Il Dovere di Sevizio; La Costituzione e il far quel che impunemente si vuole.
L’8 gennaio 2024, in Roma Via Acca Laurentia davanti a ciò che è stata sede dell’MSI e in schieramento paramilitare, in una finta commorazione un migliaio di aderenti a gruppi organizzati di destra hanno manifestato con saluti a braccia tese e teschi al grido “presenti“ all’ordine fascista dato.
La partecipazione all’evento è stata organizzata a livello internazionale; malgrado ciò la Polizia era presente in forze esigue e quindi non è intervenuta; solo tre giorni dopo la Digos si è limitata a comunicare che invierà una informativa alla Procura di. Roma.
Il 10 gennaio, alla Camera il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato; “vietare è controproducente e meno proficuo dell’osservare con indignazione quanto è accaduto, perché contrario alla nostra cultura acquisita“; di fatto, per l’ennesima volta a nome del Governo si è evirato di citare i termini fascismo e antifascismo; legittimando sostanzialmente l’adunata internazionale neo fascista.
Il 12 gennaio, il sindaco di Civitavecchia in Consiglio Comunale ha dichiarato ha giustificato l’adunata fascista paragonando il saluto fascista al saluto con il pugno chiuso; di norma il Sindaco di Terni dirige il Consiglio Comunale al famoso grido fascista “boia chi molla“; anche su questi due primi cittadini non risulta un interessamento Digos per il rispetto della Costituzione.
L’altro versante della questione riguarda il ruolo dei poliziotti; avente in premessa la storia della Riforma della PS.
Sull’onda delle lotte sindacali nella stagione dell’autunno caldo del 1969, un gruppo di “poliziotti carbonari“ avanza l’idea di un progetto di riforma per la democratizzazione degli apparati nazionali di sicurezza e dei relativi Ministeri,
con al centro la smilitarizzazione e la sindacalizzazione degli apparati; trovando immediatamente la solidarietà e il contributo di Cgil Cisl Uil; che il 20 dicembre 1977 proclamano uno sciopero nazionale di un'ora per tutte le categorie di lavoratori; la Riforma diventa Legge 121 nell’aprile del 1981.
All’atto del loro impiego, come da Art. 78 della Costituzione che ha radici nella Resistenza Antifascista e alla quale viene giurata fedeltà da parte dei servitori dello Stato, anche i Poliziotti pubblici dipendenti sono all’esclusivo servizio della Nazione; come da Art. XII delle disposizioni finali transitorie della Costituzione sono impegnati a vietare la riorganizzazione del disciolto partito fascista sotto qualsiasi forma.
Pertanto il Governo non può limitarsi ad osservare ed a indignarsi ma in primis è tenuto a rispettare la Costituzione; così come i servitori pubblici dello Stato occupati anella Digos e nella Pubblica Sicurezza. In coerenza ai principi conquistati dalla Riforma conquistatala, i destinatari devono superare l’attuale silenzio in materia.
A partire dalla loro formazione professionale, ai Poliziotti va ordinato il rispetto della Costituzione e dei suoi principi; ogni diverso comportamento li rende complici di presumibili neo regimi dittatoriali antidemocratici, anti istituzionali e anti Costituzionali; convocabili per questo a rispondere davanti all’Ordine Giudiziario.
Enrico Corti
24 gennaio 2024
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