IL MINISTRO DELL'INTERNO
di concerto con
IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE
E DEI TRASPORTI
Visto il decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, recante
«Riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti
del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, a norma dell'art. 11 della
legge 29 luglio 2003, n. 229»;
Visto il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante
«Attuazione dell'art. 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia
di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro» e
successive modificazioni;
Visto il Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio del 9
marzo 2011, n. 305, che fissa condizioni armonizzate per la
commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la
direttiva 89/106/CEE del Consiglio;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 2011, n.
151 e successive modificazioni, concernente il Regolamento recante
«Semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla
prevenzione degli incendi, a norma dell'art. 49, comma 4-quater, del
decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni,
dalla legge 30 luglio 2010, n. 122»;
Visto il decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il
Ministro del lavoro e della previdenza sociale, del 10 marzo 1998,
pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana n. 81 del 7 aprile 1998, recante «Criteri
generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza
nei luoghi di lavoro»;
Visto il decreto del Ministro dell'interno del 16 febbraio 2007,
pubblicato nel supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana n. 74 del 29 marzo 2007, recante «Classificazione
di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere
da costruzione»;
Visto il decreto del Ministro dell'interno del 9 marzo 2007,
pubblicato nel supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana n. 74 del 29 marzo 2007, recante «Prestazioni di
resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attivita' soggette al
controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco»;
Visto il decreto del Ministro dell'interno del 9 maggio 2007,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 117
del 22 maggio 2007, recante «Direttive per l'attuazione
dell'approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio»;
Visto il decreto del Ministro dell'interno del 7 agosto 2012,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 201
del 29 agosto 2012, recante «Disposizioni relative alle modalita' di
presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione
incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi dell'art. 2,
comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 2011,
n. 151»;
Visto il decreto del Ministero dell'interno del 20 dicembre 2012,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 3
del 4 gennaio 2013, recante «Regola tecnica di prevenzione incendi
per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati
nelle attivita' soggette ai controlli di prevenzione incendi»;
Ravvisata la necessita' di emanare specifiche disposizioni di
prevenzione incendi per le attivita' di aerostazioni con superficie
coperta accessibile al pubblico superiore a 5.000 m²;
Sentito il Comitato Centrale Tecnico-Scientifico per la prevenzione
incendi di cui all'art. 21 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n.
139;
Espletata la procedura di informazione ai sensi della direttiva n.
98/34/CE, come modificata dalla direttiva n. 98/48/CE;
Decreta:
Art. 1
Campo di applicazione
1. Le disposizioni contenute nel presente decreto si applicano per
la progettazione, la costruzione e l'esercizio delle attivita' di
aerostazioni con superficie coperta accessibile al pubblico superiore
a 5.000 m², cosi' come definite nella regola tecnica di cui all'art.
3.
Art. 2
Obiettivi
1. Ai fini della prevenzione incendi, allo scopo di raggiungere i
primari obiettivi di sicurezza relativi alla salvaguardia delle
persone e alla tutela dei beni contro i rischi di incendio, le
attivita' di cui all'art. 1 del presente decreto, sono realizzate e
gestite in modo da:
a) minimizzare le cause di incendio;
b) garantire la stabilita' delle strutture portanti al fine di
assicurare il soccorso agli occupanti;
c) limitare la produzione e la propagazione di un incendio
all'interno dei locali o edifici;
d) limitare la propagazione di un incendio ad edifici o locali
contigui;
e) assicurare la possibilita' che gli occupanti lascino i locali
e gli edifici indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo;
f) garantire la possibilita' per le squadre di soccorso di
operare in condizioni di sicurezza.
Art. 3
Disposizioni tecniche
1. Ai fini del raggiungimento degli obiettivi di cui all'art. 2, e'
approvata la regola tecnica di prevenzione incendi allegata al
presente decreto.
Art. 4
Applicazione delle disposizioni tecniche
1. Le disposizioni di cui all'art. 3 si applicano alle aerostazioni
di cui all'art. 1, di nuova realizzazione e alle aerostazioni
esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto, nel
caso di interventi di ristrutturazione, anche parziale, o di
ampliamento successivi a predetta data, limitatamente alle parti
interessate dall'intervento.
2. Le aerostazioni esistenti alla data di entrata in vigore del
presente decreto sono adeguate alle disposizioni di cui alla regola
tecnica allegata al presente decreto secondo le indicazioni di cui
all'art. 6, salvo che nei seguenti casi:
a) siano in possesso di atti abilitativi riguardanti anche la
sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio, rilasciati dalle
competenti autorita', cosi' come previsto dall'art. 38 del
decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni,
dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, recante disposizioni urgenti per il
rilancio dell'economia;
b) siano stati pianificati o siano in corso lavori di ampliamento
o di ristrutturazione dell'attivita' sulla base di un progetto
approvato dal competente Comando provinciale dei vigili del fuoco ai
sensi dell'art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 1°
agosto 2011, n. 151.
Art. 5
Commercializzazione ed impiego dei prodotti
1. Possono essere impiegati nel campo di applicazione disciplinato
nel presente decreto i prodotti regolamentati dalle disposizioni
comunitarie applicabili, a queste conformi e rispondenti ai requisiti
di prestazione previsti dal presente decreto.
2. Gli estintori portatili, gli estintori carrellati, i liquidi
schiumogeni, i prodotti per i quali e' richiesto il requisito di
reazione al fuoco diversi da quelli di cui al comma precedente, gli
elementi di chiusura per i quali e' richiesto il requisito di
resistenza al fuoco, disciplinati in Italia da apposite disposizioni
nazionali, gia' sottoposte con esito positivo alla procedura di
informazione di cui alla direttiva 98/34/CE, come modificata dalla
direttiva 98/48/CE, che prevedono apposita omologazione per la
commercializzazione sul territorio italiano e, a tale fine, il mutuo
riconoscimento, sono impiegabili nel campo di applicazione del
presente decreto se conformi alle suddette disposizioni.
3. Ai fini della sicurezza antincendio, le tipologie di prodotti
non contemplati dai commi 1 e 2, purche' legalmente fabbricati o
commercializzati in uno degli Stati membri dell'Unione europea o in
Turchia, in virtu' di specifici accordi internazionali stipulati con
l'Unione europea, ovvero legalmente fabbricati in uno degli Stati
firmatari dell'Associazione europea di libero scambio (EFTA), parte
contraente dell'accordo sullo spazio economico europeo (SEE), possono
essere impiegati nel campo di applicazione del presente decreto se
utilizzati nelle stesse condizioni che permettono di garantire un
livello di protezione equivalente a quello prescritto dal decreto
stesso.
Art. 6
Disposizioni transitorie e finali
1. Fatti salvi gli obblighi stabiliti dalla vigente legislazione in
materia di sicurezza e di prevenzione incendi, le aerostazioni di cui
all'art. 4, comma 2, devono essere adeguate ai requisiti di sicurezza
antincendio previsti ai seguenti punti della allegata regola tecnica,
entro i termini temporali di seguito indicati:
a) entro il termine previsto dall'art. 11, comma 4, del decreto
del Presidente della Repubblica 1° agosto 2011, n. 15 e successive
modificazioni, per i seguenti punti:
1. Generalita';
2. Ubicazione;
4. Misure per il dimensionamento delle vie esodo (con
esclusione dei punti: 4.4 e 4.8, per il punto 4.3 la capacita' di
deflusso puo' essere aumentata fino a 75 anche nel caso in cui gli
impianti sono previsti nel progetto di cui al comma 2 del presente
articolo);
6. Impianti elettrici (con esclusione dei punti 6.2, comma 1,
lettera d) e 6.3, comma 2);
7.2 Estintori;
9. Segnaletica di sicurezza;
10. Organizzazione e gestione della sicurezza antincendio (con
esclusione dei commi 6 e 7);
11. Divieti;
b) entro tre anni dal termine previsto alla precedente lettera
a), per i seguenti punti:
4.4. Lunghezza dei percorsi di esodo;
5. Impianti di climatizzazione;
6.3. Illuminazione di sicurezza (limitatamente al comma 2);
7. Mezzi ed impianti di estinzione degli incendi (con
esclusione del punto 7.2);
8. Impianti di rivelazione, segnalazione e allarme;
10. Organizzazione e gestione della sicurezza antincendio,
(limitatamente al comma 6);
c) entro cinque anni dal termine previsto alla precedente lettera
a), per i restanti punti della regola tecnica.
2. Il progetto di cui all'art. 3 del decreto del Presidente della
Repubblica 1° agosto 2011, n. 151, deve indicare le opere di
adeguamento ai requisiti di sicurezza di cui alle lettere a), b) e c)
del comma 1.
3. Al termine degli adeguamenti previsti alle lettere a), b) e c)
del comma 1 e, comunque alla scadenza dei rispettivi termini previsti
deve essere presentata la segnalazione certificata di inizio
attivita' ai sensi dell'art. 4 del decreto del Presidente della
Repubblica 1° agosto 2011, n. 151.
4. Il presente decreto entra in vigore il trentesimo giorno
successivo alla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana.
Roma, 17 luglio 2014
Il Ministro dell'interno
Alfano
Il Ministro delle infrastrutture
e dei trasporti
Lupi
Allegato
REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI PER LA PROGETTAZIONE,
COSTRUZIONE ED ESERCIZIO DELLE ATTIVITA' DI AEROSTAZIONI CON
SUPERFICIE COPERTA ACCESSIBILE AL PUBBLICO SUPERIORE A 5.000 M²
1. Generalita'
1.1. Scopo e campo di applicazione
1. La presente regola tecnica ha lo scopo di indicare misure
tecniche e gestionali di prevenzione incendi da osservarsi nella
progettazione, realizzazione ed esercizio di strutture destinate ad
aerostazione, al fine di garantire l'uniformita' di applicazione
delle misure di sicurezza antincendio sul territorio nazionale da
parte dei responsabili delle attivita'.
2. Le indicazioni riportate nella presente regola tecnica si
applicano alle attivita' di aerostazione svolte all'interno di un
edificio, anche pluripiano, con superficie coperta accessibile al
pubblico superiore a 5.000 m².
1.2. Termini, definizioni e tolleranze dimensionali
1. Per i termini, le definizioni e le tolleranze dimensionali si
rimanda, oltre che al decreto del Ministro dell'interno 30 novembre
1983 e successive modificazioni, anche al Regolamento CE n. 300/2008
dell'11 marzo 2008.
2. Ai fini della presente regola tecnica si definisce inoltre:
Aerostazione: infrastruttura aeroportuale comprese le relative
pertinenze commerciali, di servizio, di ristoro e di controllo del
passeggero, attrezzata per la permanenza, i controlli di sicurezza,
l'imbarco, lo sbarco e per il transito dei passeggeri e del loro
bagaglio.
Responsabile dell'attivita': fatti salvi i casi specifici, in
generale e' la Societa' di gestione dell'attivita' aeroportuale, le
cui competenze sono definite all'art. 705 del Codice della
Navigazione.
Area lato volo (airside): area di manovra di un aeroporto,
terreni ed edifici adiacenti, o parti di essi, l'accesso ai quali e'
limitato.
Area lato terra (landside): parti di aeroporto, terreni
adiacenti ed edifici o parti di edifici che non si trovano nell'area
lato volo (airside).
TPHP (Typical Peak Hour Passengers): numero di passeggeri
nell'ora di punta tipica.
Strato di aria libera da fumo: zona compresa fra il livello del
pavimento e il limite inferiore dello strato di fumo in cui la
concentrazione del fumo e' minima e le condizioni sono tali da
permettere il movimento agevole delle persone.
1.3. Rinvio a disposizioni e criteri di prevenzione incendi
1. Per le aree e impianti a rischio specifico classificate come
attivita' soggette a controllo ai sensi del decreto del Presidente
della Repubblica 1° agosto 2011, salvo quanto diversamente previsto
nella presente regola tecnica, si applicano le specifiche
disposizioni di prevenzione incendi o, in mancanza di esse, i criteri
tecnici generali di prevenzione incendi di cui all'art. 15 del
decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139.
2. Ubicazione
2.1. Generalita'
1. Le attivita' devono essere ubicate nel rispetto delle distanze
di sicurezza, stabilite dalle disposizioni vigenti, da altre
attivita' che comportino rischi di esplosione od incendio.
2.2. Accesso all'area ed accostamento dei mezzi di soccorso
1. Per consentire l'intervento dei mezzi di soccorso dei Vigili
del Fuoco, gli accessi all'area devono avere i seguenti requisiti
minimi:
larghezza: 3,5 m;
altezza libera: 4 m;
raggio di volta: 13 m;
pendenza: non superiore al 10 %;
resistenza al carico: almeno 20 t (8 t asse anteriore, 12 t
asse posteriore, passo 4 m).
2. L'utilizzo degli spazi esterni, di pertinenza dell'attivita',
ai fini del parcheggio di autoveicoli, non deve pregiudicare
l'accesso e la manovra dei mezzi di soccorso e non deve costituire
ostacolo al deflusso delle persone.
3. Caratteristiche costruttive
3.1. Resistenza al fuoco
1. Le strutture portanti e gli elementi di compartimentazione
dell'aerostazione devono garantire i requisiti di resistenza al fuoco
commisurati alla classe del compartimento determinate in conformita'
al decreto del Ministro dell'interno 9 marzo 2007, con un livello di
prestazione minimo pari al III. In caso di distribuzione non uniforme
del carico di incendio, lo stesso va calcolato con riferimento alla
sua effettiva distribuzione cosi' come prescritto al comma 3
dell'art. 2 del decreto del Ministro dell'interno 9 marzo 2007. In
tale caso, le strutture vanno verificate con modelli di incendio
localizzati utilizzando il valore del carico di incendio specifico qf
. Un modello di incendio localizzato di comprovata validita' e'
riportato nella norma UNI EN 1991 1-2.
2. I requisiti di resistenza al fuoco delle strutture portanti e
degli elementi di compartimentazione delle aree a rischio specifico
devono rispettare le disposizioni di prevenzione incendi all'uopo
emanate.
3.2. Reazione al fuoco
1. I prodotti da costruzione rispondenti al sistema di
classificazione europeo di cui al decreto del Ministro dell'interno
10 marzo 2005 e successive modificazioni, devono essere installati
seguendo le prescrizioni e le limitazioni di seguito specificate.
2. In tutte le zone dell'aerostazione accessibili al pubblico le
pareti dovranno essere realizzate o rivestite con materiali aventi
classe di reazione al fuoco non inferiore a B-s1,d0. Tali materiali
potranno essere installati anche non in aderenza al supporto
incombustibile purche' detta classe risulti attribuita in funzione
delle reali condizioni di posa, ossia avendo valutato il
comportamento al fuoco su entrambe le facce.
3. Fanno eccezione le pareti di separazione tra le varie
attivita' commerciali che dovranno essere realizzate in materiali di
classe A1.
4. In tutte le zone dell'aerostazione accessibile al pubblico gli
eventuali controsoffitti o rivestimenti del soffitto incombustibili
dovranno avere classe di reazione al fuoco non inferiore a B-s1,d0 e
tutti i pavimenti dovranno avere classe di reazione al fuoco non
inferiore a Bfl -s1.
5. E' consentita l'installazione di materiali isolanti
combustibili aventi classe di reazione al fuoco non inferiore a
B-s2-d1 e BL -s2-d1 quando e' prevista una protezione in grado di
garantire che gli stessi non siano a contatto con le fiamme, da
realizzarsi con prodotti e/o elementi da costruzione aventi una
classe di resistenza al fuoco non inferiore a EI 30.
6. In caso di protezione con impianto automatico di spegnimento
puo' consentirsi l'impiego di materiali di classe C-s1-d0, Cfl -s1 in
luogo rispettivamente delle classi B-s1-d0, Bfl -s2 precedentemente
indicate.
7. I materiali non ricompresi nella fattispecie dei prodotti da
costruzione devono essere omologati ai sensi del decreto del Ministro
dell'interno 26 giugno 1984 e successive modificazioni. Per i
materiali rientranti nei casi specificatamente previsti dall'art. 10
del citato decreto 26 giugno 1984, e' consentito che la relativa
classe di reazione al fuoco sia attestata ai sensi del medesimo
articolo.
I tendaggi devono avere una classe di reazione al fuoco non
superiore a 1.
Le poltrone ed i mobili imbottiti devono essere di classe 1 IM.
I sedili non imbottiti dovranno essere di classe non superiore a
2.
8. Le canalizzazioni di distribuzione e ripresa dell'aria degli
impianti di condizionamento e ventilazione dovranno essere conformi
al decreto del Ministro dell'interno 31 marzo 2003.
9. Sono fatti salvi i materiali installati in data precedente
all'emanazione della presente regola tecnica. Per le attivita'
esistenti, andranno utilizzati materiali classificati, come sopra
indicato, in occasione della loro sostituzione.
3.3. Compartimentazione
1. Le aree aperte al pubblico delle aerostazioni, distribuite
anche su piu' livelli, devono essere compartimentate dalle altre aree
dell'edificio. In caso di collegamenti con nodi di trasporto
intermodali andranno individuate le idonee misure di sicurezza
compatibili con le attivita' connesse.
2. Gli elementi di separazione devono possedere una classe di
resistenza al fuoco non inferiore a quella richiesta per il
compartimento aerostazione, ovvero non inferiore a quella prevista
per l'attivita' adiacente, qualora fosse richiesta per quest'ultima
una classe di resistenza superiore.
3. Per le aree adibite ad attivita' commerciali e' ammessa la
comunicazione con le aree dell'aerostazione aperte al pubblico senza
necessita' di requisiti di compartimentazione, con esclusione per i
depositi annessi con superficie superiore a 100 m² e carico
d'incendio superiore a 600 MJ/m².
4. Per le comunicazioni tra le aree aperte al pubblico e
l'impianto di smistamento bagagli, negli attraversamenti di tali
compartimenti con i nastri trasportatori, e' ammessa l'adozione di un
idoneo sistema di confinamento dei fumi.
3.4. Ascensori e rampe mobili
1. Tutti gli ascensori che attraversano piu' compartimenti devono
avere il vano corsa di tipo protetto, con caratteristiche di
resistenza al fuoco congrue con quanto previsto per i compartimenti
attraversati.
2. Le caratteristiche dei vani ascensore devono rispondere alle
specifiche disposizioni vigenti di prevenzione incendi.
4. Misure per il dimensionamento delle vie esodo
4.1. Generalita'
1. Per quanto non specificatamente previsto nella presente regola
tecnica, le misure relative alle vie di esodo devono essere conformi
a quanto previsto dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e
successive modificazioni, concernente le misure relative alle vie di
esodo in caso di incendio nei luoghi di lavoro.
4.2. Affollamento
1. Il valore dell'affollamento massimo ipotizzabile dell'intera
aerostazione, viene dichiarato dal gestore aeroportuale, ma non
potra' essere inferiore al TPHP (Typical Peak Hour Passengers: numero
di passeggeri nell'ora di punta tipica) ottenuto con la formulazione
riferita alla metodologia FAA (Federal Aviation Administration)
moltiplicando il traffico annuo per i fattori correttivi di seguito
indicati, incrementato del 20 %:
===========================================================
| Traffico Annuo | TPHP |
+===========================================+=============+
| ≥20.000.000 | 0.030% |
+-------------------------------------------+-------------+
| 10.000.000-19.999.999 | 0.035% |
+-------------------------------------------+-------------+
| 1.000.000-9.999.999 | 0.040% |
+-------------------------------------------+-------------+
| 5000.000-999.999 | 0.050% |
+-------------------------------------------+-------------+
| 100.000-499.000 | 0.065% |
+-------------------------------------------+-------------+
| < 100.000 | 0.120% |
+-------------------------------------------+-------------+
2. Il valore massimo dell'affollamento ipotizzabile e la
destinazione delle diverse zone deve essere dichiarato dal gestore
anche per le seguenti aree, per le quali, in ogni caso, non dovra'
essere inferiore a:
lato volo (airside) e lato terra (landside): 0.07 persone/m²;
gates imbarco e sala di riconsegna bagagli: 0.20 persone/m²;
zone check-in e sala di attesa arrivi: 0.25 persone/m²;
zona in prossimita' dei controlli di sicurezza: 0.40
persone/m².
4.3. Capacita' di deflusso
1. La capacita' di deflusso per le aerostazioni non deve essere
superiore a 60.
2. In caso di presenza del sistema di controllo fumi e
dell'impianto automatico di spegnimento, la capacita' di deflusso
puo' essere aumentata fino a 75.
4.4. Lunghezza dei percorsi di esodo
1. Il percorso effettivo, senza ostacoli al deflusso, per
raggiungere un luogo sicuro, non puo' essere superiore a 60 m.
2. In caso di presenza di impianto automatico di spegnimento o di
impianto di estrazione localizzata dei fumi, la lunghezza del
percorso puo' essere aumentata fino a 70 m.
4.5. Sistema delle vie di esodo
1. Le zone, landside e airside, devono essere ognuna provvista di
un proprio sistema organizzato di vie d'uscita indipendenti verso un
luogo sicuro, dimensionato in base al massimo affollamento previsto
ed alla capacita' di deflusso, che, in caso di incendio, garantisca
l'esodo rapido e ordinato degli occupanti, comprese le persone
disabili.
2. Le vie di uscita delle aree commerciali possono confluire nel
sistema di vie di esodo dell'aerostazione.
3. Ai fini dell'esodo per la zona airside/landside, si potranno
utilizzare i varchi di controllo confluenti sulla zona
landside/airside, se tale ipotesi e' prevista nel piano di emergenza.
4. Nel piano di emergenza deve essere prevista l'attivazione, di
un servizio di assistenza all'esodo per le persone diversamente
abili.
4.6. Larghezza totale delle vie di esodo
1. La larghezza totale delle uscite da ogni piano, e da ogni
zona, deve essere determinata dal rapporto tra il massimo
affollamento previsto e la capacita' di deflusso del piano.
4.7. Numero di uscite
1. Le uscite da ciascun piano o compartimento frequentato dal
pubblico non devono essere inferiori a due, ed essere posizionate in
punti ragionevolmente contrapposti.
4.8. Sistema di controllo dei fumi e del calore, di tipo naturale o
meccanico
1. Le aree dell'aerostazione accessibili al pubblico devono
essere provviste di un sistema di controllo dei fumi finalizzato a
garantire uno strato di aria libera da fumo di altezza pari almeno a
2,00 m., progettato, costruito e gestito in conformita' alle
disposizioni di cui al decreto del Ministro dell'interno 20 dicembre
2012 ed in relazione alle attivita' in esame.
2. In particolare il raggiungimento di tale obiettivo
prestazionale dovra' essere realizzato mediante un'idonea
progettazione del sistema di smaltimento fumi che tenga conto anche
delle necessarie esigenze di aria fresca di richiamo e di mantenere
condizioni ambientali sostenibili e compatibili con le necessita'
degli occupanti, in corrispondenza delle uscite di sicurezza e lungo
i percorsi di esodo, per il tempo necessario al raggiungimento di un
luogo sicuro e/o l'intervento delle squadre di soccorso.
3. Nel caso di aerostazioni articolate su piu' edifici,
eventualmente uniti tramite corridoi di collegamento, per i singoli
edifici dell'aerostazione dovranno essere previsti idonei sistemi di
confinamento del fumo.
4. Per il calcolo della portata dei fumi deve essere assunto un
incendio di progetto pari ad almeno 3.000 kW, da intendersi come
potenza massima raggiunta. La potenza sara' espressa mediante una
funzione temporale ad andamento di tipo quadratico e con velocita' di
crescita media. Nel caso di installazione di un impianto di
spegnimento automatico sprinkler e' consentito assumere un incendio
di progetto di 1.500 kW.
5. Impianti di climatizzazione
1. Gli impianti di climatizzazione, di tipo centralizzato o
localizzato, devono possedere requisiti che garantiscano il
raggiungimento dei seguenti obiettivi:
non alterare la compartimentazione;
evitare il ricircolo dei prodotti della combustione o di altri
gas ritenuti pericolosi;
non produrre, a causa di avarie e/o guasti propri, fumi che si
diffondano nei locali serviti;
non costituire elemento di propagazione di fumi e/o fiamme,
anche nella fase iniziale degli incendi.
6. Impianti elettrici
6.1. Generalita'
1. Gli impianti elettrici devono essere realizzati ed installati
in conformita' alla legge 1 ° marzo 1968, n. 186.
2. Ai fini della prevenzione degli incendi, devono avere le
seguenti ulteriori caratteristiche:
non costituire causa primaria di incendio o di esplosione;
non fornire alimento o via privilegiata di propagazione degli
incendi;
il comportamento al fuoco della membratura deve essere
compatibile con la specifica destinazione d'uso dei singoli locali;
essere suddivisi in modo che un eventuale guasto non provochi
la messa fuori servizio dell'intero sistema (utenza) garantendo
comunque la sicurezza dei soccorritori;
disporre di apparecchi di manovra ubicati in posizioni
«protette» e riportare chiare indicazioni dei circuiti cui si
riferiscono.
6.2. Impianti elettrici di sicurezza
1. I seguenti sistemi di utenza devono disporre di alimentazione
di sicurezza:
a) illuminazione di sicurezza;
b) allarme;
c) rivelazione incendio;
d) impianto di diffusione sonora;
e) sistema di controllo fumi;
f) impianti di estinzione degli incendi.
2. L'alimentazione di sicurezza deve essere realizzata secondo la
normativa tecnica vigente, in grado di assicurare il passaggio
automatico dall'alimentazione primaria a quella di riserva entro:
0,5 s per gli impianti di cui alle lettere a-b-c-d;
15 s per gli impianti di cui alle lettere e-f.
3. Il dispositivo di carica degli eventuali accumulatori e/o dei
gruppi di continuita' deve essere di tipo automatico e con tempi di
ricarica conformi a quanto previsto dalla regola dell'arte.
4. L'autonomia di funzionamento dell'alimentazione di sicurezza
degli impianti di cui alle lettere a-b-c-d-e-f) e' stabilita in 60
minuti.
5. L'installazione dei gruppi elettrogeni deve essere conforme
alle regole tecniche vigenti.
6.3. Illuminazione di sicurezza
1. In tutte le aree aperte al pubblico delle aerostazioni, deve
essere installato un impianto di illuminazione di sicurezza.
2. L'impianto deve assicurare un livello di illuminazione in
conformita' alle norme vigenti, e comunque non inferiore a 5 lux ad 1
metro di altezza dal piano di calpestio.
3. Per l'impianto di illuminazione di sicurezza possono essere
utilizzate singole lampade autoalimentate oppure con alimentazione
centralizzata.
7. Mezzi ed impianti di estinzione degli incendi
7.1. Generalita'
1. Le apparecchiature e gli impianti di estinzione degli incendi
devono essere progettate, installate, e gestiti secondo la regola
dell'arte, conformemente alle normative specifiche e a quanto di
seguito indicato.
7.2. Estintori
1. Le attivita' devono essere dotate di un adeguato numero di
estintori portatili, di tipo omologato, distribuiti in modo uniforme
nell'area da proteggere e in prossimita' delle uscite; devono essere
ubicati in posizione facilmente accessibile e visibile in modo che la
distanza che una persona deve percorrere per utilizzarli non sia
superiore a 30 m. Gli estintori devono essere installati in ragione
di almeno uno ogni 200 m² di pavimento, o frazione, con un minimo di
due estintori per piano o per compartimento e di un estintore per
ciascun impianto a rischio specifico e per ciascuna attivita'
commerciale presente.
2. Gli estintori portatili devono avere carica minima pari a 6 kg
e capacita' estinguente non inferiore a 13A - 89B C.
3. Gli estintori a protezione di aree ed impianti a rischio
specifico devono avere agenti estinguenti di tipo idoneo all'uso
previsto.
7.3. Reti idranti
1. Le aerostazioni nel loro complesso devono essere dotate di
apposita rete idranti, progettata, costruita, e gestita in
conformita' alle disposizioni di cui al decreto del Ministro
dell'interno 20 dicembre 2012.
2. Per i criteri di dimensionamento degli impianti, il livello di
pericolo, con riferimento alla UNI 10779, e' cosi' stabilito, in base
alla superficie coperta accessibile al pubblico dell'aerostazione:
superficie inferiore a 10.000 m² = livello 1;
superficie tra 10.000 e 50.000 m² = livello 2;
superficie superiore a 50.000 m² = livello 3.
L'alimentazione idrica deve essere almeno di tipo singolo
superiore, come definita dalla UNI EN 12845.
3. Per le aerostazioni con superficie coperta accessibile al
pubblico superiore a 10.000 m² deve essere prevista anche la
protezione esterna conforme alla norma UNI 10779.
4. In ogni caso si dovranno installare, in posizione accessibile
e sicura, ed in numero adeguato all'estensione e alla conformazione
dell'aerostazione, idranti soprasuolo conformi alla nonna UNI EN
14384, collegati alla rete pubblica, atti al rifornimento dei mezzi
di soccorso e con una erogazione minima di 500 l/min per almeno 90
minuti.
7.4. Impianto di spegnimento automatico
1. Tutti i locali con superficie superiore a 100 m² e con carico
di incendio specifico superiore a 600 MJ/m², depositi e servizi
compresi, devono essere protetti da impianto di spegnimento
automatico, di tipo idoneo all'uso ed al luogo di installazione,
progettato, costruito e gestito in conformita' alle disposizioni di
cui al decreto del Ministro dell'interno 20 dicembre 2012.
2. Nelle aree accessibili al pubblico l'impianto di spegnimento
automatico deve essere ad acqua.
8. Impianti di rivelazione e segnalazione allarme incendio
1. Tutti i locali dell'aerostazione devono essere protetti da un
impianto fisso di rivelazione e segnalazione allarme incendio
progettato, costruito e gestito in conformita' alle disposizioni di
cui al decreto del Ministro dell'interno 20 dicembre 2012.
9. Segnaletica di sicurezza
1. Deve essere installata la segnaletica di sicurezza, almeno in
lingua italiano e inglese, espressamente finalizzata alla sicurezza
antincendio, conforme al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81,
che indichi:
le uscite di sicurezza e i relativi percorsi d'esodo;
l'ubicazione dei mezzi fissi e portatili di estinzione incendi;
i divieti di fumare ed uso di fiamme libere;
il divieto di utilizzare gli ascensori in caso di incendio;
i pulsanti di allarme.
2. Le uscite di sicurezza ed i percorsi di esodo devono essere
evidenziati da segnaletica di tipo luminoso mantenuta sempre accesa
durante l'esercizio dell'attivita', alimentata sia da rete normale
che da alimentazione di sicurezza.
3. Per le specificita' connesse all'esodo di persone con
disabilita' dovra' essere adottata la cartellonistica definita
dall'art. 4.3 del decreto del Ministero dei lavori pubblici 14 giugno
1989, n. 236.
10. Organizzazione e gestione della sicurezza antincendio
1. L'organizzazione e la gestione della sicurezza deve essere di
tipo coordinato.
2. Il piano di emergenza deve prevedere un servizio interno di
sicurezza, permanentemente presente durante l'esercizio, al fine di
consentire un tempestivo intervento di contenimento e di assistenza
all'esodo.
3. La consistenza numerica del servizio interno di sicurezza
antincendio, deve tenere conto della valutazione dei rischi
d'incendio e deve essere costituito, in ogni caso, da un numero di
addetti non inferiore a quattro unita' per ogni singola aerostazione.
4. Gli addetti del servizio, devono avere conseguito l'attestato
di idoneita' tecnica previsto dall'art. 3 della legge 28 novembre
1996, n. 609.
5. I componenti la squadra di emergenza dovranno, fra l'altro,
conoscere la posizione e la zona di competenza, dei quadri elettrici
generali e degli eventuali comandi di sgancio a distanza ed essere
opportunamente addestrati sulle procedure da attuarsi in caso di
emergenza.
6. Ai fini del necessario coordinamento delle operazioni di
emergenza, deve essere predisposto un apposito locale presidiato, che
garantisca la funzionalita' anche in caso di emergenza, in cui
convergono tutti i segnali per la gestione dell'emergenza.
7. Deve essere presente un efficiente sistema di diffusione
sonora in grado di diffondere avvisi e segnali di allarme,
percepibili anche ai portatori di disabilita' sensoriali, allo scopo
di dare avvio alle procedure di emergenza nonche' alle connesse
operazioni di evacuazione.
8. Le procedure di diffusione dei segnali di allarme devono
essere opportunamente regolamentate nel piano di emergenza.
11. Divieti
1. E' vietato installare all'interno degli ambienti
dell'aerostazione accessibili al pubblico apparecchi per la
produzione di calore funzionanti a combustibile solido, liquido o
gassoso, e apparecchi elettrici con resistenza in vista.
2. Gli ascensori non devono essere utilizzati in caso di
incendio.
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