adnkronos Salute) ISSN 2465 - 1222 04-MAR-23 10:05 NNNN

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