Rogo camper: scarcerazione rom, Procura ricorre al riesame =
(AGI) - Roma, 6 giu. - E' destinato a finire all'attenzione del
tribunale del riesame il caso della scarcerazione di Serif
Seferovic, il rom di 20 anni fermato a Torino dalla polizia
perche' fortemente indiziato della morte delle tre sorelle
Halilovic, arse vive nel rogo che il 10 maggio scorso ha
distrutto a Centocelle il camper dove vivevano assieme ad altri
otto familiari, e rimesso in liberta' dal gip del capoluogo
piemontese Alessandra Danieli per "mancanza di indizi di
colpevolezza". Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il
pm Antonino Di Maio, che contestano a Seferovic il triplice
omicidio, il tentato omicidio e la detenzione di oggetto
incendiario (la bottiglietta utilizzata per dare alle fiamme il
camper), stanno valutando l'ordinanza del giudice per capire se
ci siano incongruenze e contraddizioni tra quanto spiegato nel
provvedimento di convalida del fermo e in quello con cui e'
stata negata l'applicazione della misura cautelare. Se si
dovesse decidere per l'impugnazione, sarebbe comunque il pm di
Torino, titolare del fascicolo, a rivolgersi al tribunale del
riesame del suo distretto per competenza. Oggi intanto a Roma
si sono svolti alcuni accertamenti 'irripetibili' sui reperti
rinvenuti nel furgone dei Seferovic, ma di proprieta' di
Renato, fratello di Serif. Quest'ultimo, che ieri sera ha
lasciato il carcere di Torino, non ha preso parte all'atto
istruttorio. (AGI)
Cop
061343 GIU 17
NNNN
tribunale del riesame il caso della scarcerazione di Serif
Seferovic, il rom di 20 anni fermato a Torino dalla polizia
perche' fortemente indiziato della morte delle tre sorelle
Halilovic, arse vive nel rogo che il 10 maggio scorso ha
distrutto a Centocelle il camper dove vivevano assieme ad altri
otto familiari, e rimesso in liberta' dal gip del capoluogo
piemontese Alessandra Danieli per "mancanza di indizi di
colpevolezza". Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il
pm Antonino Di Maio, che contestano a Seferovic il triplice
omicidio, il tentato omicidio e la detenzione di oggetto
incendiario (la bottiglietta utilizzata per dare alle fiamme il
camper), stanno valutando l'ordinanza del giudice per capire se
ci siano incongruenze e contraddizioni tra quanto spiegato nel
provvedimento di convalida del fermo e in quello con cui e'
stata negata l'applicazione della misura cautelare. Se si
dovesse decidere per l'impugnazione, sarebbe comunque il pm di
Torino, titolare del fascicolo, a rivolgersi al tribunale del
riesame del suo distretto per competenza. Oggi intanto a Roma
si sono svolti alcuni accertamenti 'irripetibili' sui reperti
rinvenuti nel furgone dei Seferovic, ma di proprieta' di
Renato, fratello di Serif. Quest'ultimo, che ieri sera ha
lasciato il carcere di Torino, non ha preso parte all'atto
istruttorio. (AGI)
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