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lunedì 10 settembre 2012

SCUOLA: CASSAZIONE, STOP AL BULLISMO DEI PROF







SCUOLA: CASSAZIONE, STOP AL BULLISMO DEI PROF
CONDANNATA, AVEVA FATTO SCRIVERE 100 VOLTE 'SONO UN DEFICIENTE'
(ANSA) - ROMA, 10 SET - Gli insegnanti non possono rispondere
con metodi prepotenti agli atteggiamenti di ''bullismo'' degli
allievi perche', cosi' facendo, ''finiscono per rafforzare il
convincimento che i rapporti relazionali (scolastici o sociali)
sono decisi dai rapporti di forza o di potere''. Lo sottolinea
la Cassazione confermando la condanna a 15 giorni di reclusione
nei confronti di una prof che, per punire uno studente di 11
anni, gli aveva fatto scrivere per cento volte sul quaderno la
frase 'sono un deficiente'.(SEGUE)

NM/SCN
10-SET-12 15:19 NNNN
SCUOLA: CASSAZIONE, STOP AL BULLISMO DEI PROF (2)

(ANSA) - ROMA, 10 SET - Ad avviso della Suprema Corte -
sentenza 34492 - l'insegnante Giuseppa V., docente di una scuola
media statale di Palermo, e' senz'altro colpevole ''di aver
abusato dei mezzi di correzione e di disciplina'' ai danni dello
studente G.C., per averlo ''mortificato nella dignita''' venendo
cosi' meno al ''processo educativo in cui e' coinvolto un
bambino'', ossia - aggiunge la Cassazione rifacendosi alla
convenzione Onu sui diritti dell'infanzia - ''una persona sino
all'eta' di 18 anni''.
''Non puo' ritenersi lecito l'uso della violenza, fisica o
psichica, distortamente finalizzata a scopi ritenuti
educativi'', afferma la Cassazione, ''e cio' sia per il primato
attribuito alla dignita' della persona del minore, ormai
soggetto titolare di diritti e non piu', come in passato,
semplice oggetto di protezione (se non addirittura di
disposizione) da parte degli adulti''. E sia perche' - prosegue
la sentenza - ''non puo' perseguirsi, quale meta educativa, un
risultato di armonico sviluppo di personalita', sensibile ai
valori di pace, tolleranza, convivenza e solidarieta',
utilizzando mezzi violenti e costrittivi che tali fini
contraddicono''. Insomma la prof merita il carcere per aver
punito in una maniera cosi' ''umiliante'' l'allievo che, secondo
lei, stava tenendo ''un atteggiamento derisorio ed emarginante
nei confronti di un compagno di classe''.
''Costituisce abuso punibile anche il comportamento doloso
che - come in questo caso - umilia, svaluta, denigra o violenta
psicologicamente un bambino, causandogli pericoli per la salute
anche se e' compiuto con una soggettiva intenzione educativa o
di disciplina''. I Supremi giudici, pero', hanno concesso alla
prof uno sconto di pena - rispetto alla condanna d'appello pari
a 30 giorni di reclusione - eliminando l'aggravante di aver
provocato nell'adolescente un ''disturbo del comportamento'',
ipotesi avanzata dallo psicologo, ma non provata con certezza.
Il verdetto e' stato scritto dal consigliere Francesco
Ippolito, segretario generale della Cassazione, e componente
della Sesta Sezione Penale, presieduta da Nicola Milo. In primo
grado la prof era stata assolta dal tribunale di Palermo. In
appello, il 16 febbraio del 2011, il proscioglimento fu
annullato. (ANSA).

NM/SCN
10-SET-12 15:35 NNNN

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