LUNEDÌ 22 OTTOBRE 2018 13.38.32
Tumori: immunoterapia prima di intervento efficace per cancro vescica =
(AGI) - Milano, 22 ott. - Il tumore alla vescica di tipo
muscolo-infiltrante (MIBC) e' particolarmente aggressivo, con
un alto rischio di metastasi ed e' ancora difficile da curare.
E' in crescita nella popolazione italiana soprattutto a causa
del fumo di sigaretta. Il trattamento di prima linea prevede la
cistectomia radicale, un intervento che consiste
nell'asportazione integrale di vescica e prostata nel maschio e
di vescica, utero ed ovaie nella donna. Un'innovativa
sperimentazione clinica di fase II, svolta dall'Unita' di
Urologia dell'IRCCS Ospedale San Raffaele in collaborazione con
il Dipartimento di Oncologia Medica della Fondazione IRCCS
Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e pubblicata sul
Journal of Clinical Oncology, dimostra l'efficacia di un
farmaco inibitore dei checkpoint immunitari - pembrolizumab -
nel far regredire o scomparire il tumore. Nello studio, il
farmaco e' stato somministrato nella fase precedente
all'intervento chirurgico, con risultati superiori a quelli
ottenuti con cisplatino, il farmaco chemioterapico comunemente
usato fino ad oggi. Se ulteriormente confermata, la scoperta
potrebbe in futuro cambiare il trattamento per questo tipo di
tumore, aprendo la strada a cure piu' brevi e meno tossiche
rispetto alla chemioterapia, e potenzialmente a interventi
chirurgici meno invasivi e debilitanti. Per chi e' affetto da
un tumore alla vescica di tipo muscolo-infiltrante, sono
disponibili al momento poche opzioni terapeutiche: la terapia
prevede la cistectomia radicale, preceduta, per i pazienti
idonei, da chemioterapia con cisplatino finalizzata a ridurre
le dimensioni del tumore per facilitarne l'asportazione.
Tuttavia solo il 20 per cento dei pazienti riceve il
trattamento farmacologico: il 50 per cento non puo' sostenerlo,
a causa di condizioni di salute preesistenti, e la restante
parte rifiuta di assumere chemioterapici. (AGI)
Red/Pgi (Segue)
221338 OTT 18
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LUNEDÌ 22 OTTOBRE 2018 13.38.44
Tumori: immunoterapia prima di intervento efficace per cancro vescica (2)=
(AGI) - Roma, 22 ott. - Ecco perche' l'impiego di inibitori dei
checkpoint immunitari potrebbe cambiare le cose: i farmaci, che
sono valsi agli scopritori del meccanismo su cui agiscono, il
premio Nobel per la Medicina di quest'anno, hanno effetti
collaterali ridotti e sono pertanto ottimi candidati in
contesto neoadiuvante, ovvero nella fase che precede
un'operazione chirurgica. In altre parole, il trattamento
pre-operatorio ad oggi non permette di evitare la rimozione
della vescica, ma grazie a questa scoperta in futuro si
potrebbe arrivare a trattamenti piu' conservativi, evitando
quindi la cistectomia radicale. Nello studio appena pubblicato,
50 pazienti con un tumore vescicale infiltrante sono stati
trattati con 3 cicli di pembrolizumab e successivamente
sottoposti all'intervento di cistectomia radicale eseguito con
tecnica robotica. Attraverso l'analisi dei tessuti asportati
con l'intervento chirurgico, i ricercatori hanno constatato che
nel 42 per cento dei casi i campioni asportati non mostravano
alcuna presenza di cellule tumorali, attestando la
straordinaria efficacia del trattamento. La capacita' di
pembrolizumab di far regredire completamente le cellule
tumorali nella vescica e' stata piu' frequente nei soggetti il
cui tumore presentava l'espressione di una proteina di membrana
chiamata PD-L1, su cui agisce il farmaco. Questo marcatore
potrebbe rappresentare un importante criterio di selezione dei
pazienti all'immunoterapia pre-operatoria. "Se ulteriormente
confermata dai prossimi studi, l'efficacia di pembrolizumab
come neoadiuvante potrebbe in futuro permettere operazioni meno
invasive, anche per questo tipo di tumore, il che
significherebbe una maggiore qualita' della vita per chi si
trova ad affrontare questa malattia e a guarirne", spiega
Francesco Montorsi, primario di Urologia presso l'IRCCS
Ospedale San Raffaele di Milano e professore ordinario
dell'Universita' Vita-Salute San Raffaele. "Lo studio PURE-01
e' il frutto di una straordinaria collaborazione accademica,
resa possibile anche grazie al sostegno di AIRC a questo
progetto attraverso un 'MyFirst AIRC grant'. La ricerca
italiana, e l'entusiasmo delle figure di eccellenza coinvolte
in questo percorso, possono migliorare la cura e la qualita' di
vita dei pazienti", conclude Andrea Necchi, del Dipartimento di
Oncologia Medica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei
Tumori di Milano. (AGI)
Red/Pgi
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