GIOVEDÌ 11 MAGGIO 2023 11.59.08
TUMORI: ITALIANI SVELANO MECCANISMO MOLECOLARE CHE CAUSA FORME AGGRESSIVE AL SENO =
ADN0406 7 CRO 0 ADN CRO RLO NAZ RPI TUMORI: ITALIANI SVELANO MECCANISMO MOLECOLARE CHE CAUSA FORME AGGRESSIVE AL SENO = Studio UniTo-UniMi-Ieo Milano finanziato dall'Airc scopre 'interruttore' a doppia azione anticancro Milano, 11 mag. (Adnkronos Salute) - La ricerca italiana svela "un inedito meccanismo molecolare" all'origine delle forme più aggressive di cancro al seno. Il processo scoperto dagli scienziati porta la neoplasia ad arricchirsi di cellule staminali tumorali, che da un lato funzionano da "forza motrice" della crescita del cancro, dall'altro "sopprimono la risposta naturale" con cui l'organismo dovrebbe contrastare la malattia. Lo studio, pubblicato su 'Nature Communications' e finanziato da Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, è coordinato da Paola Defilippi, ordinario di Biologia applicata e responsabile del Laboratorio di ricerca Piattaforme di segnalazione nei tumori presso il Dipartimento di Biotecnologie molecolari e Scienze per la Salute dell'università di Torino, e Salvatore Pece, ordinario di Patologia generale all'università Statale di Milano e direttore del Laboratorio Tumori ormono-dipendenti e Patobiologia delle cellule staminali dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) del capoluogo lombardo. All'origine del meccanismo molecolare descritto dagli autori - riferiscono UniTo, UniMi e Ieo - c'è verosimilmente p140Cap, una proteina in grado di inibire la crescita tumorale. La sua assenza, che caratterizza almeno il 40-50% di tutti i casi di tumori mammari umani, determina una cascata di eventi che portano all'attivazione incontrollata del gene responsabile della sintesi di beta-catenina, una potente proteina coinvolta nella crescita tumorale. Una volta attivata, la beta-catenina provoca l'espansione del compartimento delle staminali tumorali. A loro volta queste cellule rilasciano citochine antinfiammatorie, inibendo direttamente la risposta immunitaria antitumorale e creando un ambiente favorevole all'ulteriore crescita del tumore. "Dunque p140Cap si comporta come una specie di interruttore molecolare - spiega Defilippi - che tramite l'inibizione di beta-catenina, e la conseguente riduzione del compartimento delle cellule staminali tumorali, esercita una duplice funzione antitumorale: inibisce l'espansione della massa tumorale e sostiene una efficiente risposta immunitaria antitumorale nel microambiente circostante". Afferma Pece: "Attraverso studi clinici retrospettivi in coorti di pazienti, abbiamo dimostrato una chiara correlazione tra bassi livelli della proteina p140Cap nei tumori mammari più aggressivi e ridotta presenza di cellule del sistema immunitario, in particolare linfociti, nelle aree circostanti il tumore. Questi dati suggeriscono che p140Cap potrebbe essere utilizzato come un utile biomarcatore nella pratica clinica, per identificare i tumori mammari con alterazioni della risposta immunitaria antitumorale". (segue) (Red-Opa/Adnkronos Salute) ISSN 2465 - 1222 11-MAG-23 11:59 NNNN
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TUMORI: ITALIANI SVELANO MECCANISMO MOLECOLARE CHE CAUSA FORME AGGRESSIVE AL SENO (2) =
ADN0407 7 CRO 0 ADN CRO RLO NAZ RPI TUMORI: ITALIANI SVELANO MECCANISMO MOLECOLARE CHE CAUSA FORME AGGRESSIVE AL SENO (2) = (Adnkronos Salute) - "Il meccanismo molecolare con cui p140Cap inibisce a monte l'attività della beta-catenina - sottolinea Vincenzo Salemme, ricercatore del Dipartimento di Biotecnologie molecolare e Scienze per la Salute di UniTo e primo autore dell'articolo - dipende dal fatto che la prima proteina è parte di un complesso macchinario multiproteico deputato a distruggere la stessa beta-catenina, che così non si accumula eccessivamente all'interno della cellula. In assenza di p140Cap questa funzione è alterata, come accade in alcuni tumori mammari in cui aumentano di conseguenza sia i livelli di beta-catenina sia la sua azione capace di influire sull'espansione delle cellule staminali tumorali". "Nel corso degli ultimi anni - osserva Defilippi - è emerso in modo chiaro che tra i principali responsabili all'origine della formazione e della continua crescita dei tumori ci sono le cellule staminali tumorali. Si tratta di cellule dotate di capacità illimitata di auto-rinnovamento e in grado di sostenere nel tempo la crescita della massa tumorale. In nostri precedenti studi avevamo già messo in luce il ruolo inibitore di p140Cap sulla crescita tumorale e stabilito che la perdita di questa proteina è legata a una maggiore aggressività biologica e a un decorso clinico più sfavorevole di alcuni tipi di tumori mammari. Non avevamo però ancora una completa comprensione del meccanismo d'azione specifico e della varietà di conseguenze funzionali legate alla perdita di p140Cap sulla crescita tumorale". "Ora, attraverso questi studi - precisa la specialista - sappiamo che questa funzione dipende da un'azione diretta di p140Cap sull'attività di beta-catenina. Inoltre, grazie ai risultati ottenuti sia in topi di laboratorio con tumore mammario sia in campioni ottenuti da pazienti, abbiamo compreso che la presenza di p140Cap è fondamentale. Infatti questa proteina, inibendo le cellule staminali tumorali, da un lato blocca direttamente la crescita del tumore e dall'altro lato permette una efficiente risposta immune antitumorale nel microambiente circostante il tumore stesso". (segue) (Red-Opa/Adnkronos Salute) ISSN 2465 - 1222 11-MAG-23 11:59 NNNN
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TUMORI: ITALIANI SVELANO MECCANISMO MOLECOLARE CHE CAUSA FORME AGGRESSIVE AL SENO (3) =
ADN0408 7 CRO 0 ADN CRO RLO NAZ RPI TUMORI: ITALIANI SVELANO MECCANISMO MOLECOLARE CHE CAUSA FORME AGGRESSIVE AL SENO (3) = (Adnkronos Salute) - "Sappiamo inoltre - prosegue Defilippi - che possiamo inibire l'azione tumorigenica delle cellule staminali tumorali e, al contempo, ripristinare una efficiente risposta immunitaria antitumorale nei tessuti circostanti la neoplasia. Ciò è possibile simulando la funzione di p140Cap all'interno del macchinario di distruzione della beta-catenina, attraverso l'utilizzo di farmaci al momento disponibili solo per uso sperimentale". "I risultati dei nostri studi - evidenzia Pece - si collocano nella prospettiva di alcuni tra i più importanti concetti emersi nella ricerca oncologica degli ultimi anni, nel tentativo di spiegare l'aggressività biologica e clinica dei tumori, in particolare di quelli mammari. Sappiamo oggi che i tumori più aggressivi e con decorso clinico più sfavorevole sono quelli arricchiti in cellule staminali tumorali, oppure quelli in grado di sfuggire alla risposta immunitaria naturale, rendendo inefficienti i meccanismi di barriera antitumorale esercitati dalle cellule del sistema immunitario. La nostra scoperta, dell'esistenza di un nuovo circuito molecolare p140Cap/beta catenina, apre a una prospettiva concreta per la stratificazione a fini terapeutici delle pazienti con tumore mammario che hanno perduto p140Cap. Tale perdita è infatti alla base dell'acquisizione contemporanea di entrambe queste caratteristiche aggressive della biologia dei tumori mammari. Grazie a questi risultati, le pazienti potrebbero beneficiare in futuro di nuove terapie per colpire le cellule staminali tumorali e ripristinare una efficiente risposta immunitaria contro il cancro. Terapie di questo tipo sono oggi l'obiettivo delle principali linee di ricerca per lo sviluppo di nuovi farmaci in oncologia". "Questo studio rappresenta per noi motivo di grande soddisfazione - conclude l'esperto - non solo per la sua valenza scientifica, ma anche perché dimostra l'importanza dello sforzo cooperativo tra gruppi di ricerca che fondono differenti competenze scientifiche e piattaforme tecnologiche per far avanzare la conoscenza della biologia dei tumori mammari e aprire nuove prospettive terapeutiche per le pazienti". (Red-Opa/Adnkronos Salute) ISSN 2465 - 1222 11-MAG-23 11:59 NNNN
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