RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
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Riceviamo con rammarico e
amarezza la decisione delle autorità competenti di annullare la nostra
manifestazione programmata per il sabato 27 gennaio a Roma, per gridare
il nostro dolore per il continuo massacro, genocidio di fatto del nostro
popolo a Gaza e dei continui arresti, ferimenti e omicidi in
Cisgiordania ed a Gerusalemme per mano dell'esercito occupante e dei
coloni fuorilegge che Israele riconosce come suoi cittadini.
In occasione della Giornata della memoria, che è nata perché “l’orrore non si ripeta”, e non si ripeta per nessuno.
Saremmo
scesi in piazza per chiedere il cessate del fuoco e porre fine
all'inaccettabile massacro che mai come in questo caso ha mostrato al
mondo il livello di mostruosa disumanità di cui è capace l'esercito
sionista istigato dai ministri razzisti di un governo israeliano
razzista e fascista.
Speravamo che la Giornata della memoria
fosse, almeno per una volta, ispirata sinceramente alle parole di Primo
Levi: per non dimenticare le atrocità del passato ”Perché ciò che è
accaduto può ritornare”.
E invece no, la storia si ripete e l’uomo sembra non aver imparato niente dalla storia.
Speravamo
che le Comunità ebraiche d’Italia inorridissero anche loro davanti ai
corpi smembrati o sepolti sotto le macerie di circa 12.000 bambini
palestinesi e che sarebbero scese volentieri insieme a noi a
manifestare affinché le atrocità del passato non si ripetano, ovunque e
contro chiunque. Purtroppo non è stato così e hanno espresso chiaramente
il loro pensiero affermando senza mezzi termini che la memoria è una
proprietà privata e nel caso specifico appartiene solo agli ebrei,
negando di fatto il male estremo del nazismo e riconducendolo solo alla
terribile tragedia della Shoah.
Ma non è così, la memoria è una
proprietà collettiva e tutti noi abbiamo il diritto e il dovere di
condannare la Shoah e chiediamo che tutti sentano il dovere di
condannare le stragi che oggi stanno decimando il popolo palestinese in
una sorta di punizione collettiva.
Non scenderemo in Piazza, nel
rispetto del divieto imposto dalle autorità responsabili, ma esprimiamo
il nostro disaccordo per la decisione, esprimiamo il dispiacere per
l'indifferenza verso le oltre 27.000 vittime palestinesi e rigettiamo
categoricamente e con massimo sdegno le accuse infamanti con cui
qualcuno ha cercato di dipingere le nostre manifestazioni, accusate di
fomentare disordine , antisemitismo e odio. Accuse che noi respingiamo
al mittente.
Noi, vittime della brutale occupazione israeliana
della terra di Palestina, continueremo la nostra lotta e la nostra
Resistenza contro il genocidio del nostro popolo di Gaza, contro
l’aggressione e l’assassinio dei nostri giovani in Cisgiordania e a
Gerusalemme. Siamo e saremo sempre: antisionisti e mai antisemiti.
Non
ci sarà mai pace senza giustizia, come non ci sarà mai giustizia senza
il rispetto dei diritti del popolo palestinese e il riconoscimento dello
Stato di Palestina.
L’ULTIMO GIORNO DI OCCUPAZIONE, SARA’ IL PRIMO GIORNO DI PACE. Marwan Al Barghouti
Roma, 27 gennaio 2024
Yousef Salman
Presidente della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio
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