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martedì 25 febbraio 2020

Scienza: microbiomi trasformano relitti in scogliere artificiali


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Scienza: microbiomi trasformano relitti in scogliere artificiali =

(AGI) - Londra, 25 feb. - I microbi che abitano il fondale marino e ricoprono i relitti delle imbarcazioni affondate circondano queste strutture e contribuiscono a trasformarle in scogliere artificiali ricche di vita. Questo e' quanto emerge da uno studio, presentato all'Ocean Sciences Meeting di San Diego e condotto dai ricercatori dell'Universita' del Mississippi, che hanno analizzato il comportamento dei microbi e di piccole forme di vita che trovano riparo tra l'acciaio e il legno dei relitti abbandonati. "Gli animali macroscopici che abitano le imbarcazioni affondate sono li' solo grazie a forme di vita molto piu' piccole, perche' i microbi rivestono le superfici con una specie di biofilm, uno strato appiccicoso che funziona da richiamo chimico e fisico per creature piu' grandi, come cirripedi e coralli", afferma Leila Hamdan, ecologa microbica marina dell'Universita' del Mississippi. Il suo team sta studiando come i relitti sul fondo dell'oceano possano influenzare le comunita' microbiche. (AGI) Red/Gip (Segue) 251819 FEB 20 NNNN
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(AGI) - Londra, 25 feb. - Dal 2018 la ricercatrice raccoglie campioni e analizza il comportamento e la presenza delle varie specie marine. "Abbiamo rilevato una sorprendente biodiversita' di microbi a una distanza di 50-100 metri dai relitti, ma non solo. Abbiamo dimostrato che il microbioma del fondo marino varia con la distanza dall'imbarcazione: vicino ai velieri di legno ci sono batteri che degradano la cellulosa e l'emicellulosa, componenti principali del legno. Il che suggerisce che probabilmente si stiano cibando dell'oggetto", spiega Justyna Hampel, docente di Biogeochimica presso l'Universita' del Mississippi. "Non sappiamo se questi microbi siano stati trasportati sul fondo del mare o se fossero li' da sempre, in attesa che le condizioni divenissero favorevoli al loro sviluppo. Certo e' che l'assenza di luce e di energia a quelle profondita' non contribuisce allo sviluppo della vita batterica per come la conosciamo", precisa Hamdan, spiegando che esiste una teoria secondo la quale "tutto e' ovunque, ma e' l'ambiente che seleziona", che potrebbe avallare l'ipotesi della fioritura post-affondamento. Il team sta ora analizzando i microbi per cercare di dedurre la loro provenienza, e spera di poter analizzare altri relitti. "Ci sono molte possibilita': nel Golfo del Messico ci sono piu' di 2.000 imbarcazioni sul fondo del mare. Dobbiamo assolutamente studiare diversi siti", conclude Hamdan. (AGI) Red/Gip 251819 FEB 20 NNNN   

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