SANITA':EPATITE C; ITALIA RECORD UE 1MLN CASI,POCHI TRATTATI
RAPPORTI SESSUALI A RISCHIO TRA CAUSE;CURE PRECOCI 80%GUARIGIONE
(ANSA) - ROMA, 2 OTT - Con oltre un milione di malati,
l'Italia e' il Paese europeo con piu' casi di infezione da
epatite C, malattia del fegato causata dal virus Hcv che, se non
bloccato tempestivamente, puo' portare a complicanze quali la
cirrosi e il tumore epatico. Eppure, solo una minima parte di
chi ha contratto il virus, circa 20mila infettati, viene
trattata. Proprio la diagnosi precoce e le cure mirate a secondo
del paziente possono pero' portare alla guarigione nel 70-90%
dei casi, contro il 20% di soli pochi decenni fa.
Gli esperti tracciano il quadro di questa epidemia
'silenziosa', poiche' spesso non portatrice di sintomi, e in
occasione di un incontro a Roma sottolineano come diagnosi
precoce e tempestivita' del trattamento siano le armi vincenti
per eradicare la malattia e anche per ovviare ad enormi costi
sociali: 1,2 mld sono solo i costi diretti (principalmente
ricoveri) legati alle malattie epatiche, ed una cifra analoga e'
stimata per i costi indiretti (perdita di giornate lavorative).
Inoltre, rileva il gastroenterologo Antonio Gasbarrini del
Policlinico Gemelli di Roma, ''oltre il 60% dei circa 1.100
trapianti di fegato del 2011 in Italia e' legato a malattie
epatiche causate dal virus Hcv, e per questo contrastare
l'epatite C e' una priorita'''. La buona notizia, sottolineano
Gloria Taliani del dipartimento Malattie infettive Universita'
La Sapienza e il gastroenterologo Mario Angelico della
Universita' Tor Vergata di Roma, e' che oggi ci sono trattamenti
sempre piu' efficaci che permettono di raggiungere la completa
guarigione nel 50-80% dei pazienti in base ai genotipi virali.
Primo obiettivo, avverte il direttore scientifico
dell'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani,
Giuseppe Ippolito, e' dunque l'informazione sulle vie di
trasmissione del virus, per il quale non esiste un vaccino: il
contagio avviene attraverso il contatto con sangue infetto.
Sotto accusa sono dunque rapporti sessuali a rischio, ma
anche piercing e tatuaggi, mentre trasfusioni e interventi
chirurgici sono oggi sicuri. L'impegno, afferma il presidente
della Societa' italiana malattie infettive e tropicali, Orlando
Armignacco, e' quindi arrivare alla diagnosi e alla cura il
prima possibile. Infine, rileva Massimiliano Conforti
dell'associazione pazienti Epac Onlus, ''fondamentale e'
l'informazione, per superare i pregiudizi che ancora
'accompagnano' questa malattia''.(ANSA).
CR
02-OTT-12 15:02 NNNN
SALUTE: EPATITE C,ITALIA A PRIMI POSTI IN EUROPA PER CASI E MORTI =
(AGI) - Roma, 2 ott. - Combattere l'epatite C e' possibile,
questo il messaggio lanciato oggi dagli esperti in occasione
dell'incontro stampa informativo "Epatite: Ci confrontiamo",
promosso da Cnr Radio con la partecipazione di EpaC Onlus.
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanita' l'epatite C e'
un'emergenza sanitaria globale, che non puo' passare
inosservata, con l'Italia ai primi posti in Europa per numero
di casi e per mortalita' legata alle malattie epatiche, come
cirrosi e tumore del fegato, che per oltre la meta' dei casi
sono correlate all'infezione cronica da virus HCV. (AGI)
Red/Eli (Segue)
021515 OTT 12
NNNN
SALUTE: EPATITE C,ITALIA A PRIMI POSTI IN EUROPA PER CASI E MORTI (2)=
(AGI) - Roma, 2 ott. - "Nel Lazio si stimano oltre 160mila
infezioni e, nonostante l'assenza di studi estesi e
approfonditi, possiamo ipotizzare che queste siano solo una
parte di una realta' ancora piu' ampia e purtroppo sommersa,
perche' in molti casi l'infezione non manifesta sintomi e non
viene scoperta per molti anni", ha spiegato Antonio Gasbarrini,
ordinario di Gastroenterologia, Universita' Cattolica del S.
Cuore, direttore dell'Unita' Operativa Complessa di Medicina
Interna e Gastroenterologia del Policlinico Universitario
Agostino Gemelli a Roma e presidente della Fondazione italiana
ricerca in epatologia (Fire). "Secondo dati recenti - ha
aggiunto - nel Lazio muoiono ogni anno oltre 1.200 persone per
malattie epatiche croniche e tumore del fegato. Un dato
preoccupante che merita attenzione e che per oltre la meta' dei
casi e' legato all'infezione cronica da virus HCV. Inoltre,
piu' del 60 per cento dei circa 1.100 trapianti di fegato
realizzati nel 2011 in Italia e' legato a malattie epatiche
causate dal virus HCV. Per questo contrastare l'epatite C e' un
obiettivo sanitario fondamentale, che l'Organizzazione mondiale
della sanita' ha definito prioritario per combattere le
malattie epatiche". (AGI)
Red/Eli (Segue)
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SALUTE: EPATITE C,ITALIA A PRIMI POSTI IN EUROPA PER CASI E MORTI (3)=
(AGI) - Roma, 2 ott. - "Oggi abbiamo a disposizione trattamenti
sempre piu' efficaci contro l'epatite C e guarire e possibile",
ha detto Gloria Taliani, docente del Dipartimento di Malattie
Infettive e Tropicali, Universita' La Sapienza, Roma. "Lo
standard terapeutico, basato sulla combinazione di interferone
peghilato e rivabirina, permette - ha continuato - oggi di
raggiungere una completa guarigione nel 50-80 per cento dei
pazienti, in base ai genotipi virali. Questo dato e'
estremamente incoraggiante e mette in luce gli importanti
risultati che possiamo ottenere nella lotta all'epatite C e
alla mortalita' per malattie epatiche. Attualmente solo una
parte dei pazienti con infezione cronica da virus HCV viene
riconosciuta e trattata e non tutti i pazienti dopo la diagnosi
possono cominciare la terapia, che viene valutata dallo
specialista in base alle caratteristiche di ciascun paziente e
allo stadio dell'infezione. Il trattamento e la guarigione
hanno importanti risvolti non solo individuali, ma anche
sociali e familiari, perche' la malattia comporta un forte peso
psicologico ed emotivo e compromette la qualita' di vita del
paziente e della sua famiglia". Concorda Mario Angelico,
ordinario di Gastroenterologia dell'Universita' degli Studi di
Tor Vergata, Roma. "Guarire dall'epatite C - ha detto - e'
possibile e dobbiamo evitare allarmi e paure. La lotta alla
malattia passa attraverso informazione e cooperazione da parte
di tutti, per facilitare il percorso di diagnosi e trattamento.
Lo specialista e il medico di medicina generale hanno un ruolo
importante per informare il paziente, riconoscere le infezioni
e iniziare il trattamento il prima possibile, ma anche per
assistere il paziente e i suoi familiari durante tutto il
percorso, facendo attenzione ai bisogni di informazione,
supporto e motivazione che sono determinanti per l'aderenza
alle terapie e il successo del trattamento". (AGI)
Red/Eli (Segue)
021515 OTT 12
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SALUTE: EPATITE C,ITALIA A PRIMI POSTI IN EUROPA PER CASI E MORTI (4)=
(AGI) - Roma, 2 ott. - "In questa direzione il primo obiettivo
e' favorire una chiara informazione sulle vie di trasmissione
del virus e sui primi campanelli d'allarme a cui fare
attenzione, per scoprire l'infezione nei primi stadi", ha
aggiunto Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto
nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di
Roma. "Il virus HCV si trasmette attarverso il contatto con
sangue infetto e, poiche' non esiste un vaccino, e' importante
- ha contnuato - evitare comportamenti e pratiche a rischio, ma
anche sfatare i falsi miti sul contagio che purtroppo
continuano a esistere. Nella maggior parte dei casi l'infezione
non provoca sintomi per molti anni e la diagnosi puo' avvenire
solo attraverso specifici esami del sangue. Uno dei primi
campanelli d'allarme a cui fare attenzione e' il livello di
transaminasi nel sangue. Se questo livello e' alterato e'
opportuno rivolgersi al proprio medico per valutare analisi
piu' approfondite". "La diagnosi precoce ha un ruolo chiave,
perche' rilevare la presenza dell'HCV il prima possibile,
quando ancora la malattia e' in uno stadio iniziale, permette
di intervenire ed evitare danni futuri della funzione epatica,
anche modificando eventuali stili di vita non corretti", ha
commentato Orlando Armignacco, presidente nazionale Simit,
Ospedale Belcolle, Viterbo. "Oggi, la probabilita' di eliminare
definitivamente l'HCV e di raggiungere la guarigione - ha
aggiunto - e' elevata. L'obiettivo, quindi, deve essere quello
di un impegno comune per arrivare alla diagnosi e al
trattamento il prima possibile". "La diagnosi di epatite C
porta con se' un carico psicologico di ansie e paure, che
comporta numerose difficolta', non solo individuali, ma anche
in ambito sociale, sentimentale e lavorativo", ha spiegato
Massimiliano Conforti, vicepresidente Associazione EpaC Onlus.
"L'epatite C ha un peso e un costo sociale notevoli - ha
aggiunto - che non possono passare inosservati nella
valutazione dell'approccio terapeutico. Trattare l'infezione
per liberare il paziente dal virus, prima dell'insorgere di
gravi conseguenze e malattie epatiche, e' una necessita' e un
diritto. I pazienti e i loro familiari non possono essere
lasciati soli e chiedono informazione, supporto costanti, che
come Associazione ci impegnamo a portare avanti ogni giorno sul
campo, ricercando impegno e collaborazione da parte di tutti
gli attori coinvolti". (AGI)
Red/Eli
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NNNN
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