SALUTE. PUBALGIA, IL 'MALE DEL CALCIATORE' HA 72 CAUSE DIVERSE
PER DIAGNOSI SCENDE IN CAMPO L'ARMA DELL'IDENTIKIT POSTURALE
(DIRE) Roma, 17 mag. - Scatti, tiri, dribbling e poi lo stop. È
il terrore dei calciatori professionisti, ma anche di chi, con
l'inizio della primavera, si appresta a calcare i campetti di
calcio per la 'partita del venerdi'' dopo mesi di 'letargo'
sportivo. La pubalgia, non a caso definita 'male del calciatore',
puo' avere fino a 72 cause diverse a seconda dei muscoli, dei
legamenti e delle aree coinvolti. Per tutti, professionisti e
non, il dolore acuto che si irradia dall'inguine verso i muscoli
della gamba e' lo stesso e la sentenza, spesso, suona amara: da 1
a 6 mesi di riposo per guarire, e molti di piu' se non viene
diagnosticata e trattata per tempo.
"La pubalgia e' un disturbo da sovraffaticamento muscolare-
spiega Jacques Lamarche, esperto di biomeccanica clinica del
centro medico di neurofisiologia e biomeccanica applicata alle
disfunzioni pelvi-perineali di Milano- che colpisce soprattutto
chi gioca a calcio, perche' si tratta di uno sport che prevede
uno stress ripetuto dei muscoli della coscia fatto di tiri,
scatti, dribbling e torsioni laterali". Per la diagnosi e' molto
importante identificare accuratamente l'origine del dolore,
perche' le cause possono essere diverse. "Infatti- prosegue lo
specialista- si puo' parlare di osteoartropatia pubica,
sofferenza del canale inguinale, tendinopatie inserzionali dei
retti addominali, tendinopatie inserzionali dell'adduttore".
Insomma, un bel rompicapo per chi ne soffre, ma che ha un solo
significato: fine della partita. Un dolore che spesso rende
impossibile persino scendere o salire in auto o fare le scale di
casa e che puo' accendersi all'improvviso con un semplice colpo
di tosse.
La pubalgia puo' colpire tutti: calciatori professionisti,
come di recente il difensore della Juventus Leonardo Bonucci, ma
anche dilettanti, runner, rugbisti, cestisti. "L'unica diversita'
tra professionisti e dilettanti- aggiunge Lamarche- e' che i
primi sono sottoposti a pressioni quotidiane dovute ad
allenamenti intensi che prevedono serie ripetute di tiri e devono
tornare velocemente in campo".
Gli esami di riferimento sono la radiografia, la scintigrafia,
l'ecografia, risonanza magnetica e tac. Molto utile e' lo studio
della funzionalita' nervosa, che deve essere affidato a un
neurofisiologo. "Messe da parte cause esterne al sovraccarico
muscolare- continua Lamarche- si procede a uno studio specifico
con un''arma' molto particolare e poco diffusa: la valutazione
posturale abbinata a un metodo diagnostico-terapeutico unico in
Italia". La pubalgia non passa da sola, come qualcuno puo'
credere. "Serve una speciale 'educazione' motoria- afferma lo
specialista- con l'acquisizione da parte del corpo di nuove
informazioni propriocettive, quelle che guidano l'equilibrio e il
movimento". I farmaci soffocano il dolore, ma non correggono il
problema. "La chiave e' riconoscere l'entita' e il livello dei
traumi- spiega- per migliorare la mobilita' dell'anca e
stabilizzare la regione lombo-pelvica. L'esame diagnostico e la
valutazione sono rapidi e avvengono nella prima seduta. Stabilita
l'origine del problema si interviene su 2 fronti:
riprogrammazione motoria e rifunzionalizzazione muscolare. Si
lavora in parallelo e il tempo di recupero varia a seconda delle
cause specifiche della pubalgia e della persona: in 4-5 sedute,
di cui una di controllo distanziata nel tempo, si riesce a
invertire la corsa la malattia, scongiurare le ricadute,
aumentare le performance atletiche".
Chi si appresta a riprendere l'attivita' sportiva, sia
agonistica sia l'appuntamento settimanale - con la partitella tra
amici - dovrebbe fare attenzione a seguire alcune regole di base.
I consigli dell'esperto sono: "Ricominciare a fare movimento con
gradualita'; far precedere le prime partite con un po' di
attivita' lenta, come una corsa leggera o camminate a passo
svelto; non eccedere in scatti e salti durante l'azione; far
attenzione- ricorda Lamarche- anche all'uso di scarpe adatte,
cosa che spesso viene sottovalutata; evitare i terreni troppo
duri e, nel caso in cui si manifestano contratture e sensazioni
dolorose, sottoporsi a un esame posturale per valutare se ci
siano dei difetti che vanno corretti in anticipo per evitare un
nuovo stop".
(Com/Wel/Dire)
12:23 17-05-13
NNNN
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