Se denunci la mafia sei abbandonato a te stesso"
Riceviamo e pubblichiamo
Se denunci la mafia sei abbandonato a te stesso"
Gentilissimo Direttore Angelo Maria Perrino, mi chiamo Scilipoti
Amalia Violetta le invio la mia bozza di lettera che invierò al
Presidente della Repubblica, Presidente della Regione Siciliana,
Ministro degli Interni, Prefetto di Messina, Procuratore di Reggio
Calabria, Direzione Nazionale Antimafia, Direzione Distrettuale
Antimafia di Reggio Calabria
Giovedì, 14 marzo 2013 - 09:05:00
Il boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano
Mi chiamo Scilipoti Amalia V., vivo a Barcellona P.G. (ME), chiamata
la piccola Corleone, a tutt'oggi alla ribalta delle cronache per delitti
efferati compiuti in pieno centro dalla mafia. Sono una normale
insegnante di scuola superiore che nel dialogo quotidiano con i suoi
alunni crede di dover testimoniare l'importanza della legalità e del
ruolo che lo Stato ha in essa. Sono sposata con La Rosa Luigi,
commercialista e revisore dei conti, che nel 2010 ha denunciato un
sistema di estorsioni e vessazioni a suo danno, nella qualità di
Presidente Spastici (AIAS) sezione di Barcellona P.G.. Prendere questa
decisione non è stato facile, è stato un atto di coraggio e di
responsabilità civile.
Grazie alle dichiarazioni rese da mio
marito, nel luglio 2011 sono stati arrestati personaggi di spicco quali:
Rao Giovanni, capo mafia indiscusso e condannato a vent'anni, D'Amico
Carmelo, capo del braccio armato mafioso e altri due esponenti
altrettanto pericolosi Giambò Carmelo e Foti Mariano. Si veda:
Cassazione penale, Sez. I, Sentenza del 30.1.2012, n. 3675. In verità le
dichiarazioni, oltre che personaggi appartenenti alla criminalità
organizzata, hanno riguardato personaggi c.d. “colletti bianchi”.
Oggi mi chiedo perché mio marito non ha alcuna protezione? Perché non
solo non lo si aiuta ma addirittura gli si impedisce di svolgere la sua
professione? Perché l'inchiesta è stata divisa in più procedimenti?
Perché l'operazione sulla mafia è uscita subito mentre lentamente quella
sulla politica? Perché oggi non si hanno notizie del procedimento sui
colletti bianchi? Perché il settore della riabilitazione in Sicilia
viene lasciato fuori? Perché la Procura non agisce? Perché la Procura è
lenta nell'istruire il procedimento contro soggetti potenti che hanno la
principale gestione della riabilitazione? Perché è spedita nel
perseguire mio marito?
Infatti se viene riconosciuto nei
processi di mafia che La Rosa Luigi, nella qualità di Presidente
dell'AIAS sez. di Barcellona P.G., ha dovuto pagare la mafia ed altri
soggetti per più di 10 anni. Perché la Procura competente, a conoscenza
di tutto ciò, anziché proteggere il dichiarante riconoscendo il palese “
gli si contesta, sempre nella qualità di Presidente dell'AIAS sez. di
Barcellona P.G., di non aver versato le ritenute dei dipendenti? Gli
vengono inflitte come pene accessorie: l'interdizione dai pubblici
uffici per 6 mesi, l'incapacità a contrarre con la pubblica
amministrazione per il periodo di un anno, interdizione ad esercitare
l'attività per un anno e l'interdizione perpetua a far parte come
componente delle commissioni tributarie. Se non potrà esercitare la
professione di commercialista, quest'uomo come dovrà vivere e sostentare
la sua famiglia? Come dovrà provvedere ai debiti e alle numerose spese
che sono una conseguenza della scelta fatta a suo tempo, di opporsi ad
un sistema sempre più stringente di estorsioni? dell'Associazione
Italiana Assistenzas tato di necessità” lo condanna in un processo in
cui Questa vicenda è una vergogna! essere inquisiti, senza appartenere
ad organizzazioni criminali, senza richieste di salvacondotti per loro
eventuali pendenze giudiziarie, vengono usati e poi abbandonati al loro
destino. Prima li si intimidisce proponendo o quasi imponendo di
lasciare tutto per aderire ad un sistema di protezione che comporta
l'abbandono della propria realtà, del lavoro, della famiglia, degli
amici, della casa, poi quando, nonostante i rischi a cui si andrà in
contro, si dice “No!”, lo Stato che fa? “Abbiamo scherzato!” Così esce
l'operazione “Gotha 2” ma si lascia in balia del nulla il soggetto
denunziante. Improvvisamente per la Commissione non c'è pericolo, non
c'è rischio. Tanto per le vie di Barcellona P.G. non ci devono camminare
loro.
Lo Stato non sa offrire altro alla gente per bene che
la fuga. Tutti sappiamo che il lavoro assicura dignità ed indipendenza
ed è per questo che i “Padri Costituenti” lo hanno posto a fondamento
della nostra Repubblica. Eppure lo Stato, quello Stato che dovrebbe
tratta di metterlo in pratica cosa fa? Dopo aver offerto una soluzione
che va bene solo ai pentiti, che sono parte del sistema mafioso, che
sono fondamentalmente assassini, che hanno solo da guadagnare una nuova
vita per se stessi e le loro famiglie a spese dei cittadini onesti, non
solo I cittadini che si presentano alle forze dell'ordine senza
promuovere le condizioni che rendano effettivo questo diritto, quando
silo Stato non ha o non vuole avere soluzioni alternative, ma
addirittura impediscea chi ha dato la sua massima disponibilità affinché
giustizia sia fatta di lavorare e quindi di avere quella dignità e
indipendenza che è riconosciuta dalla nostra Costituzione.
E'
come se dicesse visto che non hai accettato di essere uno stipendiato al
servizio della Magistratura, e quindi di dipendere in tutto e per tutto
dal suo volere, visto che la mafia non ti ha distrutto vai comunque
ridotto al bisogno, così dovrai accettare qualunque cosa. Perché
l'apparato giudiziario, solo fortuitamente venuto a conoscenza dei
fatti, si è prima assicurato la collaborazione di mio marito (La Rosa
Luigi) per ciò che gli dava un sicuro e importante successo e poi si è
dileguato?
Se nel maggio del 2010 ritenevo che era giusto
andare a denunciare, che era l'unica cosa che un cittadino responsabile
potesse fare, che non si potesse scendere a compromessi con certi
soggetti, oggi comincio a dubitare della mia scelta poiché gli ultimi
tre anni sono stati terribili. Mio marito è un commercialista, e col suo
lavoro il consenso sociale è importante, un cliente deve avere fiducia
altrimenti si rivolge a qualcun altro. Così da quando è iniziata questa
storia pian piano lo studio continua a perdere clienti e a nulla vale lo
sforzo di cercarne di nuovi poiché la posizione di mio marito rimane a
tutt'oggi non ben definita per l'opinione pubblica. Alla campagna
denigratoria che è stata attuata sotto la spinta dei colletti bianchi
non è stata corrisposta una decisa smentita da parte dell'autorità
giudiziaria che, se riconosce nel segreto delle sue stanze l'importanza
dell'apporto dato dalle dichiarazioni del La Rosa, non mette in atto
nessun comportamento di riconoscimento pubblico, lascia che la società
continui a credere che si tratti di un individuo da evitare, che in
fondo è uno da guardare con sospetto. Così non solo è guardato male
dalla mafia in un paese ad alta densità mafiosa, non solo non gode di
una reale protezione, ma si ritrova sempre più isolato, mentre gli amici
e i conoscenti si districano tra lui e le pressioni provenienti dagli
ambienti delinquenziali.
Non ho più parole per sostenere e
confortare mio marito, né posso più pensare che giustizia verrà fatta.
In questo periodo molti sono stati i momenti di sconforto e difficoltà
incontrati ma ho sempre pensato che se pur lenta la giustizia, e quindi
gli uomini che vi devono provvedere avrebbero lavorato in scienza e
coscienza, mentre ora credo che è stato tutto inutile e che ho solo
complicato la vita di mio marito. Credo che tutti i cittadini devono
sapere la verità!
Certa di una sua pronta risposta.
Barcellona P.G.,
Distinti Saluti
Amalia Violetta Scilipoti
fonte
https://www.facebook.com/groups/558312514192498/permalink/567272009963215/
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