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venerdì 4 dicembre 2015

Giornale - Il retroscena - Renzi prepara una nuova tassa - Arriva una nuova tassa con la scusa delle pensioni


Giornale - Il retroscena - Renzi prepara una nuova tassa - Arriva una nuova tassa con la scusa delle pensioni
(Giornale, pagina 3)
L'ALIBI DELLE PENSIONI

Renzi prepara una nuova tassa

Ci risiamo: per aiutare le donne a smettere di lavorare prima, raddoppiata la Tobin Tax
Antonio Signorini

L' emendamento di Cesare Damiano (Pd) è stato approvato e raddoppierà di fatto la Tobin Tax sulle transazioni. L'alibi è nobile, ovvero finanziare la cosiddetta «opzione donna», ovvero il progetto per fare andare prima in pensione le donne.

a pagina 3

Arriva una nuova tassa
con la scusa delle pensioni

Per finanziare «opzione donna» approvato un emendamento dell'ex ministro Damiano (Pd) che raddoppia la Tobin tax. Allarme Istat: i nuovi assegni sono più bassi di 3mila euro l'anno

il retroscena

d i Antonio Signorini
Roma Aile tasse non si rinuncia. Ogni buona causa necessita di una copertura e la più facile, almeno in Italia, resta sempre una tassa. Meglio ancora se grava sulle transazioni finanziarie. La Tobin tax è rispuntata anche in questa le y_ e di Stabilità. Poco importa che gli studi comparativi mettano l'Italia in fondo alle classifiche dei Paesi dove conviene investire; dimenticate le scarsissime performance in termini di entrate registrate dalla vecchia versione. C'è chi vuole raddoppiare la tassa che prende il nome dal premio nobel James Tobin. Nell'ordinamento italiano è stata introdotta con la finanziaria del 2013 e prevede, tra le altre cose, una aliquota sulle transazioni sui mercati non regolamentati dello 0,2 per cento. La commissione Lavoro della Camera ha approvato un emendamento, primo firmatario il presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, esponente Pd

ed ex ministro del Welfare, che raddoppia l'aliquota. Ora passa alla commissione Bilancio che dovrà dare il via libera oppure bocciare l'emendamento. L'obiettivo è buono. Quantomeno atteso da migliaia di donne che rischiano di restare escluse da «opzione donna», cioè la possibilità di andare in pensione prima in cambio di un ricalcolo contributivo dell'assegno. Allo voce copertura si stabilisce che «l'aliquota dello 0,2 per cento sul valore della transazione» prevista dalla vecchia le; e sia sostituito con «l'aliquota dello 0,4 per cento». Interpellato dal Giornale, Damiano spiega che questa parte della legge potrebbe cambiare. «C'è sempre il problema di trovare delle coperture, quindi in stretta collaborazione con gli uffici si individuano delle soluzioni che possano essere anche temporanee. Se ci sarà, come mi auguro, un accordo con il governo sull'opzione donna, si potranno anche trovare coperture più adeguate». Ma qualche conto non torna nemmeno all'ex ministro del Lavoro. L'opzione
donna comporta un ricalcolo contributivo della pensione. «Non si capisce come mai se tutti, a partire dall'Inps, ritengono che il sistema contributivo sia in perfetto equilibrio ci chiedano una copertura da 2,5 miliardi per aiutare 36mila lavoratrici» (l'emendamento prevede che le dipendenti pubbliche o private che compiono 57 anni, 58 per le autonome, entro il 31 dicembre di quest'anno possono accedere alla pensione in anticipo di tre mesi rispetto alla normativa attuale, con il taglio del 30% che comporta il ricalcolo contributivo). Il sospetto è che la copertura richiesta dal ministero dell'Economia sia volutamente eccessiva. Un modo come un altro per fare cassa. Con le pensioni oppure, in alternati 

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