Ciotti (Segretario Provinciale SILP-CGIL): “La prostituzione va combattuta non solo con ordinanze repressive ma anche con proposte a livello sociale”
Intervento del 20 luglio 2012
Dieci milioni e ottocentomila euro al mese. Che, moltiplicato
per un anno, fa quasi 130 milioni di euro. È questo il business della
prostituzione a Roma. Radio Roma Capitale al proposito ha ascoltato
questa mattina, in diretta sulle sue frequenze, Gianni Ciotti,
segretario provinciale SILP-CGIL.
“E’ un problema sociale oltreché di ordine pubblico. Non basta una repressione del reato a livello di ordinanze ma anche una tutela nei confronti di quelle donne che non vogliono fare il “mestiere” -afferma Ciotti-. Peraltro nella capitale non esiste un Cie (centro identificazioni ed espulsioni) per i trans -denuncia il segretario -; quando la notte la polizia ferma un trans per la procedura corretta di espulsione si deve accompagnare la persona a Milano, togliendo risorse sul territorio; e in un momento di tali ristrettezze economiche questo porta alla paralisi”.
Ciotti esorta ad affrontare il problema in maniera seria e programmata: “Bisogna cominciare ad articolare proposte accettabili. Senza provvedimenti a livello sociale non si fanno molti passi avanti. Si tenga presente che ci sono circa 350mila clienti, seppur la maggior parte occasionali, pari al 10% della popolazione maschile di Roma: questo è dato preoccupante”. Una zona a luci rosse, come nelle più grandi capitali europee, potrebbe per lo meno delimitare il fenomeno: “Va necessariamente trovato un sistema per almeno governare la questione; circoscrivere la prostituzione in strada, delineando le zone di disagio, è un’idea per liberare le periferie dal degrado”.
Come sia, Ciotti si augura che finalmente la politica se ne occupi: “è ora che chi governa si mobiliti per una gestione profonda del problema, attraverso una vera regolamentazione del fenomeno, anche per togliere spazio e risorse alle organizzazioni criminali”.
Fonte:
Radio Roma Capitale 20 luglio 2012
per ascoltare l'intervista clicca qui
“E’ un problema sociale oltreché di ordine pubblico. Non basta una repressione del reato a livello di ordinanze ma anche una tutela nei confronti di quelle donne che non vogliono fare il “mestiere” -afferma Ciotti-. Peraltro nella capitale non esiste un Cie (centro identificazioni ed espulsioni) per i trans -denuncia il segretario -; quando la notte la polizia ferma un trans per la procedura corretta di espulsione si deve accompagnare la persona a Milano, togliendo risorse sul territorio; e in un momento di tali ristrettezze economiche questo porta alla paralisi”.
Ciotti esorta ad affrontare il problema in maniera seria e programmata: “Bisogna cominciare ad articolare proposte accettabili. Senza provvedimenti a livello sociale non si fanno molti passi avanti. Si tenga presente che ci sono circa 350mila clienti, seppur la maggior parte occasionali, pari al 10% della popolazione maschile di Roma: questo è dato preoccupante”. Una zona a luci rosse, come nelle più grandi capitali europee, potrebbe per lo meno delimitare il fenomeno: “Va necessariamente trovato un sistema per almeno governare la questione; circoscrivere la prostituzione in strada, delineando le zone di disagio, è un’idea per liberare le periferie dal degrado”.
Come sia, Ciotti si augura che finalmente la politica se ne occupi: “è ora che chi governa si mobiliti per una gestione profonda del problema, attraverso una vera regolamentazione del fenomeno, anche per togliere spazio e risorse alle organizzazioni criminali”.
Fonte:
Radio Roma Capitale 20 luglio 2012
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