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sabato 10 novembre 2012

ANSA/ MONTI, STRADA E' RIGORE,CRESCITA ED EQUITA'.IO CI SARO'


ANSA/ MONTI, STRADA E' RIGORE,CRESCITA ED EQUITA'.IO CI SARO'
EVASIONE-NEPOTISMO NON DEGNI GRANDE PAESE. BASTA LITI LEADERSHIP
(di Patrizia Antonini)
(ANSA) - ROMA, 10 NOV - Proseguire sulla strada del rigore,
della crescita e dell'equita' sociale, ma sviluppandola ''molto
meglio'' e ''in modo molto piu' profondo''. Il premier Mario
Monti cosi' risponderebbe a ''chi verra' dopo'' se ''mai gli
venisse chiesto un parere''. In un quarto d'ora di intervento
telefonico durante l'iniziativa ''La societa' civile si incontra
e propone'', organizzata dalla fondazione del senatore Fli Mario
Baldassarri, il presidente del consiglio traccia un bilancio del
lavoro compiuto in un anno a palazzo Chigi, ma soprattutto offre
spunti e indicazioni per cio' che puo' essere ancora fatto da
chi tra qualche mese sara' al suo posto.
Monti ammonisce i partiti che si arrovellano su primarie e
alleanze invitandoli a guardare alla sostanza. ''Sarebbe bene
prestare meno attenzione a leadership ed organigrammi e piu' ai
contenuti'' dice.
Sul suo futuro non si pronuncia, ma si sa che il professore
intende continuare a dire la sua. In un'intervista rilasciata a
settembre al trimestrale francese 'Politique Internationale' e
pubblicata oggi il premier affermava che ''nell'ipotesi in cui
risultasse impossibile costituire una maggioranza, io ci saro'.
E se sara' necessario continuero''' . Con l'azione del suo
esecutivo, aggiungeva, ''spero di aver contribuito a rendere
gli italiani meno tolleranti rispetto a nepotismo, corruzione, e
evasione fiscale'', pratiche ''indegne di un Paese sviluppato
membro del G7''.
Nel suo intervento di oggi il premier elogia invece la
maturita' degli italiani. ''Ho fatto una scoperta positiva da
questa esperienza, dura per chi governa e durissima per chi e'
governato . Che non e' impossibile dire la verita' agli italiani
e che e' possibile che la capiscano''. A loro riconosce di non
voler far parte ''di un processo collettivo di elusione dei
problemi'' e parla dello ''sforzo collettivo'' compiuto, di cui
non ricorda ''molti precedenti nella storia della Repubblica''.
Sforzo senza il quale l'eurozona avrebbe potuto cambiare
fisionomia.
Ma il lavoro da fare ce n'e', e ancora molto. La formula di
''un'economia sociale di mercato fortemente competitiva'' (che
emerge dal Trattato di Lisbona), e' la ''stella polare'' del suo
governo (seppur con tutti i limiti dettati dall'emergenza) e
dovrebbe essere ''fonte di ispirazione'' anche per chi segue.
Il professore mette inoltre in guardia su una serie di punti
critici rispetto ai quali stare allerta. A partire dalla
necessita' di ''vigilare ed essere insistenti'' affinche' le
iniziative'' del patto per la crescita emerso dal consiglio Ue
di giugno ''siano realizzate''. Ma anche la necessita' di un
grande ''sforzo operativo'' per avere ''piu' concorrenza e
liberalizzazioni'' al livello nazionale, in un contesto di
''poteri pubblici forti che vigilino, sulla base di regole
chiare''. ''Bisogna guardarsi oggi da possibili ritorni indietro
perche' - avverte - alcuni ritengono che vi sia gia' troppa
economia di mercato in italia. Io non la penso cosi'''.
Il Professore segnala come si ''sia ancora ben lontani
dall'avere un grado di socialita' funzionante nella nostra
economia di mercato'', e torna ad auspicare che la trattativa in
corso tra le parti sociali raggiunga ''un risultato'', che spera
''unitario'', ricordando come ''il governo si e' dichiarato
pronto, pur con risorse finanziarie estremamente esigue, ad
appoggiare finanziariamente una trasformazione degli istituti
contrattuali in modo da favorire la produttivita'''.
Quanto all'equita', il premier riconosce che il suo
governo si e' trovato ''di fronte a una strettoia formidabile''
che ''ha imposto di dare la primazia al rigore'', ma rivendica
l'introduzione di ''elementi di equita' che hanno molto
disturbato alcuni segmenti della societa' civile''. Come la
lotta all'evasione, ''fortemente intensificata e a volte
condotta necessariamente con una certa durezza''. Una
''componente essenziale per dare un senso di rispetto da parte
di ciascuno di noi nei confronti dei suoi concittadini e dello
Stato, e viceversa''. (ANSA).

AN
10-NOV-12 20:00 NNNN

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