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Salute: da studio italiano molecole in grado di rallentare Parkinson =
(AGI) - Roma, 2 set. - Lo sviluppo della malattia di Parkinson
potrebbe essere rallentato grazie alle Resolvine, molecole
prodotte dal nostro organismo per spegnere processi
infiammatori e riparare i tessuti danneggiati da questi
processi. Da tempo la ricerca sta puntando i riflettori sui
possibili rapporti tra stati infiammatori e malattie
neurodegenerative. Nel nuovo studio pubblicato sulla rivista
Nature Communications, un gruppo di ricercatori
dell'Universita' di Roma Tor Vergata, Fondazione Santa Lucia
IRCCS e Universita' Campus Bio-Medico di Roma, hanno prima
rilevato un ridotto livello di una specifica Resolvina, la
Resolvina D1, in pazienti affetti dalla patologia e sono quindi
intervenuti in modo sperimentale su modelli di laboratorio per
riequilibrare la presenza di questa importante molecola
nell'organismo animale. Il gruppo di ricerca e' cosi' riuscito
a rallentare il processo neurodegenerativo che caratterizza la
malattia di Parkinson. (AGI)
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Salute: da studio italiano molecole in grado di rallentare Parkinson (2)=
(AGI) - Roma, 2 set. - "Lo studio - spiega Nicola Mercuri,
Ordinario di Neurologia dell'Universita' di Roma Tor Vergata,
responsabile della Linea di Ricerca di Neuroscienze
Sperimentali dell'IRCCS Santa Lucia e coordinatore dello studio
- ci ha permesso di dimostrare che la proteina alfa sinucleina,
nota per il ruolo chiave nello sviluppo della malattia di
Parkinson, causa molto precocemente un cattivo funzionamento
dei neuroni dopaminergici. Le conseguenze sono disturbi motori
e cognitivi, ma anche un'aumentata neuroinfiammazione associata
a ridotti livelli di Resolvina D1 che abbiamo osservato nel
sangue e nel liquor cefalorachidiano di pazienti affetti da
Parkinson, in cura presso il Policlinico di Tor Vergata".
Partendo da questa osservazione, i ricercatori hanno
somministrato Resolvina D1 in modelli di laboratorio e dopo due
mesi di trattamento hanno potuto osservare una progressiva
riduzione dello stato infiammatorio e del processo degenerativo
che nella malattia di Parkinson provoca la nota distruzione dei
neuroni deputati alla produzione di dopamina. Con essi si sono
ridotti anche i sintomi motori e comportamentali caratteristici
della malattia. "Ad oggi la diagnosi di malattia di Parkinson
avviene tardivamente, quando piu' della meta' dei neuroni
dopaminergici e' gia' andata distrutta e non abbiamo terapie
per rigenerarli", sottolinea Marcello D'Amelio, ordinario di
Fisiologia Umana del Campus Bio-Medico di Roma e Responsabile
del Laboratorio di Neuroscienze Molecolari dell'IRCCS Santa
Lucia.(AGI)
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Salute: da studio italiano molecole in grado di rallentare Parkinson (3)=
(AGI) - Roma, 2 set. - "Essere riusciti a intervenire in
Laboratorio su un processo infiammatorio collegato a questa
neurodegenerazione prima che i neuroni dopaminergici siano
andati persi per sempre, fa ben sperare per future
sperimentazioni cliniche in grado di rallentare o
auspicabilmente arrestare lo sviluppo della malattia",
aggiunge. I risultati dello studio, sottolineano i ricercatori,
offrono nuovi spunti non solo per l'individuazione di terapie
efficaci ma anche nell'anticipazione dei tempi di diagnosi
della malattia. "E' ragionevole ipotizzare che la presenza
ridotta di Resolvine in pazienti affetti da Parkinson possa in
futuro servire anche come marcatore precoce della malattia",
spiega Valerio Chiurchiu', Ricercatore dell'Unita' di
Biochimica dell'Universita' Campus Bio-Medico di Roma e
dell'IRCCS Santa Lucia. (AGI)
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