TUMORI: OK COMITATO EMA PER BEVACIZUMAB CONTRO RECIDIVE CANCRO OVAIO =
Roma, 9 ott. - (Adnkronos Salute) - Parere positivo del Comitato
per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'Ema (Agenzia europea dei
medicinali) sulla combinazione di bevacizumab con chemioterapia
(carboplatino e gemcitabina) per il trattamento delle pazienti con
recidiva di carcinoma ovarico platino sensibile. Lo comunica Roche in
una nota, ricordando che il carcinoma dell'ovaio presenta il tasso di
mortalita' piu' elevato di tutti i tumori ginecologici. Questo tumore,
ogni anno, nel mondo colpisce quasi 230.000 donne, molte delle quali
con patologia in stadio avanzato recidivata dopo un precedente
trattamento. Le pazienti vengono definite con malattia
'platino-sensibile' se la malattia si ripresenta sei mesi dopo il
termine dell'ultima chemioterapia a base di platino.
Bevacizumab ha dimostrato, in uno studio di fase III, che le
donne con malattia platino-sensibile che ricevono un trattamento in
combinazione con la chemio, seguito da bevacizumab in monoterapia,
sono vissute significativamente piu' a lungo senza peggioramento della
malattia (sopravvivenza libera da progressione) rispetto alle pazienti
sottoposte alla sola chemio. "Il parere positivo del Chmp rappresenta
una notizia incoraggiante per le donne affette da carcinoma ovarico
ricorrente, una malattia per la quale sono stati fatti pochi progressi
terapeutici nell'ultimo decennio", commenta Hal Barron, Chief Medical
Officer e Head of Global Product Development di Roche. "L'approvazione
per questa indicazione costituirebbe un altro passo avanti
significativo dopo l'approvazione di bevacizumab dello scorso anno per
il trattamento di pazienti affette da carcinoma ovarico appena
diagnosticato".
Affinche' un tumore cresca oltre determinate dimensioni (2 mm) e
si diffonda (creando metastasi) ad altre parti dell'organismo e'
necessario che sia alimentato da un flusso di sangue indipendente. I
tumori sviluppano questa circolazione del sangue indipendente
attraverso un processo detto angiogenesi, rilasciando il fattore di
crescita endoteliale vascolare (Vegf), elemento chiave per stimolare
la crescita del tumore. Bevacizumab e' un anticorpo che si lega ed
inibisce in maniera specifica il Vegf permettendo un continuo
controllo del tumore. Il medicinale viene somministrato in
combinazione con carboplatino e gemcitabina per 6 - 10 cicli di
trattamento, seguiti dall'uso continuato di bevacizumab in monoterapia
fino a progressione della malattia. La dose raccomandata e' di 15
mg/kg di peso corporeo somministrati una volta ogni tre settimane come
infusione endovenosa.
(Red-Mal/Ope/Adnkronos)
09-OTT-12 11:05
NNNN
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