l'unità 25 maggio 2011
“NIENTE TRUCCHI: FERMIAMO IL NUCLEARE CON IL REFERENDUM”
di Alfiero Grandi*
da L’Unità del 25 maggio 2011IL DIRITTO DI VOTARE
Governo in fuga dal nucleare: ha fatto cancellare con voto di fiducia le stessenormeche aveva fatto approvare, sempre con voto di fiducia, nel 2009. La retorica sulla nuova era nucleare in Italia lascia il posto alla paura del voto degli italiani. Del resto la Sardegna (votanti 60 %, contrari al nucleare 97%)ha ulteriormente spinto il Governo ad una retromarcia clamorosa. Il Governo tenta di nascondere la ritirata. Le sparate di Berlusconi sul nucleare, presente Sarkozy, i commi che accompagnano l’abrogazione delle norme di legge oggetto di referendum ne sono la conferma. Il Governo ha affrontato la crisi nucleare con doppiezza e strumentalità, preoccupato solo di impedire agli italiani di votare per sottrarsi ad una sconfitta e per tagliare la strada ai referendum sull’acqua e sul legittimo impedimento. Eppure il Governo ha voluto ad ogni costo la legge per tornare al nucleare, fregandosene dei referendum del 1987, tentando di ignorare le Regioni, tacitando gli Enti locali e le popolazioni interessate, prevedendo la militarizzazione dei siti delle centrali per sottrarli al controllo democratico. La grande torta degli affari legati al nucleare (30 miliardi di euro solo per i primi quattro reattori) era già pronta per il taglio delle fette. L’opinione pubblica italiana era contraria al nucleare prima di Fukyshima. Dopo l’incidente i contrari sono molto aumentati e il Governo ha capito che poteva perdere il referendum e che anche gli altri potevano arrivare al quorum, ma non ha avuto ripensamenti sul nucleare. Il Governo ha avuto solo paura del quorum e della sconfitta politica. Di fronte al tentativo di riprovarci era meglio votare il 12 e 13 giugno per cancellare le norme sul nucleare e togliere di mezzo le doppiezze che il Governo ha cercato di disseminare e – ancora di più – di dichiarare. Ora la parola sul referendum è alla Corte di Cassazione. Non è il Governo che può decidere se il referendum si terrà oppure no. In ogni caso il Governo si illude se pensa di tornare al nucleare come se nulla fosse. le conseguenze di Fukushima purtroppo dureranno anni. Solo ora sappiamo che dopo la fusione del nocciolo del primo reattore anche il secondo e il terzo sono fusi. Non si può fare un bilancio di Fukushima solo perché l’incidente non è risolto. Il ripensamento sul nucleare nel mondo è profondo, ma non mancano tentativi trasformisti come ridurre gli stress test a un controllo burocratico. Il Governo italiano, trasformista ed insipiente, non ha compreso la gravità dell’incidente in Giappone e continua a sottovalutare l’opinione pubblica italiana, ma si illude. Non ci saranno tempi migliori per il nucleare in Italia, che si voti oppure no il 12 e 13 giugno. In attesa della Corte la campagna elettorale sul nucleare deve continuare, senza tentennamenti, per aiutare il quorum di tutti i referendum e la vittoria dei Sì.
*PORTAVOCE COMITATO VOTA SI
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