La vittoria. Costanzo Petrillo 69 anni di Rivoli, che negli anni
ha accumulato una serie numerosa di multe per violazioni al codice della
strada e bollette della Tarsu
La sentenza dei giudici: dopo cinque anni le sanzioni sono prescritte
patrizio romano
torino
Associazione difesa consumatori (Asdico) 2 - Equitalia 0. È finita
con due vittorie nette la battaglia legale, portata avanti su due fronti
da Raffaele Borrelli, presidente dell’Asdico, in difesa di altrettanti
utenti a cui Equitalia chiedeva il pagamento di multe vecchie ormai di
anni, troppi anni. «Siamo riusciti a dimostrare - spiega Borrelli -,
anche grazie alla sensibilità e alla competenza di due giudici di pace
di Torino, che le cartelle esattoriali di sanzioni oltre i cinque anni
non devono essere pagate». La sfida di un piccolo Davide difensore dei
consumatori, contro il Golia delle riscossioni.
Due sentenze storiche, le definisce Borrelli, quelle dei giudici di pace Fabrizio Pietropoli e Giuliana Bologna. «Che fanno muro - dice -, insieme a quella emessa dal tribunale di Cuneo, contro le richieste ingiuste». Soddisfatto anche il suo assistito, Costanzo Petrillo 69 anni di Rivoli, che negli anni ha accumulato una serie numerosa di multe per violazioni al codice della strada e bollette della Tarsu. «Ho avuto un periodo difficile - ammette Petrillo - in cui non sono riuscito a pagare quelle multe, che si sono ammucchiate». Prima su un tavolino di casa e poi sulla scrivania di Equitalia. «Mi hanno chiamato e ho trattato una rateizzazione per circa 6 mila euro - spiega -, con rate da 137 euro al mese per circa sei anni. Poi ho saputo dell’Asdico e sono andato. Borrelli mi ha dato una speranza».
Perché alcune di queste sanzioni erano vecchie. «Risalivano al 1995 e 1999 - precisa Borrelli -, quindi inesigibili. Solo che, secondo il Comune di Rivoli ed Equitalia, lui aveva perso la possibilità del ricorso essendo passati 30 giorni dalla notifica». E qui scatta l’inghippo. «Notifica che però avviene per lettera - puntualizza il presidente - e non attraverso le procedure di legge». E così succede a molti. «Casi di persone che si vedono arrivare a casa richieste di pagamenti di bollette di anni fa, fino al 1982, da parte di Equitalia sono diverse e non sono corrette. Loro sostengono che compete al Comune o all’ente che chiede i soldi verificare e il Comune, come per Rivoli, che spetti a Equitalia. Insomma, uno scarica barile».
Intanto Petrillo, da anni non può più toccare la sua Fiat Punto, posteggiata sotto casa, bloccata da un fermo amministrativo: «Ora spero di poter tornare ad usarla -. Non voglio continuare ad utilizzare quella di mio figlio». Ne è rientrato di sicuro in possesso l’altro consumatore difeso dall’Asdico, Sandro Laureana di Cumiana, che doveva circa 500 euro ad Equitalia e per questo aveva subito il fermo. «Abbiamo vinto anche nel suo caso - annuncia Borrelli -. Aveva multe al codice della strada datate 2005». Scaduti i cinque anni. Scadute le multe. Niente soldi.
E ora, dopo aver risparmiato circa 2 mila dei 6 mila euro dovuti, Petrillo farà una ricerca a ritroso. «Voglio verificare se ho messo a ruolo nella rateizzazione delle sanzioni oltre i 5 anni e di sicuro ne ho e farò richiesta di rimborso». «Lo ripeto e lo ribadisco - conclude Borrelli -, i miei assistiti non vogliono sfuggire alla legge e non pagare, bensì pagare quanto e quando è giusto. E non vedersi arrivare multe del secolo scorso ormai inesigibili. E con queste sentenze abbiamo in mano un tris d’assi contro Equitalia».
Due sentenze storiche, le definisce Borrelli, quelle dei giudici di pace Fabrizio Pietropoli e Giuliana Bologna. «Che fanno muro - dice -, insieme a quella emessa dal tribunale di Cuneo, contro le richieste ingiuste». Soddisfatto anche il suo assistito, Costanzo Petrillo 69 anni di Rivoli, che negli anni ha accumulato una serie numerosa di multe per violazioni al codice della strada e bollette della Tarsu. «Ho avuto un periodo difficile - ammette Petrillo - in cui non sono riuscito a pagare quelle multe, che si sono ammucchiate». Prima su un tavolino di casa e poi sulla scrivania di Equitalia. «Mi hanno chiamato e ho trattato una rateizzazione per circa 6 mila euro - spiega -, con rate da 137 euro al mese per circa sei anni. Poi ho saputo dell’Asdico e sono andato. Borrelli mi ha dato una speranza».
Perché alcune di queste sanzioni erano vecchie. «Risalivano al 1995 e 1999 - precisa Borrelli -, quindi inesigibili. Solo che, secondo il Comune di Rivoli ed Equitalia, lui aveva perso la possibilità del ricorso essendo passati 30 giorni dalla notifica». E qui scatta l’inghippo. «Notifica che però avviene per lettera - puntualizza il presidente - e non attraverso le procedure di legge». E così succede a molti. «Casi di persone che si vedono arrivare a casa richieste di pagamenti di bollette di anni fa, fino al 1982, da parte di Equitalia sono diverse e non sono corrette. Loro sostengono che compete al Comune o all’ente che chiede i soldi verificare e il Comune, come per Rivoli, che spetti a Equitalia. Insomma, uno scarica barile».
Intanto Petrillo, da anni non può più toccare la sua Fiat Punto, posteggiata sotto casa, bloccata da un fermo amministrativo: «Ora spero di poter tornare ad usarla -. Non voglio continuare ad utilizzare quella di mio figlio». Ne è rientrato di sicuro in possesso l’altro consumatore difeso dall’Asdico, Sandro Laureana di Cumiana, che doveva circa 500 euro ad Equitalia e per questo aveva subito il fermo. «Abbiamo vinto anche nel suo caso - annuncia Borrelli -. Aveva multe al codice della strada datate 2005». Scaduti i cinque anni. Scadute le multe. Niente soldi.
E ora, dopo aver risparmiato circa 2 mila dei 6 mila euro dovuti, Petrillo farà una ricerca a ritroso. «Voglio verificare se ho messo a ruolo nella rateizzazione delle sanzioni oltre i 5 anni e di sicuro ne ho e farò richiesta di rimborso». «Lo ripeto e lo ribadisco - conclude Borrelli -, i miei assistiti non vogliono sfuggire alla legge e non pagare, bensì pagare quanto e quando è giusto. E non vedersi arrivare multe del secolo scorso ormai inesigibili. E con queste sentenze abbiamo in mano un tris d’assi contro Equitalia».
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