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sabato 5 gennaio 2013

INTERNET: POLIZIA, "DEEP WEB" NUOVA FRONTIERA DEL CYBERCRIMINE =



INTERNET: POLIZIA, "DEEP WEB" NUOVA FRONTIERA DEL CYBERCRIMINE =
(AGI) - Roma, 5 gen. - Accesso iperselettivo, scarsa
tracciabilita', anonimato assoluto. Sono gli elementi che fanno
del "deep web" - il "web sommerso",o "invisibile", che sfugge a
tutti i comuni motori di ricerca - la nuova frontiera del
cybercrime. E che spinge il Servizio di polizia postale e delle
comunicazioni, diretto da Antonio Apruzzese, a pattugliare
giorno e notte anche questa rete alternativa con 007
rigorosamente sotto copertura. "Il mondo di internet come
abbiamo imparato a conoscerlo - racconta all'AGI il
vicequestore aggiunto Antonello Novellino, della Sezione
investigazioni informatiche - e' solo la punta dell'iceberg: al
di sotto si nasconde di tutto". (AGI)
Bas (Segue)
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INTERNET: POLIZIA, "DEEP WEB" NUOVA FRONTIERA DEL CYBERCRIMINE (2)=
(AGI) - Roma, 5 gen. - Difficile azzardare delle stime, ma
studi di settore, forse approssimati per difetto, parlano di un
rapporto di 500 a uno tra file nascosti e file normalmente
indicizzati da Google, Yahoo, Altavista e gli altri. Tradotto
in altri termini, fanno miliardi di informazioni disponibili
solo con l'aiuto di software dedicati come "Tor" e altri. E,
soprattutto, la chance di navigare a fari spenti che puo', ad
esempio, rivelarsi preziosa in paesi strozzati dalla censura ma
che sempre piu' spesso viene piegata a fini illegali da
organizzazioni criminali. "E' la solita storia - spiega
Novellino - la tecnologia in se' non e' cattiva, dipende
dall'uso". E un uso decisamente criminale e' quello che nel
mondo ne fanno, di volta in volta, pedofili, trafficanti di
armi e droga, terroristi, ladri di identita'. Da noi, e' del
novembre scorso l'operazione della polizia postale di Salerno
che - partendo dall'innocente download di un brano musicale da
parte di una ignara internauta - ha portato alla scoperta sul
"deep web" di un archivio impressionante di foto e video di
minori seviziati e abusati (in tutto 5 milioni di immagini), il
piu' grande mai ritrovato in Italia. "Una conferma - sottolinea
il vicequestore aggiunto Elvira D'Amato, responsabile della
Sezione pedofilia - di come proprio i network di pedofili siano
stati tra i primi a piegare ai propri fini perversi le
potenzialita' del sistema". (AGI)
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(AGI) - Roma, 5 gen. - "L'unico modo per argirarne la minaccia
- continua D'Amato - e' monitorare incessantemente la rete,
frequentare forum e chat alla ricerca delle nuove 'tendenze',
guadagnarsi la fiducia degli amministratori di certi spazi e,
con essa, il diritto di entrare, su invito, a far parte di
'circoli' ristrettissimi: e' un lavoro lungo, complesso,
delicato, da portare avanti in stretta collaborazione con i
colleghi di altri paesi, perche' nelle operazioni 'sotto
copertura' e' importante evitare le occasioni di 'fuoco amico'.
Bisogna procedere con grande cautela, per evitare di
individuare il target sbagliato ma anche per arrivare a
raccogliere prove informatiche che poi possano essere accettate
in tribunale contribuendo a incastrare i colpevoli".
Tra l'altro, oltre a complicare non poco le indagini, il
ricorso al "deep web" sembra avere riflessi anche sul mercato
della pedopornografia, riducendo (fino all'attuale al 18%) i
siti a pagamento e incentivando invece "lo scambio in natura di
materiale inedito e sempre piu' hard, offerto da produttori che
coincidono sempre piu' spesso con gli abusanti". Ma nel web
sommerso non c'e' spazio solo per il sesso malato: "l'offerta -
ricorda Novellino - rischia di essere praticamente illimitata e
con essa la possibilita' di incorrere in trappole e raggiri. E'
il caso di chi, ad esempio, offre un determinato prodotto non
lecito, chiede e ottiene una certa somma e si volatilizza una
volta intascati i soldi. Difficile, praticamente impossibile,
che poi il truffato protesti..." Nelle indagini tradizionali,
conclude il vicequestore, "molte operazioni nascono dagli input
del collega che sta in strada, da una sua intuizione o da un
suo suggerimento. Per le indagini on line vale lo stesso
principio: gli spazi virtuali vanno presidiati come quelli
fisici. E l'opportunita', offerta dal legislatore, di agire con
identita' fittizie ha un peso determinante". (AGI)
Bas
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