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giovedì 19 maggio 2011

salute. tumori, favo: troppe differenze nell'accesso a terapie

SALUTE. TUMORI, FAVO: TROPPE DIFFERENZE NELL'ACCESSO A TERAPIE

PRESENTATO TERZO RAPPORTO SU CONDIZIONE ASSISTENZIALE DEI MALATI.



(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 12 mag. - Il numero di malati

di cancro in Italia e' in netto aumento, data la copresenza di

una serie di fattori che vanno dall'invecchiamento demografico,

all'avanzamento e alla maggiore diffusione delle tecniche

diagnostiche, alla migliorata efficacia dei trattamenti. La

mortalita' per patologia neoplastica rappresenta in Italia circa

il 28% del totale dei decessi: e' la prima causa di morte

nell'eta' adulta. Rispetto al 1992, quando si fecero le prime

statistiche di questo tipo, il numero di italiani viventi con una

diagnosi di tumore e' quasi raddoppiato. Oggi sono 2 milioni e

250 mila (circa il 4% della popolazione). Quasi 1 milione e 300

mila persone (oltre il 57%) vengono definite lungo-sopravviventi

(hanno cioe' avuto una diagnosi di tumore da piu' di 5 anni). La

quota piu' elevata di lungo-sopravviventi riguarda coloro che

hanno avuto una diagnosi di tumore alla mammella (il 66% del

totale, pari ad oltre 331mila persone nel 2010); segue il tumore

alla vescica, con circa il 60% di lungo-sopravviventi (circa

135mila nel 2010); poi quello al colon-retto con il 54% di

lungo-sopravviventi (vale a dire 161mila nel 2010); infine sono

meno del 40% (circa 28mila nel 2010) i malati con una diagnosi da

almeno 5 anni tra quelli con cancro alla trachea, ai bronchi e

polmoni.

Tutti i farmaci antitumorali autorizzati dall'Aifa, l'Agenzia

italiana del farmaco, devono essere immediatamente disponibili

nel territorio nazionale. L'accordo siglato dalla Conferenza

Stato-Regioni il 18 novembre 2010 ha reso piu' semplici e

immediate le procedure di introduzione per quelli che possiedono

il requisito dell'innovativita' terapeutica (non e' infatti piu'

necessario il preliminare inserimento dei prodotti nei Piani

Terapeutici Regionali, che determinava evidenti disparita'

territoriali). Ma, per superare, le difformita' regionali, e'

necessario fare un ulteriore passo in avanti.

In occasione della VI Giornata nazionale del malato oncologico

che si celebra oggi, organizzata dalla Favo, e' stato presentato

al Senato il 3° Rapporto predisposto dall'osservatorio sulla

condizione assistenziale dei malati oncologici, che evidenzia con

forza la 'tendenza' italiana alla migrazione sanitaria. "In base

a un'indagine condotta dal Censis su 1000 cittadini- spiega Carla

Collicelli, vicedirettore del Censis- il 39,6% ha dichiarato che,

in presenza di una patologia, farebbe ricorso alla sanita' di

un'altra regione, e il dato sale al 48% per il meridione. Il

39,1% ha affermato che sarebbe disposto ad andare all'estero per

curarsi (e il 3% lo ha gia' fatto)".

"L'importante principio introdotto dalla Conferenza

Stato-Regioni va applicato a tutti i farmaci oncologici, non solo

a quelli innovativi- afferma Francesco De Lorenzo, presidente

della Favo- Il Piano oncologico nazionale, recentemente

approvato, considera i tumori una patologia grave, causa di un

terzo di tutti i decessi, e stabilisce che l'assistenza ai malati

oncologici costituisca una priorita' cui si deve far fronte per

ridurre le disparita' regionali. I risparmi, pur necessari, vanno

previsti su altri aspetti, di minore gravita', dell'assistenza

sanitaria".

"Altre discrepanze- affermano Carmelo Iacono e Marco

Venturini, presidente e presidente eletto Aiom- riguardano la

distribuzione di determinati farmaci oncologici orali nelle

farmacie territoriali. L'Aifa ha autorizzato alla fine del 2010

questa modalita' di dispensazione in tutto il territorio, ma

alcune Regioni hanno proposto una moratoria non applicando la

delibera. Noi riteniamo che queste terapie debbano continuare ad

essere distribuite solo nei presidi ospedalieri. La

somministrazione per via orale e' indubbiamente un vantaggio per

il paziente, ma non incide sull'efficacia e sul pericolo di

tossicita' mantenendo necessario il costante controllo da parte

di personale sanitario esperto. Senza dimenticare il rischio

rappresentato da una scarsa aderenza al trattamento da parte del

paziente".



(Wel/ Dire)

15:56 12-05-11



NNNN

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