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venerdì 17 maggio 2013

SALUTE. PUBALGIA, IL 'MALE DEL CALCIATORE' HA 72 CAUSE DIVERSE


SALUTE. PUBALGIA, IL 'MALE DEL CALCIATORE' HA 72 CAUSE DIVERSE
PER DIAGNOSI SCENDE IN CAMPO L'ARMA DELL'IDENTIKIT POSTURALE

(DIRE) Roma, 17 mag. - Scatti, tiri, dribbling e poi lo stop. È
il terrore dei calciatori professionisti, ma anche di chi, con
l'inizio della primavera, si appresta a calcare i campetti di
calcio per la 'partita del venerdi'' dopo mesi di 'letargo'
sportivo. La pubalgia, non a caso definita 'male del calciatore',
puo' avere fino a 72 cause diverse a seconda dei muscoli, dei
legamenti e delle aree coinvolti. Per tutti, professionisti e
non, il dolore acuto che si irradia dall'inguine verso i muscoli
della gamba e' lo stesso e la sentenza, spesso, suona amara: da 1
a 6 mesi di riposo per guarire, e molti di piu' se non viene
diagnosticata e trattata per tempo.
"La pubalgia e' un disturbo da sovraffaticamento muscolare-
spiega Jacques Lamarche, esperto di biomeccanica clinica del
centro medico di neurofisiologia e biomeccanica applicata alle
disfunzioni pelvi-perineali di Milano- che colpisce soprattutto
chi gioca a calcio, perche' si tratta di uno sport che prevede
uno stress ripetuto dei muscoli della coscia fatto di tiri,
scatti, dribbling e torsioni laterali". Per la diagnosi e' molto
importante identificare accuratamente l'origine del dolore,
perche' le cause possono essere diverse. "Infatti- prosegue lo
specialista- si puo' parlare di osteoartropatia pubica,
sofferenza del canale inguinale, tendinopatie inserzionali dei
retti addominali, tendinopatie inserzionali dell'adduttore".
Insomma, un bel rompicapo per chi ne soffre, ma che ha un solo
significato: fine della partita. Un dolore che spesso rende
impossibile persino scendere o salire in auto o fare le scale di
casa e che puo' accendersi all'improvviso con un semplice colpo
di tosse.
La pubalgia puo' colpire tutti: calciatori professionisti,
come di recente il difensore della Juventus Leonardo Bonucci, ma
anche dilettanti, runner, rugbisti, cestisti. "L'unica diversita'
tra professionisti e dilettanti- aggiunge Lamarche- e' che i
primi sono sottoposti a pressioni quotidiane dovute ad
allenamenti intensi che prevedono serie ripetute di tiri e devono
tornare velocemente in campo".
Gli esami di riferimento sono la radiografia, la scintigrafia,
l'ecografia, risonanza magnetica e tac. Molto utile e' lo studio
della funzionalita' nervosa, che deve essere affidato a un
neurofisiologo. "Messe da parte cause esterne al sovraccarico
muscolare- continua Lamarche- si procede a uno studio specifico
con un''arma' molto particolare e poco diffusa: la valutazione
posturale abbinata a un metodo diagnostico-terapeutico unico in
Italia". La pubalgia non passa da sola, come qualcuno puo'
credere. "Serve una speciale 'educazione' motoria- afferma lo
specialista- con l'acquisizione da parte del corpo di nuove
informazioni propriocettive, quelle che guidano l'equilibrio e il
movimento". I farmaci soffocano il dolore, ma non correggono il
problema. "La chiave e' riconoscere l'entita' e il livello dei
traumi- spiega- per migliorare la mobilita' dell'anca e
stabilizzare la regione lombo-pelvica. L'esame diagnostico e la
valutazione sono rapidi e avvengono nella prima seduta. Stabilita
l'origine del problema si interviene su 2 fronti:
riprogrammazione motoria e rifunzionalizzazione muscolare. Si
lavora in parallelo e il tempo di recupero varia a seconda delle
cause specifiche della pubalgia e della persona: in 4-5 sedute,
di cui una di controllo distanziata nel tempo, si riesce a
invertire la corsa la malattia, scongiurare le ricadute,
aumentare le performance atletiche".
Chi si appresta a riprendere l'attivita' sportiva, sia
agonistica sia l'appuntamento settimanale - con la partitella tra
amici - dovrebbe fare attenzione a seguire alcune regole di base.
I consigli dell'esperto sono: "Ricominciare a fare movimento con
gradualita'; far precedere le prime partite con un po' di
attivita' lenta, come una corsa leggera o camminate a passo
svelto; non eccedere in scatti e salti durante l'azione; far
attenzione- ricorda Lamarche- anche all'uso di scarpe adatte,
cosa che spesso viene sottovalutata; evitare i terreni troppo
duri e, nel caso in cui si manifestano contratture e sensazioni
dolorose, sottoporsi a un esame posturale per valutare se ci
siano dei difetti che vanno corretti in anticipo per evitare un
nuovo stop".

(Com/Wel/Dire)
12:23 17-05-13

NNNN

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