RAGAZZO UCCISO DA CC: OSS. DIRITTI MINORI, RESPONSABILITA' MEDIA
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(AGI) - Bari, 25 ago. - "Tra gli eventi delittuosi dell'estate
in
corso, l'omicidio del ragazzo ucciso da un carabiniere che
temeva di trovarsi
davanti ad un rapinatore armato e' da
considerarsi il piu' raccapricciante":
e' quanto sostiene il
sociologo Antonio Marziale, presidente
dell'Osservatorio sui
Diritti dei Minori e consulente della Commissione
parlamentare
per l'Infanzia, a parere del quale: "Quanto accaduto
riflette
fedelmente uno spaccato della contemporaneita' dove la
tautologia
della paura regna sovrana. Giovani - spiega Marziale
- circondati da
rappresentazioni violente, nella realta'
sociale cosi' come in quella
mediatica, che non hanno limiti e
che stentano a distinguere la realta' dalla
finzione.
Carabinieri e poliziotti consapevoli della precarieta'
delle
politiche sulla sicurezza e, soprattutto,
coscienti
dell'elasticita' di un sistema giudiziario tendente a
tutelare
piu' i criminali che loro". Per il sociologo: "Sia la vittima
che
il carabiniere rappresentano la sintesi di una societa' in
regresso, dove la
dura legge del far west si fa largo al posto
dell'ordine e della sicurezza. Di cio' e' chiamata a rispondere
la politica
in primo luogo, ma anche coloro i quali hanno fatto
della violenza una
ragione di fondo per raggiungere le alte
vette dell'audience o per vendere
quintali di videogiochi". "In
un momento storico cosi' fortemente
contrassegnato da guerre e
disordini, su scala locale e globale, i media -
conclude
Marziale - dovrebbero assumere atteggiamenti diversi e
bandire
dalle programmazioni la violenza".(AGI)
com/Tib
251012 AGO
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NNNN
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