LUNEDÌ 02 SETTEMBRE 2019 13.08.24
RICERCA: VECCHIO FARMACO SPERANZA PER CAVERNOMI CERVELLO, CERCASI VOLONTARI =
ADN0442 7 CRO 0 ADN CRO NAZ
RICERCA: VECCHIO FARMACO SPERANZA PER CAVERNOMI CERVELLO, CERCASI VOLONTARI =
6 centri italiani testano il propranololo, arruolamento aperto
fino al 30 settembre
Milano, 2 set. (AdnKronos Salute) - Da un vecchio farmaco la speranza
di una possibile cura per i cavernomi cerebrali, malformazioni dei
vasi sanguigni del cervello che possono provocare emorragie a volte
associate a deficit neurologici, crisi epilettiche, mal di testa
ricorrenti, paralisi o ictus emorragico. Il propranololo, un
medicinale già disponibile e di uso comune, si è dimostrato efficace
negli animali e ora uno studio clinico lo testerà nell'uomo. La
speranza è quella di offrire ai pazienti un'alternativa 'dolce' alla
rimozione chirurgica del cavernoma tramite craniotomia.
All'origine ci sono ricerche firmate da un team guidato da Elisabetta
Dejana dell'Istituto Firc di oncologia molecolare (Ifom) e
dell'università Statale di Milano, sostenute dall'Associazione
italiana per la ricerca sul cancro (Airc) e dall'European Research
Council (Erc). La sperimentazione clinica, in collaborazione con
Roberto Latini dell'Irccs Istituto di ricerche farmacologiche di
Milano e finanziata dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa),
coinvolge 6 centri della Penisola - Policlinico, Besta e Niguarda di
Milano, università Cattolica di Roma, Casa sollievo della sofferenza
di San Giovanni Rotondo (Foggia) e università di Messina - che fino al
30 settembre arruolano volontari. Per info scrivere a
roberto.latini@marionegri.it o telefonare al numero 3396092097.
Ad oggi sono state reclutate 69 persone, ma si punta ad arrivare a 80.
Lo studio durerà 2 anni e prevede l'assunzione quotidiana del farmaco
accompagnata da diverse indagini, tra cui una risonanza magnetica
annuale centralizzata per tutti i pazienti al Policlinico di Milano, e
prelievi che consentano l'identificazione e la caratterizzazione di
nuovi marcatori diagnostici e terapeutici. (segue)
(Red-Opa/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
02-SET-19 13:07
NNNN
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RICERCA: VECCHIO FARMACO SPERANZA PER CAVERNOMI CERVELLO, CERCASI VOLONTARI (2) =
ADN0443 7 CRO 0 ADN CRO NAZ
RICERCA: VECCHIO FARMACO SPERANZA PER CAVERNOMI CERVELLO, CERCASI VOLONTARI (2) =
(AdnKronos Salute) - I cavernomi cerebrali, malformazioni vascolari di
natura congenita o sporadica, hanno una forma a grappolo simile a un
lampone e sono composti da 'acini' gonfi di sangue chiamati caverne e
rivestiti da una parete endoteliale estremamente sottile. Una volta
effettuata la diagnosi tramite risonanza magnetica e analisi genetica
delle mutazioni responsabili, l'unico trattamento possibile finora è
la rimozione chirurgica attraverso craniotomia: "Una procedura
invasiva e particolarmente critica se il paziente è un bambino -
spiegano gli esperti - o se il cavernoma è ubicato in un'area
cerebrale delicata o nel midollo spinale".
Già nel 2013, in un articolo pubblicato su 'Nature', il gruppo
dell'Ifom aveva definito i cavernomi come tumori benigni formati da
cellule endoteliali trasformate che diventano più mobili, invasive e
vanno incontro a una crescita incontrollata. La causa di questo
cambiamento è stata individuata nell'assenza di una delle tre proteine
che formano il complesso Ccm (Cerebral Cavernous Malformation) e che
sono codificate dai tre geni Ccm1, Ccm2 e Ccm3. Con un nuovo articolo
pubblicato di recente su 'Nature Communications', Dejana e colleghi
hanno aggiunto un tassello alla caratterizzazione molecolare dei
cavernomi: un contributo che, secondo i ricercatori, si può rivelare
"molto importante per caratterizzare più precisamente la patologia e
individuare un approccio terapeutico alternativo alla neurochirurgia". (segue)
(Red-Opa/AdnKronos)
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RICERCA: VECCHIO FARMACO SPERANZA PER CAVERNOMI CERVELLO, CERCASI VOLONTARI (3) =
ADN0444 7 CRO 0 ADN CRO NAZ
RICERCA: VECCHIO FARMACO SPERANZA PER CAVERNOMI CERVELLO, CERCASI VOLONTARI (3) =
(AdnKronos Salute) - "Quanto emerge dalle ultime ricerche che abbiamo
condotto in laboratorio - afferma Dejana - è che, dal punto di vista
molecolare, vi sono similitudini sorprendenti tra il cavernoma e un
tumore benigno". La formazione dei cavernomi partirebbe infatti da una
sola cellula, che mantiene nei vasi del cervello delle caratteristiche
di immaturità. Questa cellula, se portatrice di una mutazione in uno
dei tre geni Ccm, è capace di proliferare vigorosamente e di creare le
grosse malformazioni tipiche del cavernoma.
"Abbiamo sospettato fin dall'inizio che la responsabilità di queste
malformazioni fosse legata alla proliferazione delle cellule staminali
endoteliali presenti nel cervello, dove sono in numero più elevato che
in altri organi - sottolinea Matteo Malinverno, primo autore
dell'articolo - Dopo aver indotto la mutazione di uno dei geni Ccm in
topi di laboratorio abbiamo potuto monitorare i tempi di formazione
dei cavernomi e, grazie a una tecnica che permette di seguire il
destino di ogni singola cellula, abbiamo ottenuto conferma
sperimentale che l'iniziale formazione dei cavernomi è effettivamente
dovuta a una cellula sola, immatura, che entra in una fase di
espansione clonale". (segue)
(Red-Opa/AdnKronos)
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RICERCA: VECCHIO FARMACO SPERANZA PER CAVERNOMI CERVELLO, CERCASI VOLONTARI (4) =
ADN0445 7 CRO 0 ADN CRO NAZ
RICERCA: VECCHIO FARMACO SPERANZA PER CAVERNOMI CERVELLO, CERCASI VOLONTARI (4) =
(AdnKronos Salute) - "L'aspetto interessante - nota Dejana - è che,
una volta identificate, queste cellule potrebbero essere eliminate
selettivamente, bloccando così la formazione dei cavernomi. Il tutto
senza creare grossi danni ai vasi normali del cervello". Grazie
all'uso di topi di laboratorio, infatti, si è riusciti a ricreare il
decorso della patologia umana e a verificare l'efficacia di farmaci
potenzialmente utili a sostituire la chirurgia nella cura del
cavernoma.
"Sorprendentemente il propranololo, un classico beta-bloccante già
disponibile in commercio, riduce significativamente la formazione di
cavernomi nel topo", hanno osservato i ricercatori. "Questa
osservazione - conclude Dejana - ci ha permesso di programmare uno
studio clinico controllato in collaborazione con Roberto Latini
dell'Istituto Mario Negri. Grazie a questo studio dovremmo raccogliere
informazioni importanti sugli effetti di questa terapia nei pazienti".
(Red-Opa/AdnKronos)
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