Il buonismo su marce radici
Su consiglio, quindi per merito suo del valente giornalista Massimo Gramellini e per questo lautamente ambo retribuito dalla Rai e dal Corsera; il generale ucraino Vyacheslav Abrosckyn dei battaglioni filo nazisti Azov che, come trionfalmente ha affermato il giornalista corregionale di Briatore, dopo aver necessariamente ma giustamente ucciso a grappoli gli orchi russi, ora si è immolato in nome della pietà e dell’umana libera democrazia di mercato; proprietaria della penna impugnata dal giornalista impegnato contro le ideologie.
Ma Gramellini emozionato, con il groppo in gola ricordando la figlia del generale Vyacheslav che soffre di fame e freddo, informa gli italiani che il nazista è un eroe, virile si, ma umano in quanto in cambio dei bambini ucraini rapiti dagli zingari russi ha offerto la sua vita per liberare i bambini.
Come è loro atavico costume, i russi non hanno reso pubblica quale tipologia di tortura è stata inflitta al generale prima di assassinarlo; come non è dato di sapere quanti bambini ucraini sono stati riconsegnati a Zelensky; il quale ha comunque concordato con il generale capo delle Azov “di portare a termine la crociata contro i popoli inferiori agli ucraini guidati dai semiti “.
Gramellini ha concluso l’omelia Monroiana ribadendo che ciò è necessario; se vogliamo scoprire davvero per chi simpatizziamo noi liberal occidentali; ricordandoci che il continente ha visto nascere prima il fascismo e poi il nazismo; ragion per cui i rigurgiti stanne risalendo dalle fogne.
Enrico Corti
1° luglio 2023
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