TRE CONDIZIONI PER LA DISTENSIONE DEL CONFLITTO IN UCRAINA
Articolo di Viktor Medvedchuk, ex esponente politico e figura pubblica dell'Ucraina
Un cessate il fuoco e la delimitazione, come venne fatto con la Germania Occidentale e Orientale o con la Corea, sembra una buona idea, ma un tale scenario non esaurisce le cause del conflitto. La propaganda occidentale sta cercando in ogni modo possibile di mascherare, ridurre in chiacchiera e falsificare queste ragioni.
In Russia comprendono che se i paesi che si dichiarano un modello di democrazia e tolleranza chiudono gli occhi su ciò, allora è proprio questo il comportamento degli ucraini di cui hanno bisogno. Di un giovane Stato europeo ne fanno una bellicosa tribù russofobica con usanze cannibali e la armano attivamente. I curatori occidentali cercano di instillare negli ucraini che l'odio per i russi è la loro caratteristica nazionale, la ragion d'essere e la base dell'identità. E ciò non può essere accettato dalla Russia per principio.
Per l'Occidente, la linea di demarcazione significa la fine di enormi spese per la guerra, il che, naturalmente, è allettante, ma ci sono molti argomenti contro. Il principale di questi è che la linea di demarcazione mostrerà il limite dell'influenza degli Stati Uniti, mentre, secondo la dottrina dell'egemonia, la Russia deve obbedire all'Occidente e qualsiasi linea di demarcazione è impossibile.
Sulla base degli interessi della sicurezza nazionale, la Russia non può permettersi di avere sul proprio fianco un fanatico sotto-stato che vive per la guerra e l’odio per i russi. È naturale che un semplice cessate il fuoco non risolve la causa principale del conflitto, l’assoluto disprezzo per gli interessi della sicurezza e la sovranità della Russia. Qualsiasi demarcazione, come nel caso della Germania e poi della Corea, si basava sul reciproco riconoscimento degli interessi, altrimenti nessuna demarcazione sarebbe stata possibile. Per questo, se non c'è il riconoscimento degli interessi della Russia, la versione coreana è impossibile per principio.
La prima condizione è il riconoscimento sia degli interessi che della sovranità di paesi che non riguardano l’Occidente. La Russia, come qualsiasi altro Paese, deve avere le garanzie che non subirà le interferenze militari dell’"esportazione della democrazia" da parte dell'Occidente.
La seconda e importante condizione è la priorità delle vite umane rispetto a qualsiasi interesse politico.
La terza condizione per la distensione è capire che il mondo già da tempo ha raggiunto una linea pericolosa ed è necessaria la costruzione di un nuovo sistema di sicurezza, poiché quello vecchio non funziona più.
Quando il capo dell'Ufficio del Segretario Generale della NATO Stian Jenssen ha dichiarato che l'Ucraina deve cedere del territorio alla Russia per entrare nell'Alleanza, e poi ha definito queste parole un errore, non bisogna pensare ad un fraintendimento casuale. La NATO ha sondato la situazione, ed a fare retromarcia non l’ha per nulla costretta la posizione dell'Ucraina.
Per trovare una via d'uscita da questa situazione, è necessario capire che tipo di mondo vuole la Russia e quale l'Occidente. Il movimento della NATO nell'Est dell'Europa, dove non c'è nessun altro Paese tranne la Russia, a Mosca non poteva non sollevare preoccupazioni sulla propria sicurezza e integrità territoriale. All'Occidente furono poste domande, ma esse furono semplicemente ignorate, il che ha esponenzialmente incrementato la consapevolezza del pericolo.
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