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venerdì 7 febbraio 2014

Atto Senato Interrogazione a risposta orale 3-00705 presentata da RITA GHEDINI mercoledì 5 febbraio 2014, seduta n.184..il 21 giugno 2012 la IV sezione della Corte di cassazione ha condannato in via definitiva a 3 anni e 6 mesi gli agenti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri: i 4 agenti sono colpevoli dell'omicidio colposo di Federico Aldrovandi, studente ferrarese di 18 anni, morto in via Ippodromo a Ferrara all'alba del 25 settembre 2005, dopo una violenta colluttazione;..



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00705
presentata da
RITA GHEDINI
mercoledì 5 febbraio 2014, seduta n.184
Rita GHEDINI, BERTUZZI, MANCONI, COLLINA, LO GIUDICE, PIGNEDOLI - Al Ministro dell'interno - Premesso che:
il 21 giugno 2012 la IV sezione della Corte di cassazione ha condannato in via definitiva a 3 anni e 6 mesi gli agenti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri: i 4 agenti sono colpevoli dell'omicidio colposo di Federico Aldrovandi, studente ferrarese di 18 anni, morto in via Ippodromo a Ferrara all'alba del 25 settembre 2005, dopo una violenta colluttazione;
il 18 marzo 2013, Monica Segatto, detenuta nel penitenziario di Padova, è stata scarcerata dal giudice di sorveglianza che ha accolto il ricorso presentato ai sensi della legge 26 novembre 2010, n. 199, conosciuta come "svuota carceri";
la legge consente la detenzione domiciliare per pene non superiori ai 18 mesi: l'agente ha scontato i 6 mesi residui (per via dell'indulto) della condanna a 3 anni e 6 mesi per eccesso colposo nell'omicidio colposo del diciottenne, morto durante un controllo di polizia;
considerato che:
si è appreso in questi giorni che la Procura regionale della Corte dei conti dell'Emilia Romagna ha formalizzato la contestazione di un'ipotesi di danno patrimoniale agli agenti condannati in via definiva per eccesso colposo nell'omicidio di Federico Aldrovandi, per il risarcimento che il Ministero dell'interno ha pagato ai familiari del giovane ferrarese morto nel 2005;
la cifra relativa al danno erariale è di 1.870.934 euro. Gli agenti condannati, con un atto di "contestazione di responsabilità ed invito a dedurre", sono stati chiamati a replicare alla contestazione e hanno 30 giorni di tempo per provvedervi;
all'esito delle repliche, qualora la Procura della Corte dei conti non si ritenesse soddisfatta, i 4 agenti saranno citati in giudizio davanti alla Corte;
rilevato che:
l'azione di regresso arriva al termine di un percorso giudiziario e disciplinare per cui i 4 agenti della Polizia di Stato sono stati dapprima condannati con sentenza passata in giudicato a 3 anni e mezzo di reclusione (poi divenuti 6 mesi per via dell'indulto) e, successivamente, a 6 mesi di sospensione dal servizio per provvedimento disciplinare,
nonostante la comprovata inadeguatezza dell'intervento sanzionata nei processi, secondo fonti della commissione disciplinare del Dipartimento della pubblica sicurezza e notizie di stampa risalenti già al mese di aprile 2013, sembra che 3 dei 4 agenti abbiano ripreso servizio a gennaio 2014 ovvero riprenderanno servizio nel breve termine;
il Dipartimento della Polizia di Stato fa sapere che ai 4 agenti è stata inflitta la sanzione maggiore ossia la sospensione dal servizio per 6 mesi, dopo la quale vi è solamente la destituzione;
lunedì 6 gennaio 2013 è andata in onda, su Rai3, una puntata del programma "Presa diretta" titolata "Morti di Stato", nell'ambito della quale il vice capo della Polizia, Alessandro Marangoni, a domanda del giornalista Riccardo Iacona, ha dichiarato che tra omicidio colposo dovuto ad un investimento stradale e l'omicidio colposo di Aldrovandi il regolamento disciplinare non fa distinzioni e che, soprattutto, non prevede la destituzione di chi è stato dichiarato colpevole per un così grave reato;
valutato che:
da marzo 2013 ad oggi, continue e diversificate sono state le iniziative assunte da parte del Coisp (Coordinamento per l'indipendenza sindacale delle forze di polizia) di solidarietà ai 4 agenti condannati da un lato, e di stigmatizzazione nei confronti di Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, così come di organi di stampa e di chiunque abbia preso voce sul "caso" senza difendere gli agenti condannati della Polizia di Stato, dall'altro;
dopo 8 anni di indagini e la sentenza definitiva, notevoli sono gli effetti che la sentenza della Corte di cassazione ha determinato e continua a determinare nella comunità ferrarese e nel Paese;
il "caso Aldrovandi" ha posto questioni di rilievo nazionale circa l'identificabilità e la responsabilità degli agenti della Polizia di Stato al fine di preservare la credibilità della loro azione e del Corpo di Polizia tutto;
occorre mantenere una posizione istituzionale che, proteggendo la memoria di Federico Aldrovandi, difenda la pace e la coesione della comunità ferrarese e l'immagine della Polizia di Stato,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione e quali siano le sue valutazioni in merito;
se risponda a verità la notizia del rientro in servizio degli agenti condannati e in quali funzioni;
se non ritenga che il rientro in servizio degli agenti costituisca una circostanza incompatibile con il ruolo e la funzione di agente di pubblica sicurezza, in assenza del presupposto imprescindibile, per ogni singolo cittadino così come per la comunità tutta, dell'affidabilità piena delle persone chiamate a ricoprire la qualifica di pubblico ufficiale.
(3-00705)

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