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domenica 18 dicembre 2011

Ma a Roma, nonostante una trentina di omicidi, non è tornata la “Banda della Magliana”




FONTE


In un garage delle abitazioni dei due romani arrestati, nel quartiere “Alessandrino”, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Casilina, diretta dal capitano Domenico Albanese hanno rinvenuto e sequestrato 16 pistole, 3 mitragliatori, una mitragliatrice, un fucile a pompa, silenziatori, oltre 2.500 munizioni, un'auto e due moto rubate, uniformi utilizzate dalle forze dell'ordine, distintivi, radio ricetrasmittenti, due parrucche, una paletta, cinque giubbotti antiproiettile, alcuni cinturoni con fondina, quattro caschi da motociclista e diversi accessori per coprire il volto oltre a modesti quantitativi di cocaina, eroina e hashish
ROMA, DOPO UNA TRENTINA DI MORTI AMMAZZATI, ANCHE UNA “SANTABARBARA” NEL CENTRO DELLA CAPITALE
Pistole, mitragliatori, fucili, migliaia di munizioni, auto e moto rubate, uniformi e giubbotti antiproiettili: una 'santabarbara' nascosta nella capitale. Un vero e proprio arsenale e' stato scoperto nelle abitazioni di due romani di 48 e 20 anni, arrestati dai carabinieri durante una serie di controlli nella capitale, nell'ambito del piano 'Natale sicuro'. Le armi, sulle quali sono in corso indagini per verificarne la provenienza, saranno sottoposte ad accertamenti tecnici
Domenico Salvatore
ROMA-Caput mundi…Di tutto, di più. Pistole, mitragliatori, fucili a pompa, migliaia di munizioni, auto e moto rubate, uniformi e giubbotti antiproiettili…Nei giorni scorsi, la Polizia  aveva messo le mani su un’altraa santabarbara. Sequestrati cento chili di fuochi d'artificio in un capannone di Tivoli, pronti per invadere i mercatini illegali. Sebbene ad Afragola, le Fiamme Gialle abbiano sequestrato una tonnellata di fuochi di artificio ed oltre 50 chilogrammi di polvere pirica. Una polveriera,  vera e propria; dentro la fabbrica di fuochi d'artificio ed un deposito di materiale esplodente,  ospitata in un casolare. Le armi, i botti, il tritolo, le bombe a che servono? Ma a spaventare la gente! Seminare il panico, la paura, il terrore. E poi, lucrare, incassare, speculare, profittare, sfruttare, abusare e chi più ne ha più ne metta. Si uccide con cinismo e freddezza. Un uomo è sotto processo. La polizia gli attribuisce otto  omicidi. Il p.m. chiede 30 anni di reclusione. A Roma sono una trentina gli omicidi;la quasi totalità di questi delitti è il prodotto della criminalità organizzata: guerre tra bande locali per l’egemonia dello spaccio di droga in alcuni importanti quartieri della capitale e dell’hinterland romano. In un’intervista rilasciata ieri a “Paese Sera”, il segretario romano del Silp Cgil (Sindacato Italiano Lavoratori Polizia) Gianni Ciotti denuncia: «In provincia la squadra mobile è l’ufficio principe che contrasta la criminalità, negli anni ‘80 c’erano circa 370/400 persone ed era il reparto meglio equipaggiato in termini di risorse umane e tecnologiche.
 Oggi sono 280 le persone che lavorano alla squadra mobile, con pochissimi mezzi e risorse tecnologiche. Stamattina un collega che si occupa di omicidi è venuto nel mio ufficio per usare il computer per scrivere una relazione, nel suo reparto hanno a disposizione solo uno. Per risolvere un omicidio ci vogliono almeno dieci persone: 4 per le intercettazioni se si hanno i telefoni sotto controllo, 3 per i pedinamenti esterni a voler essere parsimoniosi, e 3 per sentire la gente a verbale. Mediamente la sezione omicidi di Roma ha 30 persone con un carico di lavoro di 18/19 omicidi. Fatevi i conti”. La lotta alla droga è serrata. Nel Lazio, viene sequestrato, un quinto di tutta la cocaina sequestrata in Italia; nel 2010 a Fiumicino erano stati arrestati dalla Finanza dodici cittadini sudamericani che trasportavano, «occultati in ovuli ingeriti», un totale di dieci chili di cocaina pura. Nonostante le ristrettezze economiche le forze di polizia lavorano h 24 ed effettuano operazioni efficienti e funzionali. Pistole, mitragliatori, fucili, migliaia di munizioni, auto e moto rubate, uniformi e giubbotti antiproiettili: una 'santabarbara' nascosta nella capitale. Un vero e proprio arsenale e' stato scoperto nelle abitazioni di due romani di 48 e 20 anni, arrestati dai carabinieri durante una serie di controlli nella capitale, nell'ambito del piano 'Natale sicuro'. Le armi, sulle quali sono in corso indagini per verificarne la provenienza, saranno sottoposte ad accertamenti tecnici. In un garage delle abitazioni dei due romani arrestati, nel quartiere Alessandrino, i carabinieri del nucleo operativo della Compagnia Casilina hanno rinvenuto e sequestrato 16 pistole, 3 mitragliatori, una mitragliatrice, un fucile a pompa, silenziatori, oltre 2.500 munizioni, un'auto e due moto rubate, uniformi utilizzate dalle forze dell'ordine, distintivi, radio ricetrasmittenti, due parrucche, una paletta, cinque giubbotti antiproiettile, alcuni cinturoni con fondina, quattro caschi da motociclista e diversi accessori per coprire il volto oltre a modesti quantitativi di cocaina, eroina e hashish. Il premier Mario Monti ha calato la mannaia e ridotto gl’Italiani a pane ed acqua. Quella parte di popolo, la massa, che detiene il 10% della ricchezza. Non tutti. Non gli ha “fatto un baffo” alle oligarchie (ai pochi che detengono il 90% della ricchezza). Non si trova più niente in giro. Tranne…bombe, fucili mitragliatori, pistole, lupare, tritolo…
Le ultime due vittime della lotta senza quartiere fra bande rivali, per il controllo del territorio, sono Giovanni Galleoni inteso “Bafficchio” e Franco Antonini, alias “Sorcanera”,  indagati per l’omicidio di uno dei capi della Banda della Magliana”, Paolo Frau,  meglio noto come “Paoletto”, alleato con la destra eversiva e con criminali del calibro di Pippo Calò, il cassiere di “Cosa Nostra”. Erano ritenuti due boss della zona e avevano legami con la banda che terrorizzò la Capitale. Ma a parte le bande locali, che infestano la Capitale, la presenza della mafie, a partire da ‘Ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra è una costante delle dinamiche criminali. Nelle operazioni della DDA, sulla criminalità organizzata e sul business della droga c’è (quasi) sempre il crocevia del Lazio; di Roma e zone limitrofe. Già ai tempi di De Stefano, Condello, Morabito, Nirta, Pelle, Macrì, Piromalli, Tripodo ecc; di, Badalamenti, Buscetta, Riina, Provenzano, Santapaola, Agate, Greco, Aglieri ecc. di Cutolo, Bardellino, Nuvoletta, Casillo, Alfieri, Licciardi, Sarno, Schiavone Mallardo ecc, la ‘ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra, si erano allargate e si consolidavano. Talora incrociandosi, alleandosi e mimetizzandosi con la Banda della Magliana; con i poteri forti ed occulti; con la politica; con l’imprenditoria; con la massoneria; con i servizi segreti. Nonostante quest’ ambaradan, c’è a Roma, ancora oggi, chi dice, che la mafia non esista. Milano, non docet proprio un bel niente! Certamente la mafia, non è formata da rubagalline, bampapagghiara e quacquaràquà. Il procuratore capo della DDA di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, la chiama “borghesia mafiosa”; altri “colletti bianchi” e perfino “mafia dalle scarpe lucide”. Domenico Salvatore

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