CRISI: CDM, NO AD ACCORPAMENTO FESTIVITA' =
NO GARANZIE SU RISPARMI E RISCHIO AUMENTO CONFLITTUALITA' SUL
LAVORO
Roma, 20 lug. (Adnkronos) - Il Cdm ha deciso di non accorpare le
festivita' nazionale "per tre ragioni", si spiega nel comunicato al
termine della riunione di oggi a palazzo Chigi. La prima e' che
"secondo le stime della Ragioneria generale, la misura non da'
sufficienti garanzie di risparmio".
Inoltre, non esistono "previsioni normative" a livello europeo
"che accorpino le celebrazioni nazionali e le festivita' dei Santi
Patroni". Ed, infine, "perche' l'attuazione della misura nei confronti
dei lavoratori privati violerebbe il principio di salvaguardia
dell'autonomia contrattuale, con il rischio di aumentare la
conflittualita' tra lavoratori e datori di lavoro". (segue)
(Mon/Opr/Adnkronos)
20-LUG-12 12:41
CRISI: CDM, NO AD ACCORPAMENTO FESTIVITA' (2) =
(Adnkronos) - "Il Consiglio dei Ministri -si legge nel
comunicato- ha esaminato la questione del calendario delle festivita'
e delle celebrazioni nazionali. Il decreto legge n. 138, approvato dal
precedente Governo nell'agosto 2011, prevede infatti che, a decorrere
dall'anno 2012, il Presidente del Consiglio stabilisca ogni anno le
date in cui ricorrono le festivita' introdotte con legge dello Stato
non conseguenti ad accordi con la Santa sede, nonche' le celebrazioni
nazionali e le festivita' dei Santi Patroni, ad esclusione del 25
aprile, del 1° maggio e del 2 giugno".
"Il Consiglio -si spiega- ha deciso di non procedere
all'accorpamento delle festivita' per tre ragioni. Anzitutto perche',
secondo le stime della Ragioneria generale, la misura non da'
sufficienti garanzie di risparmio, contrariamente a quanto indicato
dalla norma (che individua nel risparmio di spesa la propria finalita'
principale). Inoltre, perche' a differenza di quanto indicato dal
decreto legge del 2011 nella parte in cui fa riferimento a ''diffuse
prassi europee'', non esistono in Europa previsioni normative di
livello statale che accorpino le celebrazioni nazionali e le
festivita' dei Santi Patroni".
"In alcuni Paesi (ad esempio la Germania, l'Austria e la Spagna)
la celebrazione delle festivita' dei Santi Patroni rientra
nell'autonoma determinazione delle autorita' locali che le fanno
coincidere col giorno a questi dedicato nel calendario gregoriano. Nei
Paesi anglosassoni - ad esempio in Irlanda e in Scozia - i Santi
Patroni delle principali citta' sono riconosciuti e celebrati, con
giornate festive stabilite a livello statale. Infine, perche'
l'attuazione della misura nei confronti dei lavoratori privati
violerebbe il principio di salvaguardia dell'autonomia contrattuale,
con il rischio di aumentare la conflittualita' tra lavoratori e datori
di lavoro", si conclude.
(Mon/Opr/Adnkronos)
20-LUG-12 12:44
NNNN
Crisi/Cdm discute festività,ma no accorpamento: Non si risparmia
'Nessun caso simile in Europa, e aumentarebbe conflittualità'
Roma, 20 lug. (TMNews) - Il comunicato del Consiglio dei Ministri
conferma che uil governo ha deciso di non procedere
all'accorpamento delle festività: i risparmi di spesa non sono
garantiti, non ci sono casi simili in Europa, e si violerebbe il
principio dell'autonomia contrattuale, con il risultato di
aumentare la conflittualità tra lavoratori e datori di lavoro.
Il comunicato spiega che il Cdm ha esaminato la questione del
calendario delle festività e delle celebrazioni nazionali, in
ottemperanza al decreto legge n. 138, approvato dal precedente
Governo nell`agosto 2011, che prevede infatti che, a decorrere
dall`anno 2012, il Presidente del Consiglio stabilisca ogni anno
le date in cui ricorrono le festività introdotte con legge dello
Stato non conseguenti ad accordi con la Santa sede, nonché le
celebrazioni nazionali e le festività dei Santi Patroni, ad
esclusione del 25 aprile, del 1° maggio e del 2 giugno.
Il Consiglio ha deciso di non procedere all`accorpamento delle
festività per tre ragioni. Anzitutto perché, secondo le stime
della Ragioneria generale, la misura non dà sufficienti garanzie
di risparmio, contrariamente a quanto indicato dalla norma (che
individua nel risparmio di spesa la propria finalità principale).
Inoltre, perché a differenza di quanto indicato dal decreto legge
del 2011 nella parte in cui fa riferimento a "diffuse prassi
europee", non esistono in Europa previsioni normative di livello
statale che accorpino le celebrazioni nazionali e le festività
dei Santi Patroni. In alcuni Paesi (ad esempio la Germania,
l`Austria e la Spagna) la celebrazione delle festività dei Santi
Patroni rientra nell`autonoma determinazione delle autorità
locali che le fanno coincidere col giorno a questi dedicato nel
calendario gregoriano. Nei Paesi anglosassoni - ad esempio in
Irlanda e in Scozia - i Santi Patroni delle principali città sono
riconosciuti e celebrati, con giornate festive stabilite a
livello statale.
Infine, perché l`attuazione della misura nei confronti dei
lavoratori privati violerebbe il principio di salvaguardia
dell`autonomia contrattuale, con il rischio di aumentare la
conflittualità tra lavoratori e datori di lavoro.
Rea
201231 lug 12
Il governo salva le festivita', ma non le province: tagli sotto i 350mila abitanti
Il cdm ha deciso di non accorpare le feste, e ha stabilito i criteri per il "riordino" degli enti locali
ROMA - Il Consiglio ha deciso di non procedere all'accorpamento
delle festivita'. Lo comunica una nota di Palazzo Chigi al
termine della riunione di governo. Il Consiglio dei ministri ha
pero' definito i criteri per il riordino delle province -
dimensione territoriale e popolazione residente - previsti dal
decreto sulla spending review. In base ai criteri approvati, i
nuovi enti dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi
su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri
quadrati.
20 luglio 2012
(Pic/ Dire)
12:32 20-07-12
NNNN
GOVERNO: NO ACCORPAMENTO FESTIVITA',OK CRITERI RIORDINO PROVINCE (2)=
(AGI) - Roma, 20 lug. - "Il Consiglio ha definito i criteri per
il riordino delle province - dimensione territoriale e
popolazione residente - previsti dal decreto sulla spending
review". Lo si legge nel comunicato stampa al termine del
Consiglio dei ministri. "In base ai criteri approvati, i nuovi
enti dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su
una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri
quadrati".
"Nei prossimi giorni - si spiega - il Governo trasmettera'
la deliberazione al Consiglio delle autonomie locali (Cal),
istituito in ogni Regione e composto dai rappresentanti degli
enti territoriali (in mancanza, la deliberazione verra'
trasmessa all'organo regionale di raccordo tra Regione ed enti
locali). La proposta finale sara' trasmessa da Cal e Regioni
interessate al governo, il quale provvedera' all'effettiva
riduzione delle province promuovendo un nuovo atto legislativo
che completera' la procedura".
"Le nuove province - si aggiunge nel comunicato -
eserciteranno le competenze in materia ambientale, di trasporto
e viabilita' (le altre competenze finora esercitate dalle
Province vengono invece devolute ai Comuni, come stabilito dal
decreto 'Salva Italia'). La soppressione delle province che
corrispondono alle Citta' metropolitane - 10 in tutto, tra cui
Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze - avverra'
contestualmente alla creazione di queste (entro il 1° gennaio
2014)". (AGI)
Gil (Segue)
201234 LUG 12
NNNN
Nessun commento:
Posta un commento