Israele ha aperto il vaso di pandora dell’atomica
di Pino Arlacchi*
Gli
eventi della notte tra il 12 e il 13 giugno 2025 rimarranno nella
storia come il momento in cui l’irresponsabilità criminale di Tel Aviv,
sostenuta dalla complicità di Washington e dall’impotenza dell’Europa,
ha dato un colpo, forse mortale, al maggiore ostacolo verso la guerra
atomica: il regime di non proliferazione nucleare stabilito dal Trattato
del 1970 (Tnp) e costruito pazientemente nei decenni successivi alla
Guerra fredda.
Israele ha commesso un delitto di proporzioni
storiche. Bombardando le installazioni nucleari civili di uno Stato
parte del Tnp, posto sotto il controllo dell’Agenzia Atomica di Vienna
(Aiea), Netanyahu ha violato simultaneamente il diritto internazionale,
la Carta Onu e ogni principio di proporzionalità. Ma l’aspetto più grave
è che questo atto ha fornito all’Iran la giustificazione giuridica
perfetta per ritirarsi dal Tnp e sviluppare armi nucleari in piena
legalità internazionale. L’articolo 10 del Tnp permette il ritiro quando
“eventi straordinari abbiano messo in pericolo gli interessi supremi”
di uno Stato. È difficile immaginare evento più straordinario di un
assalto militare. La Corea del Nord invocò lo stesso articolo nel 2003
per molto meno. E tre anni dopo aveva la bomba, in regime di legalità
internazionale perché non si è mai riusciti a proibire l’atomica.
L’Iran
può ora citare un pesante attacco militare contro la sua sovranità
territoriale e le sue installazioni militari legali. Netanyahu ha appena
regalato all’Iran la strada legale verso l’arma nucleare. Gli Stati
Uniti si sono resi complici di questa catastrofe diplomatica. La
dichiarazione del Segretario di Stato Rubio di “non essere coinvolti”
nell’attacco è farsesca: Israele non può operare senza il tacito
consenso americano. Ma è la minaccia di Trump di altri attacchi “ancora
più brutali” se l’Iran non firmerà l’accordo nucleare in discussione a
rivelare la vera, demenziale strategia: costringere con la forza l’Iran a
firmare un accordo che da adesso in poi non potrà firmare. Se l’Iran
dovesse cedere all’ultimatum militare sui negoziati, si creerà un
precedente terrificante: qualsiasi Stato nucleare potrà bombardare i
vicini per ottenere concessioni politiche o per punirli. Quale fiducia
potranno più riporre gli Stati non nucleari in un trattato che non è
riuscito a proteggerli dall’aggressione militare proprio mentre
rispettavano i loro obblighi internazionali?
L’Iran, nonostante tutte
le controversie degli ultimi anni, rimaneva sotto il regime di
salvaguardia dell’Agenzia atomica. La bomba atomica era stata oggetto di
una fatwa lanciata dai suoi leader supremi. I suoi impianti di
arricchimento erano sottoposti a ispezioni internazionali. I suoi
scienziati lavoravano in un contesto legale, seppur reso scomodo dalle
sanzioni occidentali. Ucciderli significa aver trasformato il nucleare
civile in un obiettivo militare, distruggendo – stile Gaza – una delle
più importanti distinzioni del diritto internazionale. L’Europa sta
assistendo impotente al crollo di un suo capolavoro politico e
diplomatico. L’accordo del 2015 che toglieva le sanzioni e reintegrava
Teheran nel contesto internazionale era il simbolo del multilateralismo
europeo, una prova che l’Europa poteva essere un attore globale
autonomo. L’accordo fu stracciato da Trump nel 2018, ma è rimasto in
vigore dal lato europeo. Oggi, Francia, Germania e Regno Unito si
limitano a timidi appelli alla “moderazione” mentre il loro capolavoro
viene distrutto sotto i loro occhi.
Questa impotenza europea non è
soltanto strategica, è esistenziale. Se l’Europa non riesce a difendere
il multilateralismo quando viene attaccato, quale è la sua ragion
d’essere geopolitica? Il precedente è devastante: se uno Stato può
bombardare le installazioni nucleari civili di un altro senza
conseguenze, il Tnp è carta straccia.
Segue...
Netanyahu, Trump e l’Europa hanno appena aperto il vaso di Pandora nucleare. Le conseguenze di questa irresponsabilità ricadranno sulle prossime generazioni.
*ex Vicesegretario generale dell’Onu
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