Toscana, sale l'allarme per il numero crescente di baby gang Toscana, sale l'allarme per il numero crescente di baby gang Se ne stimano 200, 40 nella sola Firenze Firenze, 14 giu. (askanews) - È allarme gang giovanili in Toscana, dove si stima l'esistenza di almeno 200 gruppi criminali, di cui oltre 40 nella sola città di Firenze. A lanciare l'allarme è il Rapporto 2024 dell'Osservatorio regionale della Legalità, presentato oggi a palazzo Bastogi dal presidente Don Andrea Bigalli. "È urgente convocare tavoli, almeno per le grandi città, per mettere a punto piani che non siano solo repressivi", ha dichiarato Bigalli. "C'è bisogno di dialogare con le varie comunità etniche e di riappropriarsi di spazi pubblici attraverso iniziative che devono essere finanziate. Le strade sicure sono quelle percorse da tutti e tutte". I numeri dell'operazione di polizia condotta nel febbraio 2025 su tutto il territorio nazionale sono eloquenti: nelle province toscane di Firenze, Arezzo, Livorno, Lucca, Pisa e Prato sono stati controllati 13mila giovani, di cui 3mila minorenni. Settantatré gli arresti (13 minorenni) e 142 le denunce in stato di libertà (29 minorenni). Ispezionate 2 scuole e 23 centri per minori non accompagnati. Il bilancio dei sequestri è impressionante: 8 pistole (2 finte), un fucile a canne mozze, 2 chili di cocaina, 10 chili di cannabinoidi e sostanze per circa 350 dosi tra eroina, shaboo, ecstasy e anfetamine. Individuati inoltre 600 profili social che inneggiavano a odio, violenza e uso di armi. "Vado controcorrente, ma i delitti violenti in questo Paese diminuiscono", ha precisato Bigalli. "Aumentano altri tipi di delitti gravissimi come il femminicidio o i delitti intrafamiliari. C'è un disagio costante e diffuso che non può essere sottovalutato". Il presidente dell'Osservatorio ha evidenziato anche il rapporto preoccupante tra web, mafie e intelligenza artificiale: "Questi strumenti sono a disposizione di tutti e serve un controllo costante". Ha inoltre sottolineato come la Toscana mantenga "un tessuto produttivo economico e finanziario solido, ma questi livelli di infiltrazione vanno tenuti d'occhio", citando il porto di Livorno come "principale porta d'ingresso del narcotraffico, soprattutto dell'ndrangheta". Bigalli ha chiesto alla Regione di finanziare "un'analisi seria sul rapporto fra mafie straniere, mafie italiane e comunità straniere locali, perché le mafie straniere agiscono solo sotto l'egida delle mafie nazionali". Il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo ha rassicurato: "La Toscana ha tutti gli anticorpi necessari e un sistema di relazioni tra istituzioni molto solido. Non dobbiamo abbassare la guardia, ma questa è una terra che ha scelto da che parte stare. Alle mafie dico: qui non è casa vostra e non sarà mai casa vostra". Xfi 20250614T073046Z
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